“Dalla fossa dove Orbán ha messo questo paese non si può uscire né a destra né a sinistra ma solo dall’alto”. Queste le parole che concludono il discorso di oggi di Péter Márki-Zay, il candidato, ora favorito, alle primarie dell’opposizione ungherese.

Márki-Zay ha pronunciato un discorso forte contro “lo Stato-mafia” creato da Orbán ed ha ribadito di essere la persona con più possibilità di vincere contro il premier in carica, soprattutto perchè non è legato a nessun partito ed è il candidato dell’ “unità nazionale”, da destra a sinistra.

Chi è Péter Márki-Zay

Péter Márki-Zay aveva ottimamente figurato al primo turno delle primarie. Lui, politico conservatore, Sindaco di Hódmezővásárhely, si presentava senza appoggio di alcun partito o organizzazione di massa. Ma quelle che potevano essere considerate debolezze si sono rivelate le sue armi vincenti.

Uomo “nuovo” sullo scenario nazionale, ma con esperienza di amministratore politico. Un politico non legato ai momenti drammatici della crisi del potere del 2006. Ma soprattutto un uomo di “destra”. Un conservatore. Un uomo dell’Ungheria rurale.

Di certo se fosse lui il candidato dell’opposizione unita la campagna mediatica lanciata dal Fidesz contro l’opposizione dovrebbe essere riadattata, e non di poco. Le polemiche sul’ex-premeir Gyurcsány potrebbero essere poco utilizzate. La polemica sul basso profilo e la mancanza di conoscenza linguistica decadrebbeo. Márki-Zay ha abitato e lavorato in Nord America, ha un Phd, non ha legami con i partiti della sinistra ungherese.

Un finale a sorpresa

Al primo turno delle primarie aveva raggiunto il terzo posto e superanto il 20%. Un ottimo risultato che gli garantiva il passaggio al secondo turno, ma tuttavia la sua posizione era debole. La grande vincitrice è stata Dobrev, e il Sindaco di Budapest Karácsony sebbene in difficoltà aveva raggiunto la seconda posizione.

Sono susseguiti giorni intensi di trattative, annunci, conferenze stampa e litigi. Quello che potrebbe essere definitio il sale di una democrazia multipartitica. La discussione si è incentrata su chi tra i due sindaci avrebbe dovuto lasciare per sfidare Dobrev, candidata che ha dimostrato il suo peso elettorale ma che “porta la macchia” di essere la moglie dell’ex primo ministro Gyurcsány .

Dopo giorni di tira e molla, ieri sera sono trapelate le prime indiscrezioni di un possibile ritiro del Sindaco di Budapest, ritiro confermato questa mattina. Ora sarà solo Péter Márki-Zay a sfidare Dobrev al secondo turno. E il Sindaco di Hódmezővásárhely può contare sul sostegno di Momentum, del Sindaco di Budapest e probabilmente di molti elettori dello Jobbik, il partito della destra, che sicuramente connvergerà i suoi voti su un candidato conservatore.

Un secondo turno con possibili sorprese

“Non dire gatto se non cel’hai nel sacco”. Le elezioni possono però sempre portare sorprese e anche il secondo turno delle primarie non è scontato. Dobrev parte con un vantaggio non indifferente. E a meno di un suo ritiro (per lasciare carta bianca a un candidato unitario) la partita sarà aperta.

Anche perchè come molti commentatori sottolineano Viktor Orbán, e il suo entourage, se potessero scegliersi un avversario non avrebbero dubbi. Tutta la campagna propagandistica del governo ungherese degli ultimi mesi ha avuto l’obiettivo di screditare Karácsony e Dobrev come persone legate a Gyurcsány e quindi da questo punto di vista dover affrontare alle elezioni una persona non legata a quel mondo costringerebbe a cambiare la propria campagna mediatica.

Non è un caso se nella conferenza di oggi Péter Márki-Zay ha ribadito che non è ancora fatta ed ha invitato gli elettori a recarsi in massa al secondo turno, la paura di possibili aiuti da parte di elettori del Fidesz alla candidata della sinistra aleggia nell’aria.

Il 16 ottobre, a meno di sorprese, si conoscerà chi sarà il candidato principale nella sfida contro il primo ministro Viktor Orbán. Quello che è certo è che le elezioni del 2022 si annunciano essere molto più combattute di quelle degli ultimi 12 anni.



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Foto: magyarhang