Otto secoli di relazioni

Nel 2022 l’Università di Padova compirà 800 anni. Fondata nel 1222, è una delle sei università più antiche del mondo. Il motto dell’Ateneo è Universa Universis Patavina Libertas: tutta intera, per tutti, la libertà nell’Università di Padova. Sottolinea la libertà di pensiero, di cultura e di espressione che la caratterizza da sempre.

Per otto secoli studiosi, ricercatori e studenti, anche stranieri, hanno contribuito al progresso scientifico: Niccolò Copernico, Galileo Galilei, William Harvey sono solo alcuni. Elena Lucrezia Cornaro Piscopia nel 1678 fu la prima donna al mondo a laurearsi, proprio a Padova.

La sala che precede l’Aula Magna prende il nome di Sala dei Quaranta per la presenza di quaranta ritratti di illustri studenti stranieri che hanno frequentato l’Università. 

Janus Pannonius

Tra gli studenti famosi ci furono anche alcuni ungheresi. Janus Pannonius, originariamente János Csezmiczei, è uno dei quaranta ritratti al Palazzo Bo. Fu poeta e umanista e ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione della cultura umanistica in Ungheria. Arrivò a Padova nel 1454 per seguire gli studi di diritto canonico.

A Padova continuò a scrivere poesie, anche se non più con continuità. Divenne amico del pittore Andrea Mantegna che in quegli anni lavorava alla Cappella Ovetari nella Chiesa degli Eremitani a Padova. Gli dedicò anche un’elegia nel 1458. Pochi anni dopo Mantegna, secondo alcuni studiosi, lo dipinse in casacca rossa e berretto nero nell’enigmatico dipinto Ritratto virile, oggi conservato alla National Gallery of Art di Washington D.C.

Nel 2017, su commissione del Pen Club Ungherese, la scultrice Éva Oláh Arré ha realizzato un mezzo busto di Janus Pannonius, esposto nel giardino di Palazzo Maldura, la sede del Dipartimento di studi linguistici e letterari dell’Ateneo patavino. L’opera artistica è stata inaugurata alla presenza del rettore dell’università e del sindaco di Padova.

Janus Pannonius Padova

Ritratto virile di Andrea Mantegna e mezzo busto di Éva Oláh Arré. Foto: ilbolive.unipd

István Báthory

Un altro celebre ungherese annoverato tra gli studenti di Padova è István Báthory. La sua presenza a Padova nel 1549 è testimoniata da una lettera in cui viene citato. Divenuto principe di Transilvania nel 1571 e successivamente eletto re di Polonia combatté tutta la vita per mantenere l’indipendenza dagli Asburgo. In Prato della Valle, la famosa piazza di Padova, si trova una sua statua commissionata dall’ultimo sovrano di Polonia.

Molti studiosi mettono in dubbio che fosse realmente István Báthory il personaggio che studiò a Padova. Alcuni ritengono che la persona presente nel Cinquecento all’università patavina fosse un altro Báthory della grande famiglia e più precisamente Miklós, che fu uno dei più importanti umanisti in Ungheria, vescovo di Vác, scrittore e fondatore di una propria università umanistica a Vác.

In ogni caso l’ammirazione di István Báthory per questa università fu tale che, incoronato nel 1576 re di Polonia, promise di inviare i nobili a studiare a Padova a proprie spese. Rimase significativa per molto tempo l’importanza dello studio patavino come luogo d’istruzione e di elezione e questo fece sì che al ritorno in patria lo studente polacco venisse chiamato padewczyk (padovano) e che anche il termine ungherese padovás (padovano) fosse diventato prima sinonimo di persone in possesso di istruzione universitaria e in seguito utilizzato anche per indicare gli studenti che frequentavano altre università europee.

Bathory Padova

La statua di István Báthory in Prato della Valle a Padova. Foto: szoborlap

János Zsámboky

Il terzo ungherese ricordato nella Sala dei Quaranta al Palazzo del Bo è János Zsámboky, latinizzato come Johannes Sambucus. Fu filologo, storico, medico, umanista, collezionista d’arte e mecenate ungherese del XVI secolo. A Padova studiò medicina e ottenne la licenza nel 1555. Si occupò inoltre di poesia, botanica ed editoria, intessendo nel tempo una fitta rete di rapporti con gli eruditi dell’epoca. Zsámboky, studioso poliedrico, fu anche uno dei collezionisti di libri più famosi del suo tempo e la sua biblioteca contava migliaia di libri e manoscritti. Disponeva di una delle più grandi biblioteche private dell’Europa contemporanea.

Il restauro della Sala dei Quaranta

Per le celebrazioni degli 800 anni, nel 2022, l’Università di Padova si è impegnata, grazie a numerosi sostenitori, a ridare splendore alla Sala dei Quaranta. L’ambasciata ungherese di Roma contribuisce a questo progetto di restauro attraverso la donazione di 10.000 euro.

Nella motivazione l’Ambasciata ha sottolineato l’importanza nella storia millenaria delle relazioni italo-ungheresi. Inoltre, ha ricordato che la nascita dell’umanesimo ungherese è profondamente radicata nella città di Padova. Molti pensatori, poeti e politici ungheresi dell’epoca vi soggiornarono e vi studiarono. Tornati in patria, gettarono le basi del Rinascimento ungherese e di una cultura libera.

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La Sala dei Quaranta a Palazzo Bo a Padova. Foto: itinerarivirtuali.musei.unipd



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Foto di copertina: bgk.uni-obuda