Nel corso della nostra storia il nome dell’Ungheria non ha mai brillato così tanto come nei giorni della rivoluzione del 1956. (Dal discorso di Miklós Vásárhelyi al funerale di Imre Nagy il 16 giugno 1989)

 Il 23 ottobre in Ungheria si commemora l’insurrezione popolare del 1956 che iniziò come una pacifica manifestazione studentesca e che si concluse con la dura repressione da parte delle truppe sovietiche. Miklós Vásárhelyi era uno dei più stretti collaboratori, capo ufficio stampa e portavoce dell’allora primo ministro Imre Nagy, poi condannato a morte per il suo ruolo nella rivoluzione. Vásárhelyi nacque a Fiume, quando questa era ancora una città multiculturale ungherese. Studiò scienze politiche a Roma e successivamente giurisprudenza a Debrecen, in Ungheria. Dopo il conflitto mondiale lavorò come giornalista e in tale veste partecipò ai negoziati di pace di Parigi nel 1946-1947.

Negli anni Cinquanta lo troviamo tra i sostenitori di Imre Nagy. Appoggiò i tentativi di riforma che includevano anche l’apertura del paese all’Occidente, l’uscita dal Patto di Varsavia e alcuni principi liberaldemocratici che successivamente culminarono nella rivoluzione del 1956.  

Verso la libertà

Libro-intervista di Federigo Argentieri con Miklós      Vásárhelyi. Foto: rubettinoeditore

Il 4 novembre, il giorno dell’offensiva sovietica destinata a reprimere l’insurrezione, trovò riparo nell’ambasciata jugoslava insieme ad altri membri del governo, compreso Imre Nagy. Vásárhelyi, come gli altri rifugiati, fu deportato in Romania assieme alla famiglia, poi nella primavera del 1957 venne riportato in Ungheria per il processo concluso con la condanna a cinque anni di reclusione. La famiglia invece dovette rimanere per due anni in Romania, dove viveva da reclusa costantemente sorvegliata da guardie. Scarcerato nel 1960 grazie a un’amnistia, Vásárhelyi fu costretto a lavorare presso un’azienda edile statale.

La sua persona e la sua attività sono legate alla nascita nel 1989 della terza Repubblica Ungherese. Fu al centro di una resistenza clandestina politico-intellettuale che accompagnò l’ultimo periodo del regime di Kádár e dalla quale proprio nel 1989 si sviluppò la tavola rotonda dell’opposizione. Vásárhelyi è stato uno dei fondatori dell’Alleanza dei Liberi Democratici, il Partito Liberale Ungherese. Dopo il cambio di regime, alcuni partiti vollero nominarlo per la carica di primo presidente della Repubblica. Non accettò la proposta, ma tra il 1990 e il 1994 divenne deputato al Parlamento tra le fila del Partito Liberale. Inoltre, per quindici anni ricoprì il ruolo di presidente della Fondazione Soros in Ungheria che giocò un ruolo importante nello sviluppo e nella trasformazione delle condizioni culturali e politiche del paese.

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Foto di copertina: Népszava