A molti sembrerà curioso sapere che a Budapest esista: un Parco Bud Spencer, la birra Charlie Firpo (vedi Pari e Dispari del 1978) a lui dedicata, il libro e documentario Piedone nyomában di Király Levente e che a Corvin Sétány vi sia addirittura una sua statua in versione western, la quale inaugurazione ha trovato grande spazio anche nei media italiani e tedeschi (si, è famoso anche in Germania).

Allo stesso tempo molti si saranno interrogati su dove nasca tutta questa popolarità che Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, riscuote a tutt’oggi in Ungheria.

La risposta sta in tre indizi chiave che hanno creato il mito di Bud tra la popolazione ungherese.

  1. L’ATLETA

“Bud Spencer” all’epoca della nazionale italiana di nuoto

Carlo Pedersoli nasce come nuotatore. Primo italiano nella storia ad infrangere la barriera del minuto netto nei 100 metri stile libero, partecipa ai campionati europei di Vienna nel 1951. L’anno dopo è in acqua nella XV Olimpiade di Helsinki dove si classifica nono. Sempre come nuotatore sarà in gara nelle successive Olimpiadi di Melburne e Roma. Oltre il nuoto, si dedicò anche alla sua altra grande passione, la pallanuoto. Con la Nazionale Italiana vincerà la medaglia d’oro a giochi del Mediterraneo del 1955 e giocherà anche a Budapest.

La prima domanda da porsi è quindi: cos’è parte integrante del tessuto sociale ungherese? In campo sportivo, nuoto e pallanuoto sono tra gli sport che più riuniscono il Paese di fronte alla televisione. Ecco quindi che l’atleta Pedersoli diventa un volto conosciuto in Ungheria. Aggiungiamoci anche l’amicizia con György Kárpáti, pallanuotista tre volte medaglia olimpica e leggenda magiara, e abbiamo il primo tassello di questa storia.

  1. BAMBINO E GLI SPAGHETTI WESTERN

Bambino (Bud Spencer) e Trinità (Terence Hill) in Lo chiamavano Trinità…

Il genere Western nasce in America. Parte integrante dell’identità a stelle strisce, tra gli anni 60 e 70 vede una rielaborazione in chiave autoctona ed originale in Italia che ne diventa un filone parallelo, rinominato appunto Spaghetti Western per la sua proliferazione nel Bel Paese.

Trinità e Bambino fanno la loro comparsa ufficiale in Ungheria l’11 maggio del 1988. Az ördög jobb és bal keze (letteralmente la mano destra e sinistra del diavolo) usciva però nelle sale italiane nel dicembre del 1970. Cosa successe in questo buco di quasi vent’anni? Le autorità socialiste ritennero “innocuo” questo film ai loro fini, e lo lasciarono trasmettere con una certa frequenza sul canale televisivo nazionale già dagli anni settanta.

Qui incontriamo la secondo strategica tessera dell’enigma. Lo chiamavano Trinità è uno dei pochi western distribuiti in tutto l’Est Europa che ebbe un grandissimo riscontro da parte della popolazione che poteva vedere questo genere per la prima volta. Le pellicole americane non erano ammesse oltre la cortina di ferro a quel tempo, ed i cowboy erano solo quelli che scorrazzavano tra il deserto dell’Almeria, la campagna laziale e gli studi di Cinecittà. Tanto bastava per far sognare paesaggi esotici ed una vita libera a chi non poteva viaggiare ai tempi del società controllata dal partito. Ed i sogni della popolazione si materializzavano sempre con i volti di Bud e Terence Hill che entravano nelle case d’Ungheria sempre più spesso con i loro film.

  1. IL CIBO E “LA VOCE”

Bud Spencer (a sinistra) e István Bujtor (a destra)

Il terzo indizio comprovante è Bud stesso. La sua corporatura robusta, l’aspetto burbero ma buono ed i modi di fare semplici, parlava poco e menava tanto ma giusto, facevano di lui una persona in cui la popolazione si poteva rispecchiare. A rafforzare questa immagine di vicino della porta accanto, le intramontabili mangiate che non mancavano mai nei suoi film. Questa passione per i piatti abbondati si sposa perfettamente con la tradizione ungherese.

Tutta la trama fu poi puntellata da István Bujtor (per capire la portata del nome, vi facciamo notare che ha una statua dedicata in riva al Balaton…) ovvero la voce, ma meglio dire il quasi sosia di Bud Spencer, nel doppiaggio ungherese. La sua somiglianza fisica all’attore italiano, insieme alla serie Csöpi Ötvös, praticamente una versione locale del commissario Piedone, rese il personaggio ancora più vicino alla popolazione locale.

Ora amalgamante questi tre ingredienti, aggiungete l’umanità dell’uomo Carlo, l’intervista in cui disse “gli ungheresi sono generosi come me nei miei film” e diventa facile comprendere come sia diventato un’idolo anche qui.



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