Ogni anno in Ungheria si svolge il Festival di italiano, una competizone a livello nazionale in cui tutti gli studenti delle scuole superiori si affrontano in competizioni linguistiche, letterarie e di tanti altri tipi al fine di dimostrare la propria conoscenza della lingua italiana. Al Festival di italiano 2020, Ungheria News ha partecipato attraverso due categorie: la stesura di un articolo giornalistico e di un video servizio. Anche questo anno il Festival si è tenuto nonostante il coronavirus. Gli studenti non hanno potuto ritrovarsi in una scuola per gareggiare, ma le categorie che si potevano svolgere da casa sono state confermate!

Nella prima categoria, i temi fra cui i partecipanti potevano scegliere erano i seguenti: una recensione di un libro, di un film o di una mostra; la notizia che ti ha colpito di più in Ungheria nel 2019; un importante evento (politico, sportivo, festival, carnevale, culturale, etc.) avvenuto nella tua città o contea. Di seguito pubblichiamo i primi due classificati.

1° classificato al Festival di italiano 2020. Scritto da Fábián Rozi

Ruben Brandt, ovvero l’espansione della fantasia

festival di italiano 2020

Locandina del film.

Quando si tratta di film ungheresi non ho mai grandi aspettative. C’era un tempo in cui pensavo che tutti i film ungheresi fossero brutti e per niente degni di essere visti. Non posso dire che questa mia visione fosse valida proprio per tutti, dal momento che ne avevo visti alcuni meno recenti e mi erano piaciuti, per esempio Égig érő fű, Keménykalap és krumpliorr e Made in Hungária. Ma in generale pensavo che gli ungheresi non fossero capaci nell’arte del cinema. Ma la mia opinione è cambiata negli ultimi anni. Ho visto tanti film, uno migliore dell’altro. Eccovi i miei preferiti: Kincsem, A Viszkis, Liza a rókatündér e Ruben Brent a gyüjtő.

L’ultimo film è molto vicino al mio cuore. E’ un film d’animazione e in molti pensano che sia solo una favola per bambini, ma non è così. Forse anche i bambini se lo possono godere ma questa creazione merita di essere riconosciuta anche da parte di un pubblico adulto. L’animazione è veramente impressionante. Tutte le scene sono interessanti e penso che guardandolo sia impossibile annoiarsi.

Anche la trama ne è un punto forte che mi piace molto. Racconta di uno psichiatra, Ruben Brent, che si occupa dei malati mentali gravi: di persone che vengono dalla malavita, di cleptomani, di criminali e di persone cattive. Ma lo stesso dottore ha un grave problema…non riesce a dormire perchè lo perseguitano sempre pitture famose. E questa situazione é così pesante che anche i suoi pazienti si accorgono che c’è qualcosa che non quadra. Decidono di aiutare Ruben, e per farlo, rubano uno dei dipinti dei suoi sogni. Capiscono che rubare i dipinti fa veramente bene contro gli incubi e la squadra inizia a rubarli tutti. Durante le rapine possiamo imparare sempre di più sul passato di Ruben e viene alla luce che c’è un grande mistero che solo lo psichiatra potrebbe risolvere. I caratteri dei protagonisti sono anche molto interessanti, tutti hanno un passato intenso e sono multicolorati, nel senso che sono molti diversi tra di loro, il che rende la storia ancora più complessa.

Lo stile dell’animazione è unico e il modo in cui è stato disegnato mi fa ricordare un po’ il grande Picasso, ma tutto il film è una memoria collettiva della cultura, e così credo che i disegnatori siano stati influenzati da molti artisti. Tutti i dipinti sono molto famosi e vengono usati in una maniera molto intellettuale. Tutto questo rende l’esperienza ancora più speciale.

E parlando di questo lato speciale, la costruzione dei personaggi e del mondo in cui essi vivono è molto intensa e ci dà un senso travolgente, ma in un’accezione positiva. Ci sono tante cose che succedono sullo schermo e non si ha tempo per capire cosa si stia guardando veramente. Ci sono delle scene che andrebbero viste più di una volta se si vogliono capire tutte le allusioni nascoste. Una cosa ancora che mi piace incredibilmente è la scelta delle canzoni. I produttori hanno trovato le musiche perfette con cui ci creare un’atmosfera molto bella e misteriosa che ci fa sentire come se facessimo parte della storia anche noi. Consiglierei il film a tutti quelli che vogliono qualcosa di inconsueto e interessante. La prima volta potrà sembrare un film strano, ma se qualcuno è aperto ai nuovi stili questo film è un’ottima scelta.

Sono fiera che sia un film ungherese e incoraggio tutti a vederlo. Io l’ho visto già tre volte ma vorrei guardarlo di nuovo perchè ogni volta che lo rivede posso scoprire nuovi dettagli. Spero che nel futuro diventerà un classico della cinematografia ungherese.

Qui è possibile vedere il trailer del film:

 

2° classificato al Festival di italiano 2020. Scritto da Naszagyuk Szofia

Scheletri nell’armadio – Scheletri nel telefono

Cos’è meglio: l’amara verità o la dolce bugia ?

Questa domanda veramente interessante viene sollevata agli spettatori dal film “Perfetti Sconosciuti“, vincitore di molti premi. Un gruppo di amici che si incontrano a cena e decidono di fare un gioco potenzialmente pericoloso: condividere i propri segreti, posiziando i propri telefoni sul tavolo e rivelando il contenuto dei messaggi o delle chiamate ricevute. Un’idea che darà il via a una catena di svolte drammatiche, e che farà cadere molte maschere, tanta fragilità e svelerà pregiudizi, segreti sgradevoli o bugie innocenti e qualche scheletro nell’armadio. Questo dimostra la doppia vita, fatta di finzione e di omissione della verità. La storia é un tentativo di dimostrare e allo stesso tempo confutare il fatto che tutti hanno qualcosa da nascondere nella vita.

„Un tempo quei segreti erano ben protetti nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim”

Nel caso dei protagonisti, vediamo come un uomo può dipendere dal cellulare: dall’apparato stesso, dagli sms e dalle chiamate. Possiamo vedere quanto sia difficile per loro godersi lo stare insieme a un gruppo di buoni amici se per tutto il tempo pensano a una realtà parallela. Questa gente ha imparato a nascondere le proprie emozioni e i propri pensieri negativi dietro il loro sorriso e dietro una maschera positiva. Possiamo scoprire quanto è difficile per tutti i protagonisti dire la verità. Anche accettando questo gioco, sono convinti che i loro segreti siano nascosti al sicuro e non verranno scoperti.

festival di italiano 2020

Locandina del film.

Ma il film un’altra volta conferma che tutte le bugie e i segreti non rimangono sepolti per sempre, prima o poi verranno fuori. Quest’arte cinematografica ci fa pensare a tante cose: a quanto sono sincere le persone tra di loro. Almeno quelle persone con cui siamo cresciuti insieme, quelle che pensiamo di conoscere fino in fondo e che invece risulta non essere così. Comunque possiamo avere dei segreti o no? Dobbiamo – o possiamo – conoscere tutti i particolari della vita altrui? Si dice, meno sai e meglio stai.

Oggi con lo sviluppo della tecnologia con tutti i mezzi che usiamo ogni giorno, con i media, con la curiosità della gente, fino a che punto riusciamo a difendere la nostra vita privata?

 

 

„Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”.

Se vogliamo scoprire la verità, dobbiamo essere pronti psicologicamente. Dato che con questa verità ci si deve confrontare e solo dopo si dovranno prendere delle decisioni. Anche un semplice telefono nasconde un sacco di dati personali di cui non vogliamo che qualcuno sappia. Soprattutto oggi, quando il telefono è una cosa così importante nella nostra vita. È diventato parte della nostra vita. Dieci anni fa nessuno di noi poteva immaginare che al posto della cabina telefonica ci sarebbe stato un oggetto dalle dimensioni di una stecca di sigaretta, da cui forse dipenderà la nostra vita. L’opera cinematografica “Perfetti Sconosciuti” ci mostra in modo comprensibile che oltre alla nostra vita privata (io, moglie e mamma) c’è un cerchio più stretto, che possiamo contare in una mano.

„Il cellulare, la scatola nera della nostra vita”

Qualsiasi cosa potrebbe esserci lì dentro: i messaggi, la chat segreta tra il padre e sua figlia (per non farlo scoprire dalla madre), le immagini di un’amante (o di più), la verità sull’orientamento sessuale. Pensateci per un secondo: siete pronti a dare il vostro telefono a un familiare, a una moglie o a un marito per scrutarci? Certo che no! In questo film si tratta non solo dei telefoni, ma di relazioni umane e l’ipocrisia, che purtroppo, è presente in quasi ogni conversazione. La fine del film pone una domanda molto importante: meglio essere un felice ignorante o soffrire per la verità?

 

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Foto: imdb

Foto copertina: logo ufficiale del Festival di italiano 2020