Il premier Orbán ha parlato nella sua settimanale intervista alla radio del venerdì mattina. Importanti sono le decisioni che verranno prese nelle prossime settimane. Infatti il premier aveva già fatto sapere che dopo essersi consultato con esperti hanno previsto il picco epidemico di coronavirus in Ungheria per il 3 maggio. Dal 4 maggio potrebbe quindi iniziare una nuova fase per l’Ungheria, ma per la certezza delle decisioni bisogna aspettare ancora la prossima settimana.

Queste le dichiarazioni più importanti:

  • E’ possibile che vengano introdotte misure differenziate tra le grandi città e i piccoli paesi. In quanto diverse sono le esigenze. Nelle grandi città è più probabile contagiarsi e quindi necessitano di restrizioni maggiori. Il riferimento è soprattutto a Budapest dove sono concentrati il 50% dei contagi in Ungheria.
  • Dal prossimo fine settimana, 2-3 maggio ci aspettiamo l’inizio di una nuova fase in Ungheria. Lentamente e gradualmente potrà ricominciare la vita ma è necessario mantenere sempre l’allerta al massimo livello.
  • E’ possibile che vengano proposte nuove regole per gli over 65. Sono la fascia d’età più a rischio e quindi nella nuova fase bisogna concentrarsi soprattutto sulla loro protezione.
  • “In diversi Paesi si sono perse vite umane perchè non c’erano posti letto o macchine per la respirazione a sufficienza” ha dichiarato il premier riferendosi alle politiche adottate nella sanità ungherese che hanno previsto la liberazione di migliaia di letti dagli ospedali. Proprio riguardo a questo a dichiarato che questa politica è fondamentale per la fase due. Infatti “se si decide di continuare a vivere, di limitare le restrizioni bisogna essere pronti a ospedalizzare i possibili malati, altrimenti l’alternativa è chiudere totalmente il paese fino all’arrivo di un vaccino, di cui ancora non si conosce l’efficacia” ha continuato.
  • Le limitazioni di questa prima fase hanno contribuito in particolare a mantenere una bassa linea di aumento del contagio, questo ha permesso di guadagnare tempo e preparare la sanità ungherese.

 

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Foto copertina:  MTI/KOSZTICSÁK SZILÁRD