A fine marzo, nonostante la galoppante emergenza dovuta al coronavirus, dieci luoghi storici e culturali europei sono stati riconosciuti col Marchio del Patrimonio Europeo. Tra questi figura anche Szentendre, pittoresca cittadina in riva al Danubio, a pochi chilometri dalla capitale ungherese.

Istituito nel 2013, il Marchio del Patrimonio Europeo è un riconoscimento assegnato dalla Commissione Europea a quei “siti del patrimonio europeo che costituiscono delle pietre miliari nella creazione dell’Europa attuale”. Questi luoghi, selezionati da una giuria internazionale indipendente, sono premiati “per il loro valore simbolico, il ruolo che hanno svolto nella storia europea e le attività che offrono per avvicinare l’Unione Europea ai suoi cittadini”.

Quest’anno, tra i dieci luoghi selezionati, figura anche Szentendre, in quanto “caratterizzata da spirito di tolleranza multietnica e religiosa, di resilienza urbana e creatività, sin dalla fine del XVII secolo”. Non a caso la cittadina, da sempre famosa per la sua anima artistica, fu la destinazione alla fine del ‘600 di un’ondata migratoria dalla Serbia, a causa della guerra tra l’Austria e l’allora Impero Ottomano. La presenza serba rese cosi Szentendre un ponte tra l’Est e l’Ovest, tra i Balcani e la pianura carpatica, tra il cristianesimo ortodosso e quello cattolico.

Inoltre, già dal XVIII secolo, Szentendre ebbe una vivace vita culturale ebraica. Prima della Shoah, molti degli artisti che vivevano nella cittadina appartenevano alla locale comunità ebraica, che contava circa 250 membri. Oggi di questa presenza rimane la casa memoriale e di preghiera Szanto, nel centro cittadino, ed il cimitero ebraico, che si trova nei pressi del cimitero comunale.

Szentendre diventa cosi il quarto luogo in Ungheria ad ottenere il Marchio del Patrimonio Europeo. Infatti, sino ad ora sono stati riconosciuti: il Parco del memoriale del picnic paneuropeo (Sopron), l’Accademia di musica Ferenc Liszt di Budapest, e la sinagoga Dohany sempre nella capitale ungherese.

 

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