In occasione della partecipazione di Zerocalcare al festival PesText 2023, grazie alla collaborazione tra il festival e l’Istituto italiano della cultura a Budapest, Irene e Michela hanno avuto il piacere di intervistare Michele Foschini, cofondatore e direttore editoriale di BAO Publishing. 

Quali sono i libri di Zerocalcare più amati dal pubblico in Europa? Ci sono differenze tra paesi nelle preferenze dei generi dei fumetti?

I titoli più amati dal pubblico sono quelli di reportage Kobane e Shengal, però si tende a tradurre i romanzi grafici di vita vissuta.

Mentre con l’eccezione dell’Ungheria, tutti i paesi dell’Est europa hanno in realtà tradotto le raccolte delle storie brevi. Questo vuol dire che la cultura del fumetto di quei paesi è più basata sull’umorismo delle storie più corte che sul concetto di graphic novel che in alcuni mercati non ha ancora fatto pienamente presa. 

Tutti partono da Kobane CallingNo Sleep Till Shengal perché c’è un interesse anche per le versioni spurie del graphic journalism e poi se l’autore piace passano agli altri romanzi grafici per parlare del suo vissuto e del suo ambiente. Mentre per esempio in Francia, che è il secondo mercato di Zerocalcare, non è stata pubblicata nessuna delle raccolte pubblicate in Est Europa.

Le serie animate hanno trainato le vendite?

L’unico mercato dove le serie animate hanno fatto esplodere la fenomenologia dei libri di Zerocalcare è la Spagna, dove in seguito alle serie, sono stati ristampati di continuo i libri. Con la seconda serie, la Spagna ha sposato l’immaginario tout court e molti si chiedono come mai hanno “scoperto” questo autore così recentemente.

Si arriva a Zerocalcare leggendo altri fumetti o dopo i suoi fumetti, ci si approccia a questo mondo?

Per moltissime persone Zerocalcare è il primo approdo al fumetto. Ci dicevamo l’altra sera in macchina che il suo codice visuale è anche molto complicato e che per gli appassionati del fumetto, paradossalmente, è stato più facile convincere delle persone che non ne sapevano nulla di fumetto a leggere i suoi, che convincere gli appassionati di fumetto a leggere Zerocalcare. Vero che i suoi primi fumetti hanno anche delle imperfezioni del tratto.

Gli appassionati di fumetto, con cui parliamo sempre, ci dicono che Zerocalcare non assomiglia ai fumetti che si leggeva da ragazzi, che non è disegnato con il rigore formale stilistico che si aspettano. Quindi questi resistono maggiormente al suo stile rispetto ai lettori nuovi. Da quando si legge il fumetto in libreria, e non più in edicola, i lettori nuovi, che già leggevano letteratura ma non fumetto, sono molti più aperti e obiettivi su quello che gli piace. L’indisciplinatezza di alcune delle prime tavole, e il codice caotico e complicato che usava, però non hanno frenato l’entusiasmo delle centinaia di migliaia di lettori.

Come traducete il romanesco all’estero e come vi tocca l’insofferenza di alcuni per l’egemonia del romano nell’intrattenimento? 

Nelle lingue che non conosciamo, scegliamo di tradurre il romanesco con uno slang che non sia riconducibile ad un luogo specifico del paese di destinazione ma deve dare quella stessa sensazione di codifica ma indisciplina. In alcuni casi usiamo un glossario a fine libro e alcuni ci vedono e ci dicono “sticazzì” (letto alla francese con l’accento sulla ì). 

Il problema più grande che abbiamo avuto è che i baschi non hanno una esclamazione, come imprecazione regionale, con la stessa forza di “cazzo” e abbiamo deciso di usare l’equivalente del nome di un pesce verde.

Nessuno si lamenta che si parli troppo genovese o milanese in certe opere, anzi, c’è più consenso sul dire che ci vorrebbe più pluralità di accenti o di cadenze. Ma quando diciamo ad esempio che l’editore fiammingo ci ha mandato le prime copie, e siamo molto fieri di queste prime copie, allora diventano tutti protezionisti del linguaggio di Zerocalcare e ci chiedono come lo abbiamo protetto. 

Quali libri si trovano oggi in Ungherese?

Oltre a Un polpo alla gola, (“Torokszorítósdi di cui abbiamo scritto qui su Ungheria News nel 2021), è stato appena tradotto anche il suo primo albo a fumetti Az Óriástatu jóslata, ovvero La profezia dell’armadillo.

Articolo di Irene Pepe e Michela Severini

I libri di Zerocalcare si possono acquistare in tantissimi librerie, su Amazon e qui dal sito della casa editrice BAO Publishing.

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Fonte immagine di copertina: Istituto Italiano di Cultura Budapest