Da BudapestNon sarà László Botka il candidato premier del partito socialista alle elezioni del 2018. A maggio di quest’anno era stato scelto per sfidare Orbàn la prossima primavera. Dopo un fiammante inizio fatto di slogan, campagne pubblicitarie e tentativi di creare un’alleanza tra le varie anime dell’opposizione Botka, sindaco di Szeged, ha dovuto fare i conti con la realtà ed ha preferito lasciare l’incarico.

Un fulmine a ciel sereno nel dibattito politico ungherese, che nonostante manchino ancora più di 6 mesi alle elezioni, sembra già avere un ritmo da campagna elettorale. L’ormai ex-candidato premier a inizio settimana ha deciso di rinunciare all’incarico incolpando in primis i partiti dell’opposizione ma non tralasciando stoccate ai suoi stessi compagni di partito. “Non pensavo che i partiti dell’opposizione non volessero vincere le elezioni del 2018. Il loro obiettivo è solo quello di racimolare qualche posto tra le sedie del parlamento all’opposizione del regime di Orbán” ha dichiarato, continuando poi in maniera più forte “non sapevo che la mafia politica fosse così radicata nell’opposizione democratica”.

Parole forti che evidenziano il fallimento del suo progetto ed indicano con chiarezza i responsabili. Botka, che poteva essere considerato un candidato forte del centro-sinistra, ha sempre pensato che l’unica possibilità di vittoria potesse derivare dall’unione delle forze di centro-sinistra. Tanto è vero che aveva lanciato una proposta di alleanza agli altri 6 partiti. Risposta non accolta positivamente. LMP (i verdi) qualche settimana fa hanno candidato a premier Bernadette Széll, mentre Momentum aveva risposto “no grazie” e la DK di Gyurcsány aveva annunciato di presentarsi con una propria lista separata. Ma gli attriti non hanno riguardato solo i partiti, anche le varie correnti del partito socialista non sono mai state compatte nella scelta del candidato premier.

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A sinistra Botka, a destra Gyurcsány

Fallito il tentativo di creare una coalizione (e forse visti i sondaggi non promettenti) a Botka non è rimasto altro che rinunciare alla corsa. Una rinuncia a cui in tanti possono essere contenti. Oggi il partito socialista è ancora più debole, e senza un leader da presentare come candidato è possibile che molti suoi elettori guardino ad altre forze politiche: DK, LMP e Momentum. Ma anche dall’altro lato dello schieramento c’è di che festeggiare. Vona, candidato dello Jobbik, può finalmente essere sicuro di essere l’unico rivale di Orbán. Mentre il Fidesz da un partito socialista debole ha solo di che guadagnare.

Le elezioni del 2018 vedranno ancora una volta grande favorito Viktor Orbán che corre per il suo terzo mandato consecutivo. Una vittoria non scontata, ma sicuramente più a portata e in questo caso non per meriti propri quanto per demeriti degli avversari.

 

Foto: mszp.hu, demokrata.hu