In occasione della pubblicazione dei nuovi ranking mondiali sull’educazione, che vedono molti corsi di studio offerti dalla CEU posizionarsi tra i primi 100 al mondo, i dirigenti della Central European University hanno fatto sapere, per mezzo di un comunicato stampa, che l’Università patrocinata dalla Open Society Foundation del filantropo americano d’origine ungherese George Soros, ha ottenuto nuovamente il “permesso” di operare in Ungheria per i prossimi 5 anni.

Infatti, si legge nel comunicato stampa dell’Università, l’entità legale che rappresenta la CEU in Ungheria, ossia la Közép-Európai Egyetem, ha ricevuto a fine febbraio dalla Commissione di Accreditamento ungherese il via libera a mantenere nel paese danubiano la propria sede e le proprie attività educative, nonostante il braccio di ferro tra i dirigenti dell’Università e l’esecutivo in carica.

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A sinistra, il Primo ministro ungherese Viktor Orbán. A destra, il filantropo americano d’origine ungherese George Soros.

Tuttavia, le reazioni da parte del governo di Viktor Orbán, che vede nel magnate americano George Soros il nemico pubblico numero uno, non si sono fatte attendere. Non a caso, a distanza di qualche giorno dal comunicato ufficiale dell’Università dell’Europa Centrale, Zoltán Balog, Ministro dell’Educazione ungherese, ha risposto sostenendo che “non è la CEU, offshore che elargisce diplomi americani, ad aver ottenuto l’accreditamento, ma l’entità legale Közép-Európai Egyetem, che invece risponde a tutti i parametri della legge ungherese”.

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Manifestazione contro la “Lex CEU” a Budapest.

In estrema sintesi, la CEU continuerà a svolgere le proprie attività a Budapest, col permesso delle autorità, nonostante i dissapori con l’attuale esecutivo ungherese, che ad aprile scorso tentò di far cessare le attività della prestigiosa università, facendo passare in parlamento la cosiddetta “Lex CEU”, firmata poi dal Presidente della Repubblica, János Áder. Come alcuni si ricorderanno, la legge in questione prevede, tra i vari punti, che le università straniere presenti sul suolo magiaro abbiano un campus anche nel paese d’origine. Di conseguenza, essendo la CEU fino alla scorsa settimana accreditata solamente dallo Stato di New York, senza avervi però un campus, rischiava di chiudere per sempre i battenti in Ungheria a causa della summenzionata legge.

Ma, alla fine, tutto è bene ciò che finisce bene. Sperando che questo sia l’ultimo capitolo di una storia che non rende certo onore alle istituzioni democratiche ungheresi.

 

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Foto: CEU, ise.ac.uk