Non accenna a placarsi lo scontro fra il governo ungherese e l’istituto universitario americano, dopo l’approvazione di ieri da parte del Parlamento magiaro della nuova legge sulle università straniere, nonostante le proteste di piazza.

Adesso nessuno in Ungheria e in Europa ha più dubbi: Orbán e la sua maggioranza fanno sul serio e vanno avanti nella loro crociata contro la Central European University, finanziata dal magnate della finanza George Soros.

La prova di ciò è arrivata ieri, quando il Parlamento ungherese ha approvato la nuova legge che disciplina le università straniere presenti sul territorio magiaro, ribattezzata “Legge Ceu“. I voti a favore sono stati 123, 38 quelli contrari e 38 le astensioni. Hanno votato compattamente per la nuova legge il partito del primo ministro, Fidesz, e i suoi alleati di governo, mentre hanno votato contro le opposizioni di sinistra (i socialisti dell’MSZP e i verdi del LMP). Si è astenuto invece il partito di estrema destra Jobbik.

Mentre dentro il Parlamento si votava, migliaia di cittadini sono scesi in strada, per esprimere solidarietà all’istituto americano e dissenso contro il disegno di legge governativo.

Dopo la votazione parlamentare, l’iter prevede la firma del Presidente della Repubblica, János Áder, che può decidere se firmare la legge o rinviarla alla Corte Costituzionale; tuttavia, data la vicinanza del Capo dello Stato al Primo Ministro, secondo molti la firma appare scontata.

Teoricamente però la legge potrà successivamente impugnata davanti alla Corte , se a farne richiesta saranno ¼ dei deputati, il Presidente della Corte Suprema, il Giudice Generale o il Commissario per i Diritti Fondamentali.

Sembra sperare in questo il rettore della Ceu Michael Ignatieff, che in un comunicato pubblico ha contestato con decisione la costituzionalità della legge.

Per conformarsi alle nuove disposizioni stabilite dalla legge approvata ieri, la Ceu dovrebbe, fra le altre cose, aprire una sua sede nello Stato di New York, chiedere permessi di lavoro per il personale non comunitario operante in Ungheria e ottenere una speciale autorizzazione dalle autorità federali americane: condizioni che secondo molti sono pretestuose, impossibili da rispettare (negli USA sono i singoli stati federati che si occupano della formazione superiore), e che hanno il solo scopo di far chiudere l’istituto che fa riferimento a George Soros, magnate della finanza  americano di origni ebraico-ungherese, acerrimo rivale politico di Orban e finanziatore di numerose associazioni e movimenti antigovernativi.



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Foto: Budapest Beacon