Venerdì pomeriggio di fronte alla sede centrale dell’Accademia delle Scienze ungheresi (MTA) hanno manifestato i ricercatori ungheresi. Un nuovo provvedimento del governo prevede infatti una completa ristrutturazione del sistema accademico ungherese, già protagonista di tagli e di riforme negli ultimi anni. Molti studiosi e ricercatori contestano il provvedimento che a loro parere mina la libertà di ricerca in Ungheria, togliendo autonomia alla Accademia e dando un enorme potere discrezionale al governo per quanto riguarda i fondi e le ricerche da promuovere. Dopo gli attacchi contro la CEU, la centralizzazione completa dell’istruzione secondaria ora è la volta del più importante Istituto di ricerca, nato nel 1825 per merito del Conte István Széchenyi. I critici del provvedimento non hanno mancato di fare analogie con il periodo nel quale in Ungheria fu instaurato il regime comunista. Di seguito riportiamo stralci del discorso tenuto dal politologo e ricercatore dell’Accademia Zoltán Gábor Szúcs.

“Il mio nome è Zoltán Gábor Szúcs, ho 38 anni, sono sposato ed ho un figlio di 2 anni. Sono un politologo e storico delle idee. […] Lavoro dal 2011 all’Istituto di Scienze Politiche della MTA (Accademia delle Scienze Ungherese), quello che oggi è parte della Centrale di Ricerca di Sociologia.

Credo da sempre nella politica moderata. In contrasto con i miei legami di sinistra sono stato redattore del mensile di “Századvég”. Ho scritto articoli anche per il mensile “Kommentár”. Entrambe riviste di destra, ma considerate moderate. Non sono mai stato sostenitore dell’odierno regime. Questo l’ho espresso più volte come cittadino privato, ma ora non sono qui in queste vesti ma come ricercatore accademico. […]

Non è stata una decisione facile. Quando c’è stato il caso CEU è emersa la possibilità che parlassi ad una manifestazione, […] ma mi sono accontentato di manifestare assieme ad altre migliaia di persone accanto ad una buona causa.

Oggi invece sono qui. Che altro potrei fare?

Ora è sotto attacco la “mia” Istituzione, la MTA, e non si può declinare la responsabilità ad altri di sostenere la propria ragione. Tutti noi sappiamo che oggi per essere qui a manifestare corriamo un rischio personale. I media pro-governo tante volte costruiscono campagne denigratorie contro i “nemici” – e non è nemmeno questo il peggio di cui si può avere paura.

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Zoltán Gábor Szúcs durante l’intervento

Ma nella Bibbia il Re Salamone dice: ogni cosa ha il suo tempo. Io sento che ora è il tempo di prendere una posizione.

Ringrazio tutti i presenti e chi ci sostiene da lontano. Ringrazio in particolar modo gli organizzatori. E’ bello vedere che c’è gente che pensa siano più importanti i valori che “l’utile politico di breve periodo”.

Invece vi devo dire che mi ha indignato profondamente l’attacco scellerato contro numerosi colleghi lanciato dalla rivista “Figyelő”.

Perché siamo qui? Io sono qui perché contesto il fatto che la politica, unicamente perché è forte, possa attaccare un’Istituzione Nazionale dal grande passato. Noi contro la schiacciante prepotenza del potere non abbiamo altro rifugio che la verità!

Alcuni giorni fa abbiamo sentito per la prima volta quel pettegolezzo, che il Governo, con la forza, vuole scompigliare il funzionamento dell’Accademia. Ora vuole decidere il Governo su chi e su che cosa si può fare ricerca.

Ed oggi già siamo a rischio. Misure simili contro l’Accademia sono state prese già due volte nella storia ungherese: con la repressione austriaca dopo la sconfitta della guerra di liberazione (ndr: 1848-1849) e con l’instaurazione del regime comunista.

Io al posto del governo non ne sarei molto orgoglioso.

E’ una verità fondamentale che la libertà di ricerca scientifica è un valore importante.

L’Accademia ha fatto vedere negli ultimi 200 anni perché è così. La MTA dalla sua fondazione è divenuta la nostra vera Istituzione Nazionale. Ha lavorato sempre duramente per il rinnovamento e lo sviluppo del paese. Si può migliorare? Naturalmente. Ma non è indifferente come, perché qui si tratta di valori accumulati da centinaia di anni, di competenze professionali e della vita di migliaia di uomini. Servirebbero anche motivazioni per la trasformazione di un’Istituzione del genere non soltanto forza e potenza. Unici elementi che il governo fa valere visto la grande maggioranza che possiede in Parlamento. Oggi quindi è particolarmente importante tenere a mente ed esprimere senza paura, che il più forte non ha sempre ragione. […]

Cominciamo da lì! La rete di ricerca accademica è già stata riorganizzata da questo governo. La motivazione fu la razionalizzazione economica. Sono stati introdotti requisiti di rendimenti severi. L’Accademia si è separata da tante persone (ndr: tagli del personale). Dopo questi drastici provvedimenti non sembra essere motivato un altro cambiamento così aggressivo.

Ma anche se avessero avuto un altro motivo, non ce lo hanno fatto sapere, e invece hanno iniziato nuovamente a modificare l’Accademia con la forza. E’ possibile che vogliano rafforzare le ricerche applicate a scapito di altri. O forse semplicemente è una questione di potere, vogliono spezzare l’autonomia della MTA col la forza. O vogliono intimidire gli intellettuali. O magari tutte e due le cose insieme.

Da quando è scoppiato lo scandalo naturalmente abbiamo sentito tante cose. Ci hanno detto che questo è solo un cambiamento tecnico. Ma anche che da ora la responsabilità delle nostre ricerche sarà del committente (ndr: il Governo). […]

Neanche l’articolo di “Figyelő” che ho menzionato prima ha portato motivazioni. Ha invece provato ad intimidirci con la forza, in maniera tale da negare di poter far sentire la nostra verità. In modo falso hanno provato a coprirci con gli slogan della propaganda governativa: “gender e migrazione il caso MTA“. Bugiardamente hanno provato a diffamarci ridimensionando i nostri risultati. Per fare questo hanno attaccato le persone, le madri di famiglia senza scrupoli. Ma anche così facendo non hanno potuto evitare di attaccare uno dei ricercatori più riconosciuti sulla scena internazionale scrivendo menzogne. Questa violenza nei nostri confronti ci ha riempito di paura, ma la verità è che non è servito a proporre nessuna motivazione accettabile per questo provvedimento.

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Alla manifestazione dei ricercatori parla uno studente di Momentum

Non ho illusioni.

Il governo con la forza che possiede può trasformare l’Accademia. Ma questo non significa che hanno ragione. Anzi, finché non portano delle motivazioni non potremmo mai scoprire se hanno veramente ragione. Per questo quello che stanno facendo in queste condizioni è pura violenza. Combattere contro la violenza per la verità non solo è giusto ma alle volte è addirittura un dovere.

Sono venuto qui oggi per raccontarvi questo. Perché qualcuno deve combattere per la verità contro queste forze predominanti.

Ogni scienziato è erede del saggio ateniense, Socrate. Socrate in origine era un tagliapietre, ma abbandonò il mestiere e visse delle donazioni dei suoi amici e discepoli. In maniera tale che potesse ricercare i secreti della natura e dell’esistenza degli uomini.

Socrate non ha mai affermato di sapere tutto, ma non rispettava nemmeno l’ignoranza altrui. Doveva essere un tipo insopportabile, non adulava i suoi coetanei, non cercava le loro grazia ma continuamente li faceva confrontare con le grandi questioni della vita. E questa era anche la sua disgrazia.

Era vissuto in un’era in cui la sua Patria attraversava una grande crisi. Un’era in cui il popolo per giustificare fallimenti e insicurezza cercava un capro espiatore. Per questo lo accusarono con accuse false, lo bollarono come nemico dello Stato ed infine lo condannarono a morte.

La sua morte fu degna della sua vita. Le sue ultime parole di fronte ai giudici furono che lui moriva da innocente e che senza alcuna paura si assumeva le conseguenze delle sue parole.

L’esempio di Socrate è un avviso per tutti noi, scienziati dei nostri giorni, che la scienza anche se praticata con le migliori intenzioni può divenire una pagliuzza negli occhi dei politici. E’ un esempio anche che per l’uomo ricercatore della verità, per il vero scienziato.

Vi ringrazio della possibilità offerta di poter esprimere questi pensieri di fronte a voi.”

 

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Foto: Ungheria News, Index