Domenica scorsa, in occasione del congresso generale del Partito Socialista Ungherese (MSZP), i delegati presenti hanno individuato in Bertalan Tóth il nuovo segretario. Capogruppo del partito all’Assemblea Nazionale, Tóth ha ottenuto il 54% dei consensi, battendo il suo rivale Attila Mesterházy, già segretario del partito per quattro anni e candidato premier alle elezioni del 2010 e del 2014.

Le sfide che attendono il neo-segretario sono plurime. Infatti, nelle sue mani vi sono le sorti di un partito in caduta libera, che alle ultime elezioni ha totalizzato appena l’11,9% dei consensi, eleggendo 20 deputati su 199 alla camera legislativa del paese, perdendo di conseguenza la leadership dell’opposizione, ormai saldamente rappresentata dal partito di estrema destra Jobbik. Inoltre, secondo gli ultimi sondaggi riportati da Závecz, solo il 6% degli elettori ha indicato nel MSZP la propria scelta.

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Bertalan Tóth in conferenza stampa

Sono due gli appuntamenti che il Partito Socialista Ungherese non può permettersi di fallire: le elezioni europee della primavera 2019 e le elezioni comunali dell’autunno del prossimo anno. Due votazioni che possono risultare vitali per la tenuta della sinistra ungherese, al bivio tra il rilancio e la propria scomparsa definitiva dallo spettro politico nazionale.

Riuscirà Tóth, quarantaduenne originario di Pécs, in quella che sembra a tutti gli effetti una mission impossible? E’ difficile da prevedere. Ciò che è certo, è che il neosegretario continuerà nella virata a sinistra del partito, sugellata già mesi fa dall’alleanza con la formazione di sinistra radicale e verde Párbeszéd, con la quale ha partecipato alle ultime elezioni del 2018. Nei venti minuti di discorso tenuti in seguito alla sua proclamazione, Tóth ha fatto riferimento al ritorno ai valori classici della sinistra ed alla battaglia contro la povertà, prendendo come esempio anche Papa Francesco ed il suo messaggio di lotta alle ingiustizie basate sull’attuale sistema economico. Su questo tema, il neosegretario propone di redistribuire nella sanità e nell’istruzione i fondi spesi per impianti sportivi e comunicazione da parte del Governo Orbán.

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Bertalan Tóth con Gergely Karácsony, candidato premier alle ultime elezioni politiche

Insomma, ciò che Tóth ha davanti a sé è una strada in salita. Nell’arco di un anno dovrà rendere il proprio partito politicamente credibile ed appetibile ad un elettorato ormai radicalmente spostato a destra. Oltre a ciò, avrà anche il dovere di rivoluzionare il proprio movimento, modificandone la strategia e la comunicazione, risultate inconcludenti, se non addirittura controproducenti.

 

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