Nei giorni scorsi il ministero degli interni slovacco ha pubblicato una nota nella quale si comunica che sarebbero 2.754 gli slovacchi ad aver perso la cittadinanza in seguito all’ottenimento di una cittadinanza straniera. Tra questi, sarebbero ben 114 coloro i quali hanno optato per la cittadinanza ungherese.

La legge del 2010 che prevede il ritiro della cittadinanza slovacca a coloro i quali optino per una cittadinanza straniera venne fatta approvare dal governo socialista guidato da Robert Fico in risposta alla norma sulla doppia cittadinanza votata dal parlamento ungherese nello stesso anno. All’epoca dei fatti il premier slovacco definì l’azione dell’esecutivo magiaro come un “attentato alla sicurezza del paese”, nonché un attacco alla sovranità nazionale della repubblica. Di conseguenza, a poche ore di distanza dal voto del parlamento ungherese, la camera legislativa slovacca decise di rispondere con una legge ad hoc che privasse i propri cittadini della possibilità di ottenere un altro passaporto.

La misura di restrinzione, tutt’ora in vigore, trova spiegazioni nel vasto numero di appartenenti alla minoranza ungherese nel sud del paese. Infatti, secondo il censimento del 2011, sarebbero quasi 500.000 i cittadini slovacchi di etnia magiara, pari all’8.5% della popolazione totale. Inoltre, sono ben tredici le città in cui gli ungheresi rappresentano più della metà della popolazione. Uno dei tanti prodotti del Trattato di Trianon (1920), a causa del quale il Regno d’Ungheria perse due terzi del proprio territorio, tra cui le regioni che oggi compongono la Repubblica slovacca.

Sempre nel filone dei rapporti tra lo stato slovacco e la minoranza ungherese, vale la pena ricordare che appena un anno prima l’approvazione della legge sulla cittadinanza, il parlamento slovacco decise di emendare la già restrittiva norma del 1995 sull’uso delle lingue minoritarie nel paese. Infatti, mentre la legge del 1995 elevava la lingua slovacca come emanazione della sovranità nazionale, garantendo comunque l’uso delle lingue minoritarie, la legge del 2009 prevede l’uso preferenziale dello slovacco sulle altre lingue minoritarie nel settore pubblico. Inoltre, la legge in questione impone una multa fino a 5.000 euro per chiunque non rispetti le norme da questa previste. Insomma, un tentativo (finora fallito) di ridurre l’ungherese alla sfera privata.

 

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