Dopo oltre tre anni di tensioni, Ucraina e Ungheria hanno promesso di impegnarsi maggiormente per risolvere le ostilità.

Dal 2017 i due Paesi sono ai ferri corti dopo che una legge ucraina ha escluso l’insegnamento delle lingue minoritarie nelle scuole del Paese, spogliando così 150.000 ungheresi che vivono in Transcarpazia del diritto di usare la loro lingua madre a scuola.

A questa legge, era seguito un dibattito sul rilascio della doppia cittadinanza, dal momento che Kiev lo vede come una “violazione delle leggi ucraine” e non consente ai propri cittadini di ottenere un passaporto straniero. Un’escalation che aveva portato all’espulsione dei due diplomatici.

VERSO LA CREAZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO

Oggi, al termine di un incontro tenutosi mercoledì 27 gennaio, il ministro degli esteri Péter Szijjártó ha suggerito la creazione di un gruppo di lavoro per risolvere questi conflitti. Szijjártó ha detto di sperare in un miglioramento delle relazioni con l’Ucraina e non un ulteriore deterioramento per la minoranza ungherese di Transcarpazia.

Eppure questo incontro non era iniziato proprio nei migliori dei modi. Alla vigilia dell’arrivo di Szijjártó, la rappresentanza ungherese a Kiev aveva ricevuto minacce gravi da gruppi nazionalisti ucraini. Minacce condannate anche dal ministro degli esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha promesso di indagare ulteriormente sulla faccenda.

E da discutere e risolvere c’erano anche due fatti recenti che avevano inasprito ancora di più i rapporti fra i due Paesi. Lo scorso ottobre, Kiev aveva accusato Budapest di interferire negli affari interni del Paese dopo che Szijjarto aveva chiesto di supportare i candidati più a favore della minoranza ungherese nelle elezioni locali.

D’altro canto, Szijjarto aveva definito come “assurdo” il raid della polizia ucraina nella sede di un’associazione culturale ungherese lo scorso dicembre. Secondo l’associazione coinvolta nella vicenda la polizia avrebbe fatto irruzione nel loro quartier generale e nella casa del loro presidente alla ricerca di prove di “attività volte a cambiare violentemente i confini” dell’Ucraina.

NUOVI IMPEGNI E PROMESSE

Oggi è proprio il ministro Kuleba a smentire tale possibilità. Nel corso della conferenza che ha seguito l’incontro, Kuleba ha detto che non ci sono basi solide per assumere che la minoranza ungherese di Transcarpazia stia tramando atti separatisti. Anzi, ha condannato tutte le forme di violenza e discriminazione nei confronti della minoranza d’etnia magiara.

“Nel momento in cui supportiamo la minoranza ungherese, stiamo anche rafforzando i rapporti ungaro-ucraini in linea con i nostri valori,” ha detto Szijjarto. “Chiediamo quindi ai cittadini ucraini di guardare al supporto proveniente dall’Ungheria sotto questa ottica.”

Al termine dei colloqui del 27 gennaio, l’Ungheria si è detta pronta a fornire un prestito di 50 milioni di euro all’Ucraina per la costruzione di strade in Transcarpazia. Inoltre, è previsto un prolungamento della rete autostradale M3 e M4 proprio per raggiungere i confini con l’Ucraina e unire ancora di più i due Paesi. Fino ad oggi l’Ungheria ha supportato circa 34,000 progetti volti allo sviluppo della regione con prestiti di oltre 44 milioni di euro.



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Foto: Hungarytoday