Il 28 gennaio il governo ungherese per voce di Gergely Gulyás ha annunciato l’estensione delle misure restrittive fino a marzo. Scuola chiusa, coprifuoco alle 20.00, bar e ristoranti, come teatri e cinema, e molte altre attività continueranno a essere chiusi al pubblico, ma non i Casinò che rimangono aperti. Per i ristoranti l’unica possibilità rimane la vendita per asporto.

AUMENTANO LE CRITICHE CONTRO LA CHIUSURA DELLE ATTIVITA’

Immediate e dure le prese di posizione di numerosi lavoratori e imprenditori dei settori coinvolti. Infatti mentre altri paesi allentano le restrizioni l’Ungheria continua ad avere leggi molto severe. In Romania ad esempio in alcune regioni caffetterie e ristoranti possono ormai rimanere aperti fino alle 23 (l’obbligo di chiusura era alle 21 pochi giorni fa). E anche in Italia ed in altri paesi in alcune regioni le attività di ristorazione possono funzionare all’interno di certi orari.

In Ungheria invece rimane tutto chiuso. E’ ormai da settembre che le restrizioni rimangono in vigore, senza differenziazioni territoriali e con l’aggiunta di una stretta regolamentazione al confine che rende molto difficile l’ingresso nel paese. Regole dure che non hanno portato effetti sperati visto che l’Ungheria è uno dei paesi più fortemente colpiti dalla seconda ondata del virus. 

Non proprio tutte le attività sono chiuse in Ungheria. Ha suscitato infatti polemica il fatto che i Casinò continuino ad essere aperti. Molte le voci critiche per questa decisione che l’opposizione fa risalire al fatto che la proprietà dei Casinò sia vicino al partito di governo.

Già nei giorni scorsi si era avuto il sentore del surriscaldamento degli animi tra proprietari e clienti di locali contro le restrizioni. In centro a Budapest un pub aveva aperto sfidando i divieti e richiamandosi alle azioni “ioapro” lanciate in Italia e in altri paesi. L’apertura del locale ha richiamato decine di persone in piazza che hanno voluto dimostrare solidarietà con il locale che peròà è stato multato e chiuso dalle forze dell’ordine. Non si è dovuto attendere molto per altri gesti di solidarietà e sono ormai tanti i bar, i ristoranti e le caffetterie che intendono sfidare i divieti del governo e aprire emulando la campagna ioapro.

MANIFESTAZIONE IL 31 GENNAIO E IOAPRO IL PRIMO FEBBRAIO

Critiche forti alle misure prese dal governo di Orbán sono state lanciate su gruppi facebook e da alcune associazioni che lottano contro le restrizioni imposte. Già prima dell’annuncio del governo di oggi un evento su facebook  per il primo febbraio aveva ricevuto in pochi giorni più di 30.000 adesioni. L’evento però dopo essere arrivato a popolarità nazionale è stato subito cancellato, probabilmente per colpa delle pressioni ricevute dagli organizzatori.

Chiuso un evento, se ne crea un altro. Ecco allora che la manifestazione di protesta è stata rilanciata e anticipata dalla pagina Tömeges Üzletnyitás. Per aumentare il numero dei partecipanti la manifestazione è stata spostata da lunedì primo febbraio a domenica 31 gennaio in piazza degli Eroi. Gli organizzatori fanno sapere che si attendono migliaia di persone a protestare “per la vita”. Sempre gli organizzatori chiedono di portare bandiere ungheresi, mascherine e un giubbotto caldo e di protestare con lo slogan “Tutte le vite contano”.

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Foto di copertina: dalla pagine facebook dell’evento