Si è tenuta ieri a Budapest la prima udienza del processo contro Ilaria Salis, la donna antifascista italiana detenuta in carcere in Ungheria in condizioni disumane da febbraio dell’anno scorso.

A creare un forte sconcerto ieri è stata la visione dell’imputata che ha fatto il suo ingresso nell’aula del Tribunale con mani e piedi ammanettati, legati con delle catene ad un cinturone da cui a sua volta partiva un’altra catena di ferro impugnata da una delle guardie a modo di guinzaglio.

salis catene

 

L’Accusa

La 39enne italiana è accusata di avere partecipato ad una serie di pestaggi ai danni di esponenti di estrema destra avvenute lo scorso 11 febbraio nella capitale ungherese in occasione del Giorno dell’Onore, raduno annuale in cui nazifascisti da tutta Europa si ritrovano per commemorare ”l’eroica resistenza” dei militari nazisti tedeschi e dei loro alleati ungheresi durante la battaglia di Budapest sul finire della seconda guerra mondiale.

Ilaria Salis si dichiara non colpevole

Intanto la donna italiana si è dichiarata innocente e ha sostenuto che, a distanza di mesi di reclusione, non è ancora riuscita a leggere gli atti perché non le è stata fornita una traduzione.
Nel processo sono coinvolti altri due coimputati, uno dei quali è un uomo di origine tedesca ed è l’unico che si è dichiarato colpevole, subendo una condanna immediata a 3 anni di reclusione.

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Prossima udienza prevista per il 24 maggio

La Salis è considerata l’imputata principale perché avrebbe partecipato a più aggressioni e perché è accusata di far parte di un’associazione criminale di sinistra nata in Germania. Per questo motivo rischia una condanna fino a 16 anni di prigione.

Solidarietà in tutta Italia

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Molti i sit-in e le manifestazioni organizzati in tutta Italia per portare solidarietà ad Ilaria.
Gli avvocati, i familiari e gli amici dell’imputata denunciano la sproporzione della pena rispetto ai fatti di cui è accusata e le gravissime condizioni detentive in cui la cittadina italiana è costretta da quasi un anno e che violano le convenzioni internazionali sui diritti dei detenuti.

Il caso di Ilaria Salis è stato trattato anche dal famoso fumettista Zerocalcare in un racconto uscito sul settimanale Internazionale a metà gennaio.

Da sapere

La situazione delle carceri ungherese è stata già dichiarata incompatibile  con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo che vieta trattamenti inumani e degradanti, come del resto anche quella delle carceri in Italia.



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