Che Budapest sia nota anche per i suoi murales sparsi un po’ ovunque nel centro non è una novità per chi abbia mai visitato la città. Nell’autunno del 2019 la capitale ungherese si è arricchita di nuovi disegni sui muri grazie ad un progetto lanciato dal Comune dell’ottavo distretto e realizzato dal Színes Város Csoport (Gruppo Città Colorata), specializzato appunto nella messa in opera di murales. 

Il progetto rende omaggio anche alla rinomatissima produzione di cartoni animati che prosperava in Ungheria negli anni ‘60-80. All’epoca il centro Pannónia Filmstúdió diventò uno dei 5 studi di produzione più importanti del mondo come Walt Disney Studios. Uno degli apici delle opere era il cortometraggio Légy (La mosca) di Rófusz Ferenc che nel 1981 si aggiudicò il primo premio Oscar per l’Ungheria.

Le fiabe ungheresi, la mitica Mézga család (La famiglia Mezil) e Gusztáv (Gustavo) possono essere familiari anche al pubblico italiano. Anche l’artista delle ministatue, Kolodko Mihály, si è ispirato a due protagonisti di serie animate: al simpatico “verme capo”, compagno di sempre di un pescatore impacciato e al “Coniglio dalle orocchie a quadri” che vive in una valigia in una mansarda sopra la città.

 Vízipók csodapók – L’Argironeta delle meraviglie (Leonardo utca 12-14.)

Gli episodi realizzati tra il 1976 e 1985 ci porta nel mondo misterioso degli insetti. Si seguono le avventure di un ragno acquatico che vive sott’acqua nel suo fantastico “castello di cristallo”,  costruito di bolle. Capace di ambientarsi anche in terraferma, ha un amico ragno crociato un po’ scontroso che ha sentimenti misti nei suoi confronti. Lo ammira per il suo ingegno e lo invidia per la sua misteriosa “vita doppia”. Il cartone con le storielle dal punto di vista delle creature acquatiche tratta temi come la protezione dell’ambiente, l’amicizia e il rispetto della diversità.

Szaffi (Szigony utca 10.)

Szaffi  un lungometraggio uscito nel 1985, realizzato da Dargay Attila, uno dei registi di animazione più produttivi. Adattato in base al romanzo storico A cigánybáró (Il barone degli zingari) del celeberrimo scrittore dell’Ottocento Jókai Mór, la trama è ambientata nella prima metà del 700. Si tratta di una storia d’amore tra Jónás Botsinkay, figlio di un nobile ungherese, cresciuto in un gruppo di zingari e Szaffi, la figlia smarrita di un pascià turco in fuga, cui era stata affidata la soprintendenza dei territori della Transsilvania. 

Vuk (Szigony utca 8. e Baross utca 109.)

Vuk è un classico assoluto, adorato dai bambini e adulti  fin dalla sua uscita nel 1981. È tratto dal romanzo dello scrittore Fekete István, grande conoscente della natura e ammiratore degli animali. Il simpaticissimo protagonista è Vuk, il cucciolo di volpe che rimane orfano dopo una caccia del Senzapelo, ovvero l’Uomo. Predisposto di diventare un grande predatore per la sua bravura e astuzia, Vuk viene accudito nella tana di suo zio. Seguendo la sua crescita piena di avventure divertenti e insegnamenti colti, si conosce la fauna notturna della foresta, il rispetto degli animali selvatici e le dinamiche della natura.

Macskafogó – Cat city (Szigony utca 8.)

Il lungometraggio del 1986 è diventato cult in Ungheria, alcune battute sono rimaste incorporate nel linguaggio parlato. “Altrimenti possiamo ritornare a saltarellare nel balletto” che si dice quando, non ci si sente all’altezza di farcela e si rischia di retrocedere nella posizione meno dignitosa. Nella storia Nick Grabowski, uno 007, deve compiere una missione segreta contro la società dei gatti criminali, intenti ad eliminare i topi. Meno male che i topi hanno oltre il bravissimo Grabowski anche il professor Fushimisi e la sua bella assistente, Tsino-san nella battaglia contro Giovanni Gatto, il leader dei criminali, i quattro ratti sicari, Fritz Teufel, il vicepresidente del sindicato dei gatti e Safranek, un suo fedele ma inbranato dipendente.

 

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Foto: Farkas András / Színes Város Csoport