Nel 2001 il governo ungherese, su proposta del Ministero dell’Educazione, dichiarò il 16 aprileGiornata del ricordo delle vittime ungheresi della Shoah”. Infatti, in quella stessa data nel 1944, ad appena un mese di distanza dall’invasione nazista, venne inaugurato il primo ghetto del paese, nella città di Beregszász (oggi Beregovo, in Ucraina), dando inizio ad una massiccia operazione di ghettizzazione degli ebrei ungheresi, che portò all’istituzione di più di 170 ghetti nell’arco di appena due mesi. Poi, tra l’aprile ed il luglio del 1944, vennero deportati ad Auschwitz ed altri campi di concentramento e sterminio circa 440.000 persone, delle quali solo poche migliaia fecero ritorno.

Uno dei monumenti in memoria delle vittime della Shoah all’interno del cimitero ebraico di via Kozma

A Budapest, la capitale del paese, vennero istituiti due ghetti: quello “internazionale”, che “ospitò” 15.000 persone, protette da diverse ambasciate straniere, e quello “grande”, costituito dal quartiere ebraico della città, all’interno del quale vennero stipati circa 100.000 ebrei. A causa dell’avanzata delle truppe sovietiche, i nazisti non fecero in tempo a “liquidare” gli ebrei dei due ghetti della capitale, dando seguito ad uccisioni di massa, principalmente eseguite dalle famigerate Croci Frecciate, i collaborazionisti ungheresi. Quando Budapest venne liberata nel febbraio del 1945, i sopravvissuti del ghetto Grande decisero di traslare le salme dei loro correligionari nel più antico cimitero ebraico di Pest, sito in Via Salgotarjani, adiacente al cimitero monumentale cittadino Kerepesi, pantheon della storia e cultura magiara.

Inaugurato nel 1874, il cimitero di Via Salgotarjani servì come unico luogo di sepoltura ebraico di Pest fino al 1892. Celebre per i suoi maestosi mausolei e lapidi in stile Liberty progettati da Béla Lajta, uno dei più grandi esponenti ungheresi di questa corrente artistica, in seguito all’assedio di Budapest la comunità ebraica decise di costruirvi un piccolo monumento in memoria delle vittime del Ghetto, intorno al quale vi furono sepolte le loro spoglie. A partire dagli anni ’50 questo cimitero non venne pressoché più utilizzato, rimanendo quasi del tutto abbandonato. Nonostante nel 2002 sia stato dichiarato monumento d’interesse nazionale, e nel 2016 aggiunto alla lista dei luoghi culturali più importanti del paese, poco o nulla è stato fatto contro lo stato di rovina in cui si trova attualmente. Alla vegetazione che ricopre la quasi totalità delle lapidi, si aggiunge lo stato rovinoso in cui versano i mausolei, la maggior parte dei quali si trova oggi in uno stato di degrado totale.

Uno dei tanti mausolei abbandonati nel cimitero di via Salgotarjani. Foto: Norbert Hartyanyi

In condizioni non troppo diverse da quelle di Via Salgotarjani, verte anche il più grande cimitero ebraico della capitale ungherese, in Via Kozma, tanto da portare l’associazione no-profit “Amici del Cimitero ebraico di Budapest” a lanciare una task force per la sua ristrutturazione. Non a caso, già da un paio d’anni, a fianco dell’ingresso della grande sinagoga Dohány campeggia un manifesto che richiama turisti e residenti a dare un aiuto economico per la sua conservazione. Il cimitero in questione ospita circa 300.000 sepolture, rendendolo il cimitero ebraico tra i più grandi d’Europa, tra cui i resti di 20 vittime delle esecuzioni sommarie avvenute per mano delle Croci Frecciate lungo il Danubio nel biennio 1944-1945. Ritrovate in occasione del restauro di un ponte della capitale nel 2011, le salme vennero definitivamente sepolte nel cimitero nel 2016.

Particolare del monumento alle vittime della Shoah ungherese. Scritti a penna i nomi “dimenticati” dalla lista ufficiale

Tra i grandi personaggi della storia magiara che riposano al cimitero di Via Kozma, vale la pena menzionare Alfréd Hajós e Sándor Bródy. Nato col nome Guttmann, architetto e nuotatore, Hajós è stata una vera e propria star dell’Ungheria d’inizio novecento, in quanto fu il primo atleta magiaro a partecipare ai giochi olimpici dell’era moderna, svoltisi ad Atene nel 1896, vincendo ben due medaglie d’oro nella stessa giornata. Dopo la guerra, fu proprio Hajós a progettare il memoriale delle vittime della Shoah presente all’interno del cimitero ebraico. Sándor Bródy, invece, è stato uno dei più grandi intellettuali, scrittori e giornalisti ungheresi di sempre, vissuto a cavallo tra il XIX ed il XX secolo. Il suo stile letterario e la sua corrente di pensiero furono d’ispirazione per molti suoi giovani colleghi dell’epoca, tra cui Ferenc Molnár, “padre” del celebre racconto “I ragazzi della Via Pal”.

Tomba di Alfred Hajos. Foto: Ruth Ellen Gruber per Jewish Heritage Europe

Questi sono solo due piccoli esempi tra le tante personalità del mondo della politica, delle arti, delle scienze e dello sport. Per esempio, nel cimitero di via Kozma è sepolto anche il grande architetto ungherese Lipót Baumhorn, prolifico e celebre architetto sinagogale, del quale quest’anno si celebra il 160esimo anniversario della nascita. Nei prossimi mesi torneremo su questo personaggio con un articolo a lui dedicato.

I cimiteri ebraici qua descritti sono solamente due dei sei presenti in città. Vicino al cimitero di Via Kozma si trova quello ortodosso di Via Gránátos, aperto nel 1922 ed ancora attivo, che ospita i resti di grandi rabbini chassidici, quello di Farkasréti, fondato nel 1885, che si trova al lato dell’omonimo cimitero cristiano, quello di Csörsz utca, uno dei più antichi cimiteri della citta, non più in uso dalla fine della Seconda guerra mondiale, e infine quello di Óbuda, nel terzo distretto, che ospita la tomba del Rabbino Mózes Münz, nonché il memoriale delle vittime della Fussmarsch. Inoltre, il giardino della sinagoga di Dohány utca ospita circa 2.000 sepolture, raccolte in un giardino di circa 3.000 metri quadrati, di coloro i quali persero la vita nei mesi in cui il ghetto rimase attivo.

Lapidi di alcune vittime del ghetto di Budapest

I cimiteri ebraici, specialmente nell’Europa centro-orientale, rappresentano più che da ogni altra parte la presenza nell’assenza di tante comunità ebraiche scomparse in seguito alla Shoah. Anche a Budapest, dove ancora oggi vive una numerosa e dinamica comunità ebraica, i cimiteri rappresentano luoghi di Memoria e memorie, oltre che siti di pregiato interesse artistico, che meriterebbero una effettiva preservazione da parte delle autorità nazionali. Nel nome del 16 aprile, e di ciò che questa data rappresenta.

 

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Foto: Norbert Hartyanyi, Friends of Budapest Jewish Cemetery, Ruth Ellen Gruber