Articolo di Paula Vega

Nata a Budapest il 22 febbraio 1903, Klara Rothschild è stata senz’ombra di dubbio la stilista di moda più influente dell’Europa orientale. Il suo interesse per la moda è iniziato presto, grazie ai suoi genitori, entrambi sarti, che aiutava sempre nel loro negozio.

Infatti il padre Abraham e la madre Regina Spirer, entrambi d’origini ebraiche, gestivano insieme uno studio di moda in via Koronaherceg, oggi via Petőfi Sándor. Con il passare del tempo, Klara cominciò ad avere più responsabilità all’interno dello studio. Negli anni ’20, quando Parigi inizia il suo sviluppo come una delle capitali della moda, la famiglia Rothschild inizia a fare viaggi alla capitale francese, alla ricerca di nuovi stili e tessuti. Nel 1916 Abraham e Regina divorziarono, sancendo così la fine del loro sodalizio lavorativo. Tuttavia, entrambi continuarono a lavorare nel settore, ma mentre la madre decise di puntare alla classe media, il padre insieme a Klara, decise di vestire la classe d’élite.

Klara Rothschild con la moglie di Josip Broz Tito

L’evento chiave che portò Klara a lanciare una propria impresa rappresenta anche una pagina buia della sua storia personale. Infatti, nel 1933 Klara vince un processo contro Károly Pál, colpevole di averla picchiata selvaggiamente a causa di un debito che il padre di Klara aveva con quest’uomo. Nel 1934, grazie ai soldi dalla causa, Klara apre il suo studio di moda in piazza Déak Férenc, dove inizia il suo percorso come la “Coco Chanel dell’Est”.

I disegni di Klara Rothschild vestirono personaggi famosissimi, da Hollywood ai capi di stato, passando dai membri di varie case regnanti. Jovanka Broz, moglie del leader jugoslavo Josip Tito, Farah Diba, ex imperatrice dell’Iran, Ilona Gyulai Edelsheim, moglie di István Horthy (figlio di Miklós Horthy), la pianista Annie Fischer, e l’attrice Zsa Zsa Gábor, sono solo alcune delle donne che hanno indossato i suoi abiti.

Nonostante gli scenari politici dell’epoca, l’impresa di Klara Rothschild è riuscita non solo a sopravvivere ma anche a riscuotere ancora più successo. Sebbene la persecuzione degli ebrei in Ungheria fosse imminente, con l’aiuto di Raoul Wallenberg (diplomatico svedese e Giusto tra le Nazioni), la casa di Rothschild diventò una “star house”, e così, il suo business poté continuare senza interruzioni anche durante uno dei periodi più bui della storia ungherese. Dopo la guerra, nel 1949 la sua attività venne nazionalizzata dal nuovo governo comunista. Pochi anni dopo, Klara Rothschild riprende il suo business, ormai durante il regime Kadariano.

Poster della mostra organizzata dal Museo Nazionale Ungherese, visitabile fino al 30 settembre 2020

Il 13 novembre 1976, dopo aver sopportato atroci dolori causati da un impianto dentale fallito, Klara Rothschild si butta dalla finestra di casa sua, commettendo suicidio. I suoi resti riposano al cimitero di Kerepes a Budapest. Ormai la sua impresa è scomparsa.

Il Museo Nazionale a Budapest ha organizzato una mostra su Klara Rothschild dal febbraio 2020, la quale è stata chiusa per via della pandemia. Fortunatamente, il museo ha messo a disposizione un canale su YouTube dove la curatrice Ildikó Simonovics, racconta il percorso della esibizione.

 

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Foto: Kor-Mult, Maguar Narancs, Magyar Nemzeti Muzeumè