Se ne parlava già da tempo ma ieri pomeriggio è arrivata l’ufficialità: nelle prossime elezioni del 2022 l’opposizione correrà insieme per cercare di vincere le elezioni e scalzare dal potere il Fidesz di Orbán al governo dal 2010 e che aveva trionfato alle ultime elezioni del 2018. Per saperne di più: clicca qui.

I sei partiti dell’opposizione

Questi sono i sei partiti dell’opposizione che hanno trovato l’accordo:

  • Demokratikus Koalíció – Coalizione Democratica, centro-sinistra
  • Jobbik – I migliori, destra
  • MSZP – Partito socialista ungherese, sinistra
  • LMP – La politica può essere differente, verdi di centro
  • Momentum – liberali pro-unione europea (qui info)
  • Párbeszéd – Confronto, centro-sinistra

Nei sondaggi effettuati le scorse settimane per la prima volta l’unione dei voti di questi partiti ha superato l’intenzione di voto registrata dal Fidesz. Per sapee i risultati degli ultimi sondaggi clicca qui.

L’accordo prevede:

  • In tutti e i 106 colleggi uninominali si presenteranno con un unico candidato.
  • Ci sarà un unico candidato premier.
  • Ci sarà un unico programma. 
  • Ci sarà quindi una sola lista in comune.
  • Nessun candidato potrà avere carichi pendenti per corruzione o avere in passato “collaborato” con il Fidesz. 

Non è però sempre facile sommare i voti

La notizia di un’opposizione unita rende sicuramente più interessanti e combattute le elezioni del 2022, però non è sempre così facile la somma dei voti di differenti partiti. 

Sarà tutto da dimostrare infatti che questi sei partiti che nascono da ideologie, basi sociali e programmatiche così diverse riescano a convinvere i propri elettori a votare una unica lista. In particolare il partito Jobbik che nasce negli anni 2000 come partito dell’estrema destra e di lotta contro il governo socialista ora si ritrova alleato con lo stesso partito socialista. Miracoli della politica resi necessari da un sistema politico, ed elettorale, che non lascia altre possibilità.

La necessità di una unica lista comune è infatti dovuta anche al cambio della legge elettorale. Il primo cambio effettuato da Orbán aveva tolto il doppio turno rendendo quindi difficile la convergenza di voti contro un candidato, infine il mese scorso un successivo cambio di legge elettorale aveva alzato il numero dei colleggi entro i quali una lista deve presentarsi per accedere alla lista del proporzionale creando così la necessità di una più ampia collaborazione tra le forze dell’opposizione. 

 

 

 



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