Italia 2030 è un progetto sull’Economia Circolare  posta al centro delle proposte di indirizzo e visione politica sviluppate di recente in Italia dalle principali aziende del Paese in accordo con alcune università ed esposte in una serie di seminari online/webinar (13) presentati e discussi a partire dallo scorso 20 ottobre miranti a fornire gli strumenti per la comprensione delle opportunità per la crescita sostenibile dell’Italia nel prossimo decennio.

Per contro in Ungheria lo scorso autunno è uscito per i tipi della Osiris un interessantissimo volume a titolo “Magyarország 2030” ad opera di due analisti ungheresi, Tamás Boros e Gábor Filippov, con l’obiettivo dichiarato di offrire e mostrare agli ungheresi una visione politico-economico-sociale riferita all’Ungheria dei prossimi dieci anni. Analoghi spazi temporali quindi, utilizzati in entrambi i casi per posizionare scelte di indirizzo volte a definire e proiettare visioni di crescita collettiva che vadano oltre i limitati orizzonti di sviluppo forzatamente imposti dall’attuale pandemia.

Pur differenziando nelle premesse, nell’impostazione e nella metodologia utilizzata, i due tentativi hanno in comune lo sforzo per tentare di offrire una visione politico-economico-sociale alternativa a medio-lungo termine che si distacchi dai contrasti quotidiani della politica e dalle pure logiche di competizione tra i partiti che animano il confronto dialettico limitandone però la portata in termini di direzione generale verso cui indirizzare una nazione in crescita. In entrambe le iniziative è presente l’idea che il discorso e il dibattito pubblico debba riguardare la progettazione del futuro  e non solo la politica quotidiana, le lotte di partito, e la gestione del potere tout court.

Copertina del libro “Magyarország 2030” di Tamás Boros e Gábor Filippov

Italia 2030 è un progetto iniziato  già a novembre 2019 dal Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) e la Luiss Business School, con la collaborazione di Cassa Depositi e Prestiti, Enel, Eni, Generali, Intesa Sanpaolo, Italgas, Leonardo, Poste Italiane, Snam e Terna. Lo scorso autunno sono stati attivati 13 tavoli di lavoro specialistici, con l’obiettivo di mettere a confronto gruppi e aziende con università di primaria importanza, quali Gran Sasso Science Institute, Politecnico di Bari, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Università Bocconi, Università Cattolica, Università degli studi di Napoli Federico II, Università La Sapienza e Princeton University, approfondendo a 360° le applicazioni e le innovazioni dell’Economia Circolare nei settori automotive, aerospazio, agricoltura e alimentazione, energia e fonti rinnovabili, gestione dei rifiuti, finanza, chimica verde e costruzioni, mettendoli in connessione con l’indagine sui cambiamenti sociodemografici del Paese, quali trend dei consumi sostenibili, active ageing, famiglia, fecondità e lavoro, governo e valorizzazione dell’immigrazione.

Anche Magyarország 2030 è una visione lato sensu politica orientata a sensibilizzare la nazione nella percezione e partecipazione a progettare il proprio futuro. Gli autori hanno cercato di proiettare quella che secondo loro potrebbe essere l’immagine dell’Ungheria del prossimo futuro in maniera indipendente ed autonoma quale prodotto di un nuovo laboratorio di idee superando logiche e battaglie politiche quotidiane.

Partendo dal concetto di base che il destino di nessun paese è già scritto e nessuna nazione ha già un percorso predefinito e designato verso un futuro immutabile, gli autorevoli autori puntualizzano che ad ogni generazione viene di fatto data l’opportunità di cercare nuove opportunità ed obiettivi trovando percorsi che vadano oltre l’orizzonte conosciuto, evidenziando come pilastri fondamentali il mantenimento della democrazia pluralista, un funzionamento regolamentato dell’economia di mercato, il proseguimento nell’impegno europeista non disgiunto da una moderna positiva consapevolezza nazionale, unitamente al continuo investimento sulle risorse umane, su clima ed ambiente, su una crescente autocoscienza e fiducia collettiva nelle proprie capacità in un quadro di positiva stimolante competitività con a base la costante ricerca del consenso generale sui punti precedenti.

“Italia 2030”, il saggio che ha dato vita alla serie di incontri sul futuro del paese

Di impronta tecnico-economica lo studio italiano che ha evidenziato cinque principali aree di riferimento – input sostenibili, condivisione sociale, uso di beni come servizi, end of life, estensione della vita dei prodotti – comprendenti a loro volta vari indicatori di circolarità, mentre per contro, la brillante analisi ungherese, tende a privilegiare dinamiche politico-sociali pur non negligendo importanti approfondimenti economici come quello dello sviluppo del capitale industriale ungherese e l’evoluzione delle relazioni industriali fra individuo ed impresa.

Concludendo, sia Italia 2030 che Magyarország 2030 lasciano intravedere la necessità e la latente pressante richiesta per delle leadership politiche e di governo pienamente mature che sappiano far proprie i suggerimenti provenienti da varie istanze del paese reale con l’adozione di politiche ad ampio e lungo respiro sostanzialmente condivise nel supremo interesse collettivo. Delle leadership all’altezza dei propri compiti con piena consapevolezza del proprio ruolo che in ultima analisi  sappiano mostrare una via, una direzione e nel contempo infondere speranza alla nazione abbandonando sterili logiche di micromanagement politico per abbracciare sempre più visioni a 360 gradi capaci di offrire quella Big Picture oggi più che mai indispensabile per guidare con successo un paese.      



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Foto: itlgroup, Valasz Online, Repubblica Milano