La scorsa settimana con una risoluzione il Parlamento Europeo ha preso una netta posizione contro le politiche che mettono in atto disparità legate al genere e all’orientamento sessuale, soprattutto alla luce delle derive omotransfobiche di alcuni degli stati membri.

All’interno di questa cornice, l’Ungheria risulta essere tristemente protagonista.

Nel testo della risoluzione, si fa riferimento anche alla grave situazione di smantellamento dei diritti civili delle persone LGBTQI in Ungheria, invitando la  Commissione ad usare tutti gli strumenti, comprese le procedure di infrazione, l’articolo 7 del trattato sull’Ue, così come il regolamento adottato recentemente sulla protezione del bilancio Ue e il rispetto dello Stato di diritto, al fine di porre rimedio alle violazioni dei diritti fondamentali degli LGBTQI.

LGBTQI Ungheria

Politiche di genere in Europa – ILGA Europe 2020

Sebbene la portata giuridica di una risoluzione non incida direttamente sulla sfera giuridica degli Stati Membri, questa rappresenta un chiaro indirizzo politico, in cui viene espressamente dichiarato che: “Le persone LGBTQI ovunque nell’UE dovrebbero godere della libertà di vivere e mostrare pubblicamente il loro orientamento sessuale e la loro identità di genere senza temere intolleranza, discriminazione o persecuzione, e le autorità a tutti i livelli di governo in tutta l’UE dovrebbero proteggere e promuovere l’uguaglianza e i diritti fondamentali di tutti, comprese le persone LGBTIQ”.

È evidente che in tutta Europa manchi ancora una completa sensibilizzazione sul tema, anche nella vicina Polonia abbondano episodi di discriminazione, con alcune zone del Paese dichiarate “LGBTQI free“.

Sarà il tempo a dimostrare se la portata di questa risoluzione, per adesso fortemente simbolica, contribuirà a creare un dibattito sulle politiche di genere, che da sempre risultano essere un tema per molti divisivo: qualche giorno fa in Ungheria è andato in onda uno show in cui si dibatteva sulla necessità di creare bagni “gender neutral” per evitare episodi discriminatori.



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Foto: ILGA Europe 2020, Bcc.com