Ritrovare una dimensione competitiva in una città straniera, nella propria professione, è un’impresa non sempre facile. Ci sono il networking da curare, il campo da esplorare, la concorrenza da studiare. E poi ci sono le esigenze, il metodo lavorativo e la cultura locale da prendere in considerazione. Il bagaglio di esperienze, la capacità e la perseveranza, da sole, non bastano. È qui che deve intervenire il fattore del “valore aggiunto” che può fare la differenza, se ben individuato. È la scommessa dell’idea della graphic designer Patrizia Gatta, o PiGiDesign, che arrivata a Budapest 10 anni fa, e proprio per poter rimanerci, cerca di trovare una formula nuova che offra qualcosa in più in un campo ormai saturo. 

“Di grafici e web designer il mondo ormai è pieno, soprattutto nelle grandi città europee. Siamo tanti e, grazie alle moderne tecnologie, offriamo servizi sempre più completi, dove non sempre contano la bravura e il talento ma, appunto, la capacità di essere promoter di sé stessi, la componente commerciale, l’abilità nel trovare nuovi clienti. Spesso il cliente non si trova nella posizione di poter scegliere il meglio, ma si conforma con ciò che trova più a portata di mano.”

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E quindi quale il “fattore aggiunto” sul quale ti sei focalizzata?

“Principalmente, il valore del design “italiano”, una eredità culturale che avrà sempre i suoi riscontri, e che il committente ungherese continua a valorizzare ed apprezzare, soprattutto se assorbe le suggestioni e le tradizioni locali in maniera armoniosa. Ma non solo: la comunità italiana, molto presente come tutti sappiamo, tende a sentirsi a suo agio con chi può offrire un tipo di servizio, e parlo di tutti i campi in generale, che rispecchi i gusti, il sentire e la comunicazione conosciute. L’idea mi è venuta quando ho capito che non è solo la lingua, la barriera. Spesso gli italiani all’estero, seppur parlando inglese o anche la lingua locale, tendono a propendere per i fornitori “compatrioti”. Cercano il commercialista, l’avvocato, l’idraulico, l’elettricista, il giardiniere, la babysitter, il dentista o medico italiani. Ma attenzione, non è un discorso di sottovalutazione di ciò che offre il mercato locale. È un fattore psicologico di appartenenza, forse nostalgico, di desiderio di restare in fermo contatto con le radici di appartenenza, anche nella vita pragmatica di tutti i giorni.”

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E come si concretizza a livello pratico questa intuizione?

“Nell’offrire un servizio di brand identity a 360° apportando non solo la mia esperienza, ma mettendo a disposizione tutti i contatti con i fornitori, la consapevolezza acquisita di ciò di cui hanno bisogno, senza troppe problematiche da parte del cliente. Lavoro in prima linea sulla linea grafica ma ho a disposizione il web designer, la tipografia, il falegname, l’illustratore, il regista per le riprese video, il montatore, una intera squadra di collaboratori che mi aiutano a fornire al cliente un servizio completo, sia che abbia bisogno di un sito web che di un intero lavoro di brand identity per un ristorante, o di servizi audio/video per promuovere la propria attività, o di un packaging per il loro prodotto alimentare italiano’…il tutto attraverso qualcuno che esprima il loro linguaggio, non solo la loro lingua.”

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È un’idea che sta funzionando?

“I clienti sono contenti del lavoro perché non devono occuparsi praticamente di niente, le elaborazioni grafiche e le istallazioni sono risolte in tempi brevi e si sentono coinvolti solo nella parte più divertente del processo creativo. Ho avuto delle soddisfazioni, come occuparmi di tutta la linea grafica del ristorante OINOS a Rákóczi tér, o il ristorante gluten free DROP a Hajós utca. È sempre una bella gratificazione passarci davanti e vedere un tuo lavoro fare parte dell’aspetto urbano. È questo il mio obiettivo: rendermi riconoscibile”.

 

Per contattare PiGiDesign:

[email protected]

Instagram: @pigidesign

www.pigidesign.com



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Foto di copertina: AleDiGangi