Continuano le forti prese di posizioni sulla legge approvata martedì in Ungheria. La Commissione Europea la sta valutando, l’Ambasciata USA a Budapest l’ha già fortemente criticata, ma anche altri paesi europei non hanno nascosto dubbi su una legge che porta l’Ungheria a fare molti passi indietro per quello che concerne i diritti civili e i diritti della comunità LGBT.

Orbán:”Per noi non è una legge anti-LGBT”

Questa mattina è intervenuto anche il premier Orbán sulla questione. Alla domanda se la legge è contro la comunità LGBT il premier ha risposto “A noi non sembra, questo lo dice la comunità LGBT. Gli consiglio di leggere la legge“. Ecco quello che riporta la legge: “Al fine di garantire la protezione dei diritti dei bambini, la pornografia e i contenuti che raffigurano la sessualità fine a se stessa o che promuovono la deviazione dall’identità di genere, il cambiamento di genere e l’omosessualità non devono essere messi a disposizione delle persone di età inferiore ai diciotto anni“, e ancora che le lezioni di educazione sessuale “non dovrebbero essere finalizzate a promuovere la segregazione di genere, il cambiamento di genere o l’omosessualità“.

Come già accaduto altre volte in Ungheria è una legge che lascia ampio spazio all’interpretazione, specialmente sul cosa si intenda con il termine “promozione”. In questa versione però anche il semplice parlare o affrontare il tema dell’omosessualità, a scuola, in tv o in pubblico potrebbe essere vietato. András Schiffer, costituzionalista ungherese, ha già messo in evidenza come la legge presenta caratteri anticostituzionali. In particolare proprio il termine “promozione” non è adeguatamente specificato nel contesto legislativo. Il costituzionalista si aspetta quindi un intervento della Corte Costituzionale. Elementi anticostituzionali e pressioni politiche, in particolare dall’UE, potrebbero già far fare al governo dei passi indietro la prossima settimana con degli aggiustamenti.

Equiparare la pedofilia all’omossessualità

La legge nasce dopo che alcuni politici di area Fidesz sono stati coinvolti in scandali sessuali. Inizialmente doveva riguardare un inasprimento delle pene contro i pedofili, però alcuni emendamenti aggiunti in corso hanno spostato l’attenzione sulla comunità LGBT.

Per molti osservatori la legge ungherese ricalca quella russa, ed anzi è addirittura più restrittiva. Quello che risulta esplicito però è l’equiparazione tra pedofilia e omosessualità. Ovvero la legge contro la pedofilia si sofferma a vietare la “promozione dell’omosessualità”, creando un esplicito collegamento.

Conseguenze: tv e scuola

Immediata è stata la reazione della società civile ungherese per una legge che potrebbe avere conseguenze molto forti.

RTL, importante canale commerciale ungherese, ha fatto sapere in una note che numerosi contenuti ove vi sono scene con una identità sessuale “diversa” verranno considerate vietate ai minori di diciotto anni e passerebbero in seconda serata. Tra questi c’è Harry Potter, il diario di Bridget Jones e  molti altri. Ma anche altre reti televisive hanno espresso dure prese di posizione, tra cui anche Netflix.

La situazione è molto grave soprattutto per quanto riguarda l’educazione nelle scuole e i servizi sociali rivolti ai giovani. Tanto è vero che prese di posizioni molto dure contro la legge sono state espresse dal Sindacato dei professori (PDSZ) e da gruppi di ricercatori e professori delle Università. Con questa legge infatti l’educazione sessuale offerta ai giovani viene fortemente penalizzata. Non si potrà parlare apertamente della propria identità sessuale.

Viene negato il diritto a parlare di una identità sessuale diversa rispetto a quella decisa dal governo. Inoltre il personale e le associazioni che svolgono questa attività dovranno essere sotto il controllo governativo e dovranno quindi accettare la linea ideologica e l’impronta culturale del Fidesz. Un problema non di poco conto se si considerano i dati ungheresi che riguardano i suicidi e i tentativi di suicidi tra i giovani legati alla mancata accettazione della propria diversità.

Perchè questa legge?

Questa legge nasce non per combattere la pedofilia, ma con altri intenti, politici e culturali. Ieri mattina Ungheria News ne ha parlato ai microfoni di RadioRai (per ascoltare l’intervento clicca qui).

  • La legge vuole imporre un dogma culturale che nega la libera espressione della diversità sessuale e la libera scelta delle persone.
  • E’ una legge che serve per ricompattare e mobilitare l’elettorato di destra ungherese che è da sempre sensibile a questi temi. Un elettorato, quello del partito di governo, poco presente in città e invece molto nelle campagne, dove questi temi ideologici hanno una forte presa. La maggioranza della società ungherese è infatta contraria al rafforzamento dei diritti per la comunità LGBT, una società quella ungherese profondamente omofoba.
  • La legge è anche frutto di una strategia politica volta a spaccare l’opposizione. Obiettivo raggiunto. Infatti l’opposizione né è uscita spaccata e delegittimata dal fatto che un partito, Jobbik, ha deciso di votare a favore. Questo mette evidenzia il grande problema dell’opposizione, rimarcando come un’alleanza così larga non abbia alcuna base programmatica né capacità di governo.
  • Una legge che è parte integrante della tattica del Fidesz. L’orbanismo ungherese si basa sulla ricerca di un nemico, un nemico esterno o interno, che sia debole, ben individuabile e battibile. E’ toccato prima alla sinistra-liberale, poi ai migranti, poi a Soros, a Bruxelles, a Klub Radio, all’Università del Teatro e ora alla comunità LGBT. Una strategia politica che serve a mentenere alta la tensione nel paese e a mobilitare il proprio elettorato.

Criminalizzare la comunità LGBT e mobilitare il proprio elettorato

Quella approvata martedì è una legge che criminalizza una comunità minoritaria in Ungheria. Una legge così repressiva non era ancora mai stata approvata da un paese dell’UE, e probabilmente sarà proprio l’UE che interverrà e ne chiederà una sostanziale modifica. Modifica che non tarderà ad arrivare. Orbán ha sempre dimostrato grande pragmaticità.

La legge però intanto è stata votata e questo ben chiarisce qual è l’indirizzo culturale che segue il governo ungherese. In caso di obbligatori passi indietro il governo potrà sempre incolpare Bruxelles e utilizzare una carta in più per mobilitare il proprio elettorato in vista delle elezioni. Elezioni politiche ungheresi che sono ormai al centro della propaganda e delle mosse politiche. Elezioni che però si svolgeranno tra ben un anno. Un anno che si appresta ad essere difficile per l’Ungheria.



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