Gli studenti dell’Università di arti teatrali e cinematografiche di Budapest (SZFE) hanno occupato l’edificio della loro università, a seguito della nomina governativa di Attila Vidnyánszky, già direttore del teatro nazionale e fedelissimo di Fidesz, come nuovo direttore del consiglio di amministrazione, scelta che a detta dei protestanti, minerebbe l’autonomia dell’Università stessa.

Erano anni che un’università ungherese non veniva occupata e la decisione è stata presa dopo che a inizio anno il parlamento aveva approvato una legge che trasferiva la proprietà dell’Università, statale da 155 anni, a una fondazione privata. Il nuovo Consiglio d’Amministrazione è stato dunque proposto e approvato dal governo mentre il senato accademico è stato privato della possibilità di prendere decisioni riguardo al budget e al personale.

Gli studenti barricati nell’edifcio chiedono a gran voce che vengano reinstaurati i poteri al senato accademico e che, allo stesso tempo, lo Stato continui a sostenere economicamente l’Università attraverso fondi statali.

“È l’inizio di una nuova era,” ha detto il vice rettore Eszter Novák prima di presentare le dimissioni. “Se non ci viene lasciato nulla della gestione autonoma dell’istituzione, non ci resta altro che tornare in classe a insegnare.”

Tanti i professori e membri del senato accademico che hanno presentato le dimissioni, dichiarando che non parteciperanno ad alcuna attività fino a che l’autonomia della scuola non verrà ripristinata. Una scelta non facile per tutti quegli insegnanti che hanno a cuore il percorso di studi dei propri studenti e verso i quali nutrono un senso di responsabilità. Fra questi, anche nomi famosi al livello internazionale come Tamás AscherIldikó Enyedi.

Nulla di nuovo però in terra ungherese. Alla fine del 2018, la Central European University (CEU), istituzione di studi universitari fondata da George Soros negli anni Novanta, ha aperto una nuova sede a Vienna dopo mesi di attacchi da parte del governo che accusava la CEU, e il suo fondatore, di essere un pericolo per l’Europa.

Nel 2019, è stata la volta delle proteste di professori e studenti dell’Accademia delle Scienze (MTA), la più prestigiosa istituzione scientifica ungherese, anch’essa a rischio di una nazionalizzazione che ha portato la ricerca scientifica sotto il controllo diretto del governo.

Ora, studenti e professori dell’Università di arti teatrali e cinematografiche hanno dichiarato di essere pronti a fare ricorso alla Corte Costituzionale.

 

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Foto: REUTERS/Bernadett Szabo