Rassegna stampa settimanale curata dal sito Live in Budapest con le principali notizie apparse su giornali e blog ungheresi. 

Crisi benzina

Il prezzo all’ingrosso della benzina è ormai maggiore del prezzo al dettaglio imposto dal governo alla pompa per contenere l’inflazione. Un provvedimento che spinge alla chiusura i piccoli distributori, che per una legge degli anni 50, devono passare l’attività ad altri interessati. (24.hu)

Márki-Zay: “Vi libero dal male”

A cinque giorni dal discorso sullo Stato della Nazione di Viktor Orbán, ieri ha tenuto il proprio discorso sullo Stato della Nazione il candidato delle opposizioni democratiche Peter Márki-Zay. L’analisi di Márki-Zay vede un paese totalmente diverso da quello descritto da Orbán in cui dati alla mano il 76% del paese è sotto la fascia di povertà stabilità dall’Unione Europea, in cui sono in particolare sacrificati scuola e sanità con professori umiliati e medici costretti a lavorare all’estero, mentre un ristretto cerchio di imprenditori conniventi con il governo si arricchisce con il monopolio di appalti e specifici settori economici. Márki-Zay si è rivolto direttamente ai cristiano conservatori e agli elettori di Fidesz, che credevano nel cambiamento e in Viktor Orbán, delusi da come il premier ha sfruttato per i suoi interessi i 12 anni di potere incondizionato che ha alle spalle (hvg)

Crisi Ucraina

Come anticipato da indiscrezioni sulla stampa internazionale, (ad esempio Guardia) la reazione di Orbán all’acuirsi delle tensioni in Ucraina ha conferma il riallineamento ungherese sulle posizioni dell’alleanza occidentale. Poco prima di mezzanotte Orbán scrive su Facebook che l’Ungheria sostiene la posizione comune dell’unione nella crisi in corso. (index) Convocato per stamattina in via straordinaria il gabinetto per la sicurezza nazionale (Index) Cambio di rotta dalle posizioni più filorusse anche del ministro degli esteri Szijjarto che addirittura invita Bruxelles ad accelerare nel predisporre le sanzioni alla Federazione Russa, ultimo strumento per preservare la pace. “L’Ungheria non ha mai spezzato l’unità europea”. scrive anche lui sui social. (Magyar Nemzet). Marki-Zay punta invece il dito sul viaggio a Mosca di Orbán di 3 settimane fa, che il premier aveva definito “missione di pace”

Iványi Gábor  sotto attacco

Gli uomini della guardia di finanza ungherese sono penetrati nella sede dell’associazione caritatevole Oltalom, guidata da Iványi Gábor per cercare prove di reati fiscali. Iványi, capo della Chiesa Evangelica Ungherese, è stato una delle anime della opposizione democratica al comunismo negli anni ’80, ha officiato il matrimonio di Orbán e il battesimo dei suoi primogeniti, prima di un violento allontanamento tra i due. Era stato indicato recentemente come candidato dell’opposizione alla presidenza della Repubblica. Pochi giorni fa centinaia di sostenitori erano scesi in campo a suo favore. Ha dichiarato: “se la guardia di finanza vuole trovare qualcosa, la troverà” (Nèpszava) Le foto dell’irruzione qui (hvg)

Torna lo Sziget Festival

Dopo due anni di stop causa pandemia, torna quest’anno sull’isola di Óbuda dal 10 al 15 agosto il Sziget Festival, uno dei festival musicali più grandi e amati d’Europa. (hvg)

Non veto

Il ministro Szijjártó ha ribadito che l’Ungheria sostiene la sovranità e l’integrità territoriale ucraina e non mette il veto alle sanzioni russe, per non spezzare l’unità europea. Una dichiarazione che conferma, dopo qualche tentennamento di ieri, l’allineamento ungherese nel campo occidentale, pur cercando di mantenere la “unicità” della politica estera policentrica orbaniana. Szijjártó ha difatti aggiunto che è in corso da entrambe le parti una dura campagna di disinformazione. “i media occidentali non sono migliori di quelli orientali” ha detto “specie in relazione alle notizie che si sono inseguite ieri sulla posizione ungherese” (index) Indiscrezioni già smentite ieri dal sottosegretario Zoltan Kovacs (index)

MZP manderebbe i soldati

Intervistato in diretta a “Egyenes Beszed”, storico programma di informazione di ATV, Peter Márki-Zay ha confermato le voci di voli charter per far venire a votare i 500 mila ungheresi residenti all’estero, specie in UK, a cui il governo non ha concesso il voto postale, contrariamente agli ungheresi appartenenti alle minoranze nazionali. Sulla questione ucraina ha detto invece che da primo ministro seguirebbe senza distinguo le decisioni prese in ambito NATO (telex), e a richiesta approverebbe anche l’invio di soldati ungheresi in Ucraina (Magyar Nemzet). Ieri il ministro della Difesa Tibor Benkő, aveva dichiarato che in scoppio di conflitto l’esercito ungherese sarebbe a guida delle forze congiunte dell’Europa centrale (telex)

Ungheresi di Ucraina

La preoccupazione si estende agli ungheresi di Ucraina, che abitano la Transcarpazia, una regione molto distante dal Donbas e in cui molti giovani in età militare sono già emigrati all’estero. Nella bellissima inchiesta di Nèpszava si respira come la guerra abbia scosso i sentimenti profondi delle due comunità etniche, ungheresi ed ucraini, che abitano la Transcarpazia, tradizionalmente amiche fra loro ma spesso con sentimenti ambivalenti nei confronti del grande vicino russo. (Nèpszava)

Sciopero della scuola

Martedì, 305 insegnanti hanno scioperato in protesta contro il decreto del governo emesso l’11 febbraio che consente lo sciopero nella scuola solo se “è ininfluente nel funzionamento dell’istituto”, una formula inaccettabile per i docenti che desiderano invece che le conseguenze dell’astensione dal lavoro siano avvertite anche dalla società. La disobbedienza civile al decreto si è estesa a 37 scuole nel paese, arrivando anche in provincia, ma i prof denunciano che la maggioranza della società civile non li sostiene nella protesta (hvg)

E’ guerra, la Russia invade l’Ucraina

L’annuncio della guerra lo dà il ministro degli esteri Szijjarto mentre Orbán è a Bruxelles.
“La posizione ungherese è chiara: siamo per la sovranità e integrità territoriale ucraina. L’Ungheria si prepara a fare la sua parte nella risposta coordinata che verrà data dalle organizzazioni di cui fa parte”
“L’ambasciata in Ucraina è operativa e chiede agli ungheresi residenti nella parte orientale e centrale del paese di prendere contatto con la sede diplomatica.”
i critici sottolineano che manca una condanna diretta dell’azione russa.

Primi rifugiati dall’Ucraina

Il primo flusso di cittadini ucraini ha varcato il confine ieri nelle città di Beregsurány e Záhony.
Molti dei rifugiati hanno attraversato la frontiera a piedi con solo una valigia con i propri effetti personali.
Secondo il Governo ungherese, ne arriveranno a migliaia soprattutto dalla Transcarpazia. 

L’opposizione chiede distanza da Putin 

Durissima l’opposizione, scatenata nell’inchiodare Orbán alle responsabilità di un rapporto privilegiato con Putin che ora mette il paese in difficoltà:

Ferenc Gyurcsány (DK) esorta il governo ungherese, che da molto tempo ha condotto una politica filorussa distante da quella comune europea, “a non nascondersi proprio ora dietro la gonna di Bruxelles”.
Inoltre chiede di mandare segnali decisi esortando alla sospensione gli investimenti su Paks (la centrale nucleare ungherese, i cui nuovi reattori sono in costruzione con tecnologia e soldi russi), alla sospensione delle trattative per la produzione ungherese dello Sputnik  e a dichiarare chiaramente che i confini ucraini sono stati violati.

Gergely Karácsony (sindaco di Budapest) dichiara che ungherese deve riprende la libertà di azione che gli affari tra Orbán e Putin hanno ostacolato e che il Governo ungherese non deve essere parte del problema, ma la soluzione. Per questo è stata issata la bandiera ucraina sulla facciata del Comune. Nel frattempo, l’Unità Operativa del Comune ha iniziato ad esaminare le possibilità di offrire aiuto ai rifugiati.

Jakab Peter (Jobbik)  dichiara che da anni Orbán rafforza Putin a scapito dell’Occidente e che questa aggressione è per gli ungheresi una situazione nota a cui sono sopravvissuti già due volte nel corso della Storia e che non deve succedere di nuovo e dichiara che “Orbán è il cavallo di troia di Putin. ed è già il maggior rischio per la sicurezza nazionale. Siamo accanto all’Ucraina!”



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Fonte: Live in Budapest

Foto di copertina: Coceancig/UngheriaNews