Prosegue la guerra in Ucraina. Gli scontri armati durano ormai da giorni e tutto fa pensare che il conflitto possa durare a lungo. 

Molti paesi inviano armi all’Ucraina, l’Ungheria no

Molti paesi della NATO e della UE hanno preso una chiara posizione anti-russa e filo-ucraina. Sanzioni, richieste di far entrare l’Ucraina con una procedura più veloce nella UE e nella NATO sono solo alcune delle proposte messe in campo. Certamente l’azione più forte è l’invio di armi ad una parte belligerante, in questo caso Kiev. 

Molti paesi hanno deciso di fornire armi direttamente al governo di Kiev. Tra questi sicuramente quello di maggior peso è la Germania. Potenza economica e motore dell’Europa, che negli ultimi anni ha ripreso il “suo” spazio economico a est ed ora ha deciso di intervenire nel conflitto fornendo armi a Kiev e aumentando la propria spesa militare.

Polonia, Romania, Francia ma anche Italia e paesi baltici hanno seguito questa linea rendendosi disponibili a fornire armi all’Ucraina. Anche la Finlandia, tradizionalmente paese neutrale, fornirà armamenti. Sostegno militare che non è sicuramente ben visto da Mosca che ha fatto sapere “chi fornirà di armi letali all’Ucraina se ne dovrà assumere la responsabilità”. La Russia non dimenticherà.

L’Ungheria dal canto suo ha deciso di mantenere una posizione differente. Sebbene ci sia stato un notevole aumento di truppe ungheresi sul confine con l’Ucraina, aumento giustificato dalla protezione del confine e dal mantenimento della sicurezza, il primo ministro Orbán ha più volte ribadito che l’Ungheria non vuole ulteriori soldati NATO sul suo territorio e soprattutto non è disponibile ad offrire armi all’Ucraina. 

La differente posizione tra l’Ungheria e gli altri paesi UE è evidente e porta non poche fratture anche nel gruppo dei paesi di Visegrad (Polonia, Ungheria, Rep.Ceca e Slovacchia). Gli altri paesi, in primis la Polonia, in testa hanno un atteggiamento anti-russo, atteggiamento concretizzato nella firma di un documento per richiedere l’ingresso dell’Ucraina nella UE con una procedura rapida, senza tenere in considerazione quindi i “requisiti” economici, istituzionali e democratici del paese. A firmare il documento tutti i paesi del Gruppo di Visegrad, tutti tranne l’Ungheria.

[Notizia dell’ultima ora: anche l’Ungheria ha deciso di appoggiare l’iniziativa che richiede l’ingresso dell’Ucraina nella UE per voce del ministro degli esteri Szijjártó]

Forti i rapporti di amicizia tra Mosca e Budapest

Non è una novità. Budapest è il miglior amico dei russi in Europa. Interessi economici e geopolitici, ma anche lo stile di governo, hanno legato i due paesi. L’Ungheria quindi è il paese più riottoso nel portare avanti sanzioni contro la Russia, lo dimostra il caso SWIFT e il divieto di volo agli aerei russi dello spazio aereo cui l’Ungheria si è aggregata, controvoglia, per ultima.

L’Ungheria nella voce del premier Orbán non vuole fornire armi a uno dei belligeranti e vuole fare di tutto per rimanere fuori dal conflitto armato.

Una posizione che di certo non piace a molti nella UE. Di ieri sono le parole del polacco Donald Tusk, ex-presidente del Consiglio europeo: “Orbán e Szijjártó meritano di più delle medaglie di Putin. Un posto nella direzione di Gazprom sarebbe un premio più che giusto per la loro lealtà”.

Situazione profughi

Il governo di Budapest ha invece per ora attuato un sistema di accoglienza dei migranti. Più di 70.000 ormai le persone che hanno varcato il confine, tra loro anche molti studenti africani che a causa del rifiuto della Polonia ad accoglierli hanno deciso di passare il confine con l’Ungheria. 



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Foto: profilo facebook Orbán