Prosegue la guerra in Ucraina e l’Ungheria deve essere pronta ad accogliere un numero ancora più grande di rifugiati, ha dichiarato il primo ministro ungherese Viktor Orbán durante l’incontro con i leader V4 (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) a Londra.

E mentre migliaia di profughi continuano ad attraversare i confini, due giorni fa il premier ha firmato un decreto che autorizza alle truppe NATO di transitare e posizionarsi in Ungheria. Secondo il decreto, pubblicato nella gazzetta ufficiale, l’accesso alle forze militari NATO sarà garantito sia via terra che via aerea, ma rimane assolutamente proibito il trasporto di armi verso l’Ucraina.

Già ai primi di marzo, diversi Paesi si erano schierati apertamente in favore dell’Ucraina e contro la Russia, attraverso la fornitura diretta di armi al governo di Kiev. Fra questi, la Germania aveva deciso di aumentare il budget per gli investimenti militari di 100 miliardi di euro per il 2022 (di contro ai 47 miliardi del 2021). A fornire armamenti anche Romania, Polonia, Francia, Italia e Finlandia.

Nonostante il governo ungherese abbia già stazionato truppe nazionali al confine, rimane invariata la decisione di non fornire armi all’Ucraina. Il trasporto di armi potrà avvenire legittimamente verso altri Paesi mentre verso l’Ucraina sarà consentito solo il trasporto di beni di prima necessità, carburante, kit medici.

Il tutto per una soluzione pacifica del conflitto. “È chiaro che bisogna mettere fine a questa guerra attraverso negoziati di pace,” ha ripetuto Orbán. E, soprattutto, “le famiglie ungheresi non devono pagare il prezzo della guerra”, ha sottolineato il primo ministro in riferimento alle sanzioni che continuano ad essere approvate contro la Russia. Infatti, quelle che minano il settore energetico potrebbero arrecare danni gravi anche all’Ungheria, dal momento che il Paese importa la maggior parte del gas naturale e del petrolio proprio dalla Russia.



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Foto: aboutHungary