Capitale della regione Baranya, Pècs è una città ungherese che si contraddistingue per antiche tradizioni, tanto che, nel 2010, ha ricoperto l’ambita posizione di capitale europea della cultura – la città infatti, oltre ad aver dato i natali a Victor Vasarèly, è tra le località più rinomate per la produzione di ceramiche: proprio qui, più di centocinquanta anni fa, nasceva la fabbrica di ceramiche Zsolnay, oggi simbolo dell’antica maestria ungherese.

Le porcellane Zsolnay, più di un secolo di tradizione manifatturiera

Era il 1853 quando Miklós Zsolnay fondava la fabbrica di ceramiche che sono oggi simbolo della tradizione magiara.
La fabbrica, inizialmente a conduzione familiare, ampliò progressivamente la sua produzione, affidandosi alle competenze tecniche di persone esterne alla famiglia: questa necessità ebbe come risultato l’afflusso di centinaia di nuovi operai in città, al punto che si dovette far costruire dei nuovi alloggi intorno allo stabile.

E’ stata questa l’origine di quello che noi conosciamo come il distretto culturale di Zsolnay che nel suo processo di costruzione ha visto l’istituzione di una vera e propria scuola di formazione dove sono state tramandate per lungo tempo le antiche tecniche di lavorazione e dove oggi si trova un museo dedicato.

Le ceramiche Zsolnay sono conosciute in tutto il mondo per la loro inconfondibile iridescenza, effetto che deriva da una lavorazione particolare e che è diventata tra le preferite e maggiormente impiegate degli artisti dello Jugendstil.

dettaglio porcellane Zsolnay

Dettaglio porcellane Zsolnay

La produzione si è distinta per la produzione (e invenzione) della pirogranite, un tipo di ceramica molto resistente agli agenti atmosferici che verrà utilizzata con grande successo anche in edilizia. 

I successi, non mancarono ad arrivare: l’Expo di Vienna nel 1873 ha decretato il successo della produzione Zsolnay sulla scena internazionale. 

Il distretto culturale di Zsolnay

Il distretto culturale di Zsolnay a Pècs, è stato realizzato come parte delle attività in occasione dell’evento che ha visto la città essere capitale europea della cultura nel 2010. Il quartiere – che imposta la sua definizione intorno ai laboratori operai voluti da Zsolnay – ha ottenuto il titolo di Hungaricum nel 2014.

Zsolnay cultural quarter

Veduta del quartiere culturale 

Dall’anno della sua fondazione, la fabbrica è stata in balia di diversi fenomeni storici: bombardata durante la seconda Guerra Mondiale, nazionalizzata dai sovietici nel 1948 e tornata all’indipendenza nel 1982, la fabbrica ha progressivamente ristretto i suoi laboratori, lasciando sul territorio della città un enorme zona con camini, forni ed edifici per la lavorazione della ceramica, fino a quando l’intero quartiere è stato rimodellato per diventare quello che è oggi, un affascinante, sorprendente polo multiculturale che offre spesso diverse attrattive.

Non è solo una questione di offerta turistica e culturale: è l’ambiente ad essere straordinariamente affascinante, con le statue e gli ornamenti in ceramica dei palazzi, i musei dedicati all’arte degli Zsolnay, i palazzi ristrutturati nel pieno rispetto dell’architettura del tempo.

Curiosità

Nella maggior parte degli edifici storici del XIX e XX secolo in Ungheria sono presenti elementi architettonici e decorativi derivanti dalla fabbrica di Zsolnay. Tra gli esempi più imponenti, vi sono il tetto e gli elementi che decorano alcuni tra gli edifici simbolici di Budapest, come la chiesa di Mattia, il museo Geologico di Budapest, il Museo Arte Applicata della capitale e il Parlamento, dove sono custoditi, insieme a numerosi oggetti in stile Art Nouveau provenienti da diversi luoghi, anche quelli realizzati a Pècs nella fabbrica di Zsolnay. Voi, ne conoscete altri?

Foto: zsolnaynegyed.hu

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Foto: operencia.com