Il governo ungherese si trova in una difficile situazione economica. Ieri è stato annunciato l’aumento dei costi di gas ed energia, aumento che sarà pari a circa 7/8 volte il prezzo che si paga ora per chi supera dei limiti di consumo. Nei giorni scorsi sono state introdotte nuove tasse ed è stato modificato il sistema di tassazione delle partite iva

Senza fondi dalla UE è crisi economica

La crisi economica è dovuta in primo luogo alla rottura tra Budapest e Bruxelles che ha portato l’UE a interrompere l’invio di fondi europei. L’UE non invia più fondi all’Ungheria a causa dell’alta corruzione nel paese e della mancanza degli standard democratici. In questa situazione il governo ungherese si trova pericolosamente senza risorse economiche, e il deprezzamento del fiorino dei giorni scorsi evidenzia bene la difficoltà del momento. 

Nonostante quuindi le promesse elettorali di aprile, dopo solo pochi mesi dalle elezioni sono state introdotte misure di “austerità” che in parte devono proprio coprire i buchi di bilancio lasciati da una campagna elettorale molto dispendiosa. 

Emergenza energetica

Il governo ungherese ha dichiarato ieri lo stato di emergenza energetica. Nella conferenza stampa straordinaria il governo ha annunciato un piano di 7 punti che entrerà in vigore in agosto. Ecco i punti principali:

  1. L’Ungheria aumenterà la produzione nazionale di gas.
  2. Péter Szijjártó, ministro degli esteri, è stato autorizzato ad acquisire ulteriori forniture di gas. Oggi i magazzini sono pieni al 44%, l’obiettivo è avere più scorte possibili.
  3. Viene imposto un divieto di esportazione ai vettori energetici e alla legna da ardere.
  4. L’estrazione di lignite domestica verrà aumentata.
  5. Le unità della centrale elettrica di Mátra verranno riavviate il prima possibile.
  6. Verrà prolungato l’orario di esercizio della centrale nucleare di Paks.
  7. Chi consuma al di sopra della media nazionale dovrà pagare per i propri consumi il prezzo di mercato e non più il prezzo agevolato.

Quanto aumenterà la bolletta?

Secondo i dati forniti dal governo gli ungheresi consumano in media al mese 210 kw di elettricità e 144 metri cubi di gas.

Sopra questa soglia (per le famiglie numerose la soglia è più alta) si pagherà il prezzo di mercato. Il costo di mercato è in media 6-7 volte il costo agevolato.

Il commissario di governo Szilárd Németh ha fatto sapere che il costo medio delle bollette agevolate rispetto al prezzo di mercato è il seguente:

  • Elettricità: 7.750 huf al mese contro 50.833 huf
  • Gas: 15.883 huf al mese contro 131.441 huf

Nuove tasse: scontro con Ryanair

Nelle settimane scorse per trovare nuove fonti di entrata per il governo visto lo stop dei fondi europei e la situazione internazionale il governo ungherese ha introdotto nuove tasse.

La più famosa è sicuramente quella che riguarda i biglietti aerei e che ha portato ad uno scontro dai toni accesi con Ryanair. La compagnia lowcost ha infatti accusato senza mezzi termini i ministri del governo ungherese di essere “dementi”. La nuova tassa prevede un costo di 3.500 fiorini per ogni biglietto di aereo che parte da Budapest, indifferentemente dal costo del volo.

Non è stata però l’unica nuova tassa. Aumentate le tasse per le auto aziendali, inserita una nuova tassa sull’ “extra profitto” delle aziende.

Distrutto il sistema della KATA, le partite IVA ungheresi

Ma a suscitare sdegno nel paese è stata soprattutto la proposta avanzata lunedì e votata martedì di cambiare il sistema delle partite IVA, la KATA. 

Il sistema KATA fu introdotto dal governo Orbán nel 2013 e prevedeva una bassa tassazione per le partite IVA, tanto è vero che questaq forma di tassazione è aumentata vistosamente nel paese ed oggi quasi mezzo milione sono le persone che lavorano in questo sistema (circa il 10% della forza lavoro del paese). Una bassa tassazione che ha portato anche molte multinazionali a creare contratti ad hoc per dipendenti che però figurano come “freelance“. 

La svolta questa settimana. Il governo con la nuova proposta vieta alle partite IVA ungheresi di fatturare ad aziende. In questo modo si stima più della metà delle partite IVA dovrà chiudere e cercare nuove forme di tassazione. Si stima che tra costi burocratici e nuove tasse questi lavoratori avranno costi di 2-3 volte superiori al sistema attuale. 

Proprio questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Da giorni infatti sono numerose le manifestazioni a Budapest contro la proposta di modifica. Modifica che tra l’altro entra in vigore già il primo settembre. Quindi con pochissimo preavviso. Le partite IVA hanno un mese e mezzo di tempo (con agosto nel mezzo) per adeguarsi e cambiare sistema di tassazione.

Una fretta che dimostra un certo grado di ruvidità del governo ungherese, ma forse anche la necessità imminente di nuove entrate.



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