Oggi, martedì 12 luglio, il parlamento ungherese discuterà la proposta di una modifica sostanziale del sistema KATA (partita iva in Ungheria) che tanto successo ha avuto negli ultimi anni

Il sistema KATA, introdotto nel 2013, ha avuto un grande successo, bassa tassazione e semplicità burocratica, tanto che oggi in Ungheria sono più di mezzo milione i lavoratori (più del 10% dell’intera forza lavoro del paese) con questo sistema di tassazione. Molti di questi lavoratori però lavorano come dipendenti di altre aziende, un escamotage per diminuire il gettito fiscale. 

La proposta in discussione

Lunedì, ieri, il governo ha messo in chiaro la nuova proposta di KATA dopo che da giorni si parlava di possibili modifiche. Questi i punti principali:

  • la fatturazione massima passa da 12 a 18 milioni di fiorini all’anno;
  • non si potranno emettere fatture ad aziende;
  • la tassazione fissa mensile sarà per tutti di 50.000 huf.

Questi i punti principali che propone il governo e che probabilmente verranno votati dal parlamento oggi. Con questi nuovi provvedimenti si stima che più di 1 KATA su 4 dovrà cambiare sistema di tassazione. Il nuovo sistema entrerà in vigore il 1° settembre. Le persone che dovranno cambiare sistema avranno tempo fino a settembre per avvertire la NAV del camabiamento, non molto tempo considerando che si è in piena estate. 

La misura ha suscitato immediate reazioni dalle forze politiche dell’opposizione e soprattutto dalle categorie di lavoratori. Oggi alle 10 davanti al parlamento è già stata indetta una mobilitazione delle partite iva ungheresi, mobilitazione a cui probabilmente segurianno altre.

Mancano soldi: l’Ungheria investita da problemi economici

La modifica del sistema KATA, modifica radicale e portata avanti con estrema velocità, è parte di quel “pacchetto” di nuove misure che il governo sta mettendo in atto per risolvere i problemi economici del paese. L’Ungheria infatti non naviga in buone acque.

I pessimi rapporti con Bruxelles hanno bloccato i fondi europei e il governo Orbán deve quindi fare i conti con mancati introiti del valore di miliardi di euro che mettono sotto pressione l’economia magiara già provata da pandemia, corruzione e guerra. La perdita di valore del fiorino, le nuove tasse su “extra profitti” e il cambio del sistema KATA rientrano in questa nuova “situazione”. Misure che probabilmente sono solo l’inizio di una nuova fase economica che vedrà un’Ungheria molto più austera rispetto agli ultimi anni.



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