Continua senza sosta l’aumento dei prezzi in Ungheria. L’inflazione a settembre ha raggiunto il 20,1%, un dato che non si registrava nel paese dal 1996. Svalutazione del fiorino e aumenti dei costi per l’energia hanno contribuito a questi dati impressionanti. 

Secondo i dati del KSH (ufficio statistico ungherese) a crescere sono stati soprattutto i prezzi: di energia e delle bollette +62,1%, e dei beni alimentari +35,2%.

Il mese precedente l’inflazione si era attestata al +15,6%. Secondo la MNB (Banca centrale ungherse) l’inflazione dovrebbe iniziare a diminuire lentamente ad inizio del 2023 e potrebbe tornare nella fascia di tolleranza (tra il 2-4%) nel 2024. Ma queste per ora sono solo previsioni. 

Ungheria: perdita del potere di acquisto per pensionati e lavoratori

I dati reali indicano un aumento medio dei prezzi sostenuto, non solo in Ungheria, ma sicuramente il paese magiaro è uno di quelli più sotto pressione da questo punto di vista. 

Con l’aumento medio dei prezzi a questi livelli larghe fasce della popolazione vedono diminuire il proprio potere d’acquisto. A pagare le conseguenze più gravi sicuramente i pensionati che questo anno hanno visto un aumento medio delle pensioni del 13,4% un dato ben inferiore all’inflazione. La pensione media in Ungheria nel 2021 era pari a 150.000 HUF ovvero circa 348 euro al mese.

Inflazione in Unione Europea

L’inflazione è un problema che riguarda tutta Europa. Tra i paesi aderenti all’euro l’inflazione a settembre si è attestata sul 10%. Alta, ma comunque la metà rispetto a quella ungherese. I paesi che soffrono di più sono i paesi baltici con un’inflazione superiore al 20%. Mentre l’inflazione minore si registra in Francia 6,2% e Malta 7,3%.

In Italia l’inflazione a settembre rispetto all’anno precedente è del 8,9%, mentre rispetto ad agosto del 8,4%.

 



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Foto: operencia.com