Articolo di Margherita Ricci

Roma Calvinista, così è definita Debrecen, una delle città più importanti dell’Ungheria e seconda a Budapest per popolazione. Situata ad est la cittadina magiara è protagonista di molte delle vicende storico-politiche e religiose del paese. Nel XVI secolo diviene il massimo centro del calvinismo e se fino a trecento anni fa ospitava principalmente protestanti, oggi rappresenta un convoglio di differenti etnie e religioni che vivono a stretto contatto le proprie differenze e abitudini sociali.

Al centro di  piazza Kossuth la Grande Chiesa (Cattedrale di Sant’Anna), i cui architetti sono Mihály Péchy e József Taller, si erge color ocra a sentinella del centro storico. Costruita in stile neoclassico essa rappresenta il simbolo del protestantesimo e costituisce un riferimento religioso per l’intera puszta circostante. La storia del Nagytemplom ha origini  lontane nel tempo; nello stesso luogo dove oggi si trova la cattedrale dedicata a Sant’Anna, madre di Maria e protettrice dei minatori, un tempo si allungava verso il cielo la Chiesa Gotica di Sant’Andrea e precedentemente un edificio risalente all’età medievale. Entrambe le antenate sono però andate distrutte da grossi incendi.

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La Chiesa calvinista con la statua di Kossuth

La Grande Chiesa è rilevante anche per quanto riguarda la religione civile e gli aspetti di sacralizzazione civico-liturgica di Debrecen, aspetti che ne scandiscono l’orologio e il calendario.  Come un ritornello che non sa stancare la religiosità permea tra le fessure della vita nazionale, al contrario di qualsiasi pronostico di secolarizzazione. L’interno della struttura brulica di riferimenti storici e accanto all’entrata principale è possibile osservare la storica sedia dalla quale l’ungherese Lajos Kossuth, leader politico liberale e nazionalista protagonista della rivoluzione del 1848, lesse al popolo la Dichiarazione d’Indipendenza dal dominio asburgico. E’ inoltre possibile scalare le viscere della costruzione attraverso una ripida scala di legno che accompagna fino ad una terrazza ottima per seguire il contorno del paesaggio con lo sguardo.

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Lajos Kossuth

Di rinomato valore storico è la campana di cinquemilaseicento kg regalata alla città dal Principe di Transilvania Federico II Rákóczi, acerrimo nemico degli Asburgo e figura centrale nell’Ungheria del ‘700. Assistere ad una delle cerimonie domenicali resta un evento mistico, non solo al fine di analizzare le peculiarità storico-teologiche riflesse nell’architettura di due gemelle diverse quali la religione cattolica e protestante, ma soprattutto perché all’occhio del visitatore inesperto la cerimonia eucaristica è del tutto singolare. Infatti la liturgia protestante prevede che alla comunione partecipi tutta la comunità, per questo il Corpo e il Sangue di Cristo vengono distribuiti e divisi tra tutti i devoti.

Un incontro tra i due cuori romani si può far risalire ai primi anni ’90 quando uno dei maggiori esponenti politici del mondo cattolico, Papa Giovanni Paolo II (Papa Wojtyla) si recò nella cattedrale per la funzione. Indipendentemente dalla propria attitudine filosofica, spirituale o religiosa assistere ai riti nella Chiesa di Debrecen, specialmente durante la Pentecoste, costituisce un interessante appuntamento conoscitivo. La storia del protestantesimo e quella delle vicende politiche che hanno sfumato i contorni e i confini della tradizione religiosa stessa, costituiscono solo una parte degli aspetti che vorticano attorno ad una città di confine ricca di cultura e humus civico-sociale. Ricchezze, quelle di Debrecen, che si diramano da e tra l’Università e le numerose associazioni e gallerie artistiche che energicamente ne ravvivano la carne e lo spirito.



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Foto: visit-hungary.com, Till Westermayer