Lo spacciatore di fumetti è una storia potente, intensa e profonda, capace di commuovere e divertire al tempo stesso. Scritta con uno stile vivace e profondo, si fa leggere tutto d’un fiato. Si tratta di un romanzo di formazione con substrato storico. Attraverso l’espediente originale della passione per i fumetti sa affascinare i lettori di qualsiasi età, facendo riflettere sui temi intramontabili della libertà, della giustizia e dell’amicizia. Insegna i valori positivi dell’onestà intellettuale e della crescita personale.

La trama è intrigante ma non complessa. Narra le avventure di alcuni quindicenni poco prima della caduta del muro di Berlino, i quali, quasi senza volerlo, contribuiscono al cambiamento in arrivo su Budapest e sull’Ungheria.

Leggere fumetti americani nel 1989 a Budapest

In meno di trecento pagine, l’autore, Pierdomenico Baccalario, riesce a trasmette le ansie, le inquietudini, i sentimenti e le emozioni di un ragazzo che vive una realtà oppressa da una dittatura totalitaria.

La storia di Sándor e dei suoi amici si svolge a Budapest nella primavera del 1989, poco prima della caduta del regime comunista. La Budapest di quegli anni è una città lapidaria nei suoi divieti e mellifluamente minacciosa, apparentemente tranquilla ma con occhi ovunque che spiano e limitano le possibilità dei cittadini.

Eppure un ragazzo può fare la differenza, può cambiare, fuggire da questa gabbia e scoprire un altro mondo. L’avventura di Sándor è questa: la sua crescita, la consapevolezza di doversi costruire un futuro. Il tutto, accompagnato da un buon fumetto.

Sándor Földesi, lo spacciatore di fumetti

Prima della caduta del comunismo perfino un passatempo innocuo come leggere fumetti deve essere fatto clandestinamente. Per il rigido governo ungherese questo è un vero reato perché induce alla rivolta, eccita gli animi, porta la libertà.

Il protagonista Sándor Földesi, uno studente di quindici anni, di professione fa proprio lo spacciatore di fumetti occidentali (soprattutto americani) che vende sottobanco agli amici e ai compagni di scuola. La merce gli viene fornita da un misterioso uomo di mezza età, Mikla Francia Kiss, di cui si conosce solo il nome.

L’appuntamento è per l’11 di ogni mese alle cinque del pomeriggio, alla solita panchina in un parco di Budapest. Le autorità, pur sguinzagliando i servizi segreti e tentando sabotaggi guidati dall’inquietante dottor Kádár, non riescono a scoraggiare la passione che Sándor, Nikolai, Bibo e Zio Szabó nutrono per i loro supereroi: Batman, Spiderman, i Fantastici Quattro e Freccia Nera su tutti.

La caduta del Muro di Berlino

Sándor e i suoi amici imparano dai fumetti a resistere alla loro triste vita, fatta di famiglie disastrate, di una scuola che sembra una prigione e di un regime sempre più oppressivo. Le tensioni esterne confluiscono anche in lotte interne tra squadre di ragazzini che si sfidano e si mettono nei guai, vivendo al contempo le avventure più belle della loro vita, in sella a vecchie biciclette, pedalando come schegge tra le vie di Budapest. Finché il signor Francia Kiss non si presenta al consueto appuntamento e, al suo posto, Sándor trova soltanto un giornale spiegazzato.

Sándor, col suo gruppo di amici, cerca di capire cosa gli sia successo e poco a poco si ritrova coinvolto in qualcosa di più grande di lui. Costretto a crescere e a prendere decisioni drammatiche, tra clienti che protestano, amicizie che si incrinano, il rischio di essere scoperto a scuola ed una condizione familiare tutt’altro che felice, il tutto cercando continuamente di sfuggire alla polizia e avendo come unica alternativa la fuga dalla città. Il destino rimarrà incerto fino a quando un nuovo vento di libertà soffierà sulle loro vite.

La «Gazzetta Letteraria» ungherese

Indirizzato ad un pubblico di adolescenti, il libro è di piacevole lettura anche per gli adulti e in realtà è anche un romanzo storico (pur con delle licenze poetiche) oltre che di formazione. Nel racconto, infatti, si parla di temi sociali e politici realmente verificatisi. Ma anche della storica «Gazzetta Letteraria» ungherese il cui ultimo numero uscì il 2 novembre 1956. Dopo la chiusura, i suoi collaboratori dovettero cominciare a stamparla prima a Londra e poi a Parigi.

La prima copia ungherese fu nuovamente stampata proprio nel 198. Per questo motivo l’autore ha immaginato che i redattori (i cui nomi e personaggi sono del tutto fittizi) ci stessero già lavorando prima della notte del fatidico 26 giugno, che nel racconto segnerà la svolta epocale per Budapest e per i suoi abitanti.

 

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Foto: libriingioco