Nelle ultime settimane, diverse testate locali ed internazionali, tra le quali la CNN, si sono occupate della questione dell’antisemitismo in Europa, e nello specifico in Ungheria, dove da anni le relazioni tra la comunità ebraica e l’attuale governo sono sotto i riflettori dei mass media europei. Inoltre, a dare maggiore slancio alle riflessioni circa lo stato dell’antisemitismo nel Vecchio continente, vi è il fatto che la scorsa settimana si sia celebrata Hannukkah, una delle festività ebraiche più celebri, che anche a Budapest ha previsto, come ogni anno, una serie di eventi pubblici e celebrazioni.

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Immagine delle celebrazioni di Hannukkah a Budapest nel 2017 in Piazza Nyugati

Ma andiamo con ordine. Il recente dibattito sull’antisemitismo in Ungheria inizia giovedì scorso, quando István Szávay, capogruppo del partito Jobbik all’Assemblea nazionale ungherese, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico di leadership a causa di un file audio, nel quale sostiene di aver assaltato verbalmente e fisicamente una donna ebrea in un pub della capitale ungherese. Nel messaggio vocale, si sente l’ex capogruppo del partito di estrema destra vantarsi di aver malmenato la donna, rea di aver espresso disgusto nei confronti del leader in questione. Nel messaggio vocale Szávay ammette testualmente: “[La donna] stava urlando “sento puzza di nazisti qua”, così l’ho stesa, sporca ebrea”.

Inoltre, negli stessi giorni in cui i giornali riportavano la notizia legata a Szávay, la CNN pubblicava due reportage nella sua sezione internazionale. Il primo è uno studio qualitativo sull’antisemitismo in undici paesi europei, tra cui l’Ungheria. Lo studio dimostra come in Ungheria quasi una persona su cinque abbia una visione negativa degli ebrei, mentre nel resto del continente questa stima si attesterebbe sull’1 a 10. Inoltre, l’Ungheria sarebbe l’unico paese in cui la visione positiva degli ebrei (21%) risulti molto vicina a quella negativa (19%), mentre negli altri paesi la positiva è decisamente più alta.

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István Szávay, ex capogruppo di Jobbik in Parlamento, accusato di antisemitismo

Dati, quelli della CNN, che non si allontanano troppo dai risultati descritti nella ricerca “Ebrei ed ebraismo in Ungheria nel 2017”, realizzata dai sociologi András Kovács e Ildikó Barna e pubblicata quest’estate. Infatti, secondo la ricerca, i due terzi degli appartenenti alla comunità ebraica pensano che l’antisemitismo in Ungheria sia un serio problema, mentre circa il 50% ne ha fatto esperienza diretta. Dati di particolare effetto, specie se comparati a quelli dell’ultimo studio realizzato sugli ebrei in Ungheria nel 1999, anno in cui la preoccupazione per l’antisemitismo era inferiore rispetto ad oggi.

Il secondo report della CNN, riguarda invece la polemica relativa all’apertura a Budapest di un nuovo museo dell’olocausto, fortemente voluto dal governo Orbán, che si andrebbe a sommare al già presente Memoriale della Shoah. Secondo l’autrice del reportage, l’obiettivo del governo è quello di costruire un centro museale basato sul revisionismo storico, assolvendo gli ungheresi dal loro ruolo nello sterminio dell’ebraismo magiaro. Non a caso, perfino la comunità ebraica ungherese (MAZSIHISZ), ha rifiutato di dare il proprio patrocinio all’iniziativa revisionista del governo Orbán, la cui risposta all’articolo della testata americana non ha tardato ad arrivare. Infatti, in una lunga nota, l’esecutivo magiaro ha definito “politico” l’attacco del giornale statunitense, e difeso la posizione del governo, che da sempre lotta contro l’antisemitismo.

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Viktor Orbán all’inaugurazione della sinagoga di Subotica, in Serbia

Infine, l’ultimo evento della settimana legato all’antisemitismo in Ungheria, riguarda la copertina del settimanale filo-Orbán Figyelo, la quale raffigura il presidente della Comunità ebraica ungherese nel mezzo di una pioggia di banconote. L’immagine, che riprende l’antico stereotipo razzista dell’ebreo legato al denaro, nasce in seguito alla polemica circa ipotetiche irregolarità finanziarie legate alla ristrutturazione di una sinagoga nella capitale ungherese. L’accusa, secondo la comunità ebraica ungherese, non solo non si basa su alcun fatto, ma ha come unico obiettivo quello di attaccare un leader religioso per la sua appartenenza, rispolverando antiche immagini stereotipate, particolarmente in voga negli anni del nazionalsocialismo.

In ogni caso, come citato all’inizio dell’articolo, in occasione dell’accensione pubblica in Piazza Madach della prima candela di Hannukkah, il sindaco della capitale ungherese, István Tarlós, ha ricordato l’enorme contributo culturale, sociale ed economico degli ebrei di Budapest, sottolineando che “non dobbiamo mai dimenticarlo, e siamo a loro grati”. Inoltre, nel corso del suo breve discorso, ha ribadito come “l’antisemitismo non sia un fenomeno presente a Budapest”.

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Foto: Haaretz, 24.hu, XIV kerulet