La regione del Tokaj, nell’Ungheria nordorientale, viene perlopiù associata al suo celebre vino dolce, prodotto in una molteplicità di città in tutta l’area. Tuttavia, la regione è stata anche sede di una vivace e numerosa comunità ebraica, che ha dato i natali ad alcuni dei rabbini chassidici più celebri mai vissuti, i cui luoghi di sepoltura costituiscono le tappe di pellegrinaggi annuali che vengono generalmente svolti in concomitanza con l’anniversario della morte di ciascuno di questi.

Un partecipante al pellegrinaggio nella regione del Tokaj. Foto di Bence Illyes

I primi ebrei si stabilirono nell’area a partire dal XVIII secolo, e da subito si inserirono nella produzione e nel commercio internazionale del vino. La vita ebraica di questa regione viene però ricordata anche grazie alle opere benefiche dei rabbini citati, celebri per la loro saggezza e capacità curative, per le quali ancora oggi migliaia di fedeli si riversano ogni anno nella regione per dimostrare il loro profondo rispetto nei loro confronti.

Il pellegrinaggio tocca 10 villaggi e percorre una distanza di circa 150 chilometri. In ciascuno di questi villaggi esiste un cimitero ebraico, una sinagoga, o un qualsiasi altro segno della storica presenza ebraica nella regione, perlopiù svanita in seguito alla Shoah ed alla rivoluzione del 1956. Il pellegrinaggio parte e termina nel meraviglioso villaggio di Mád, per poi toccare Tarcal, Tokaj, Bodrogkeresztúr, Olaszliszka, Sárospatak, Sátoraljaújhely, Erdőbénye, Abaújszántó e Tállya.

Momento di preghiera alla tomba di un rabbino nel Tokaj. Foto di Bence Illyes.

Per una questione di spazio, in questo articolo non parleremo di ciascun luogo, ma rimandiamo il lettore al sito internet, in inglese e ungherese, dell’itinerario ebraico della regione, finanziato con fondi europei, statali e di istituzioni religiose indipendenti.

Come menzionato, il pellegrinaggio ha inizio a Mád, un villaggio di 2000 abitanti nell’Ungheria orientale, dove ha sede una delle sinagoghe più belle del paese, se non d’Europa. Costruita nel 1795 in stile barocco, la sinagoga è stata completamente ristrutturata, cercando di mantenere le decorazioni interne il più fedeli possibile, tra il 2002 ed il 2004. Non a caso, nel 2005 ha vinto il premio Europa Nostra, ed in seguito è stata classificata tra le 100 sinagoghe più belle del mondo. L’atmosfera intima e la dovizia dei dettagli decorativi, non può che lasciare il turista a bocca aperta.

Interno della Sinagoga di Mad

A pochi passi dalla sinagoga ha sede la moderna mostra permanente interattiva dedicata alla vita ebraica nel Tokaj, nonché un ostello dedicato ai pellegrini che visitano la regione per i pellegrinaggi. Su un leggero promontorio che domina buona parte del villaggio si trova invece il cimitero ebraico cittadino, nel quale sono sepolti alcuni dei saggi rabbini.

La seconda tappa del pellegrinaggio è rappresentata da Tarcal, la cui sinagoga è attualmente disponibile come Airbnb (su questo argomento potremmo tornare in futuro), mentre la terza tappa è a Tokaj, capoluogo regionale, la cui sinagoga è impiegata come centro culturale comunale. Diversa è la storia a Bodrogkeresztúr, villaggio di poco più di 1000 abitanti sulla strada da Tokaj ad Olaszliszka, capitale dello chassidismo ungherese. Qua ebbe la propria corte il Rabbino Saje Steiner (1851-1925), la cui tomba può esser visitata nel cimitero ebraico. La Casa del Rabbino e la sinagoga locale sono oggi mantenute da un gruppo di ebrei chassidici, che ogni anno danno ospitalità ad oltre 10.000 ebrei chassidici provenienti da ogni angolo del mondo. Tanto la sinagoga quanto la casa possono essere visitate, e i gestori non mancheranno di offrirvi un caffè e dei biscotti.

Esterno della Casa del Rabbino a Bodrogkeresztur. Le scritte sono in Yiddish, lingua degli ebrei dell’Europa orientale

A pochi chilometri a nord di Bodrogkeresztúr si trova Olaszliszka. Coloro i quali masticano un po’ l’ungherese, saranno rimasti sorpresi dal nome di questa località, in quanto “olasz” in ungherese significa italiano. Il paese infatti deve il suo nome ad un gruppo di viticoltori che vi si stabilirono nel XII secolo. Tuttavia, i viticoltori in questione non erano affatto italiani, ma valloni, ma poco importa.

A Olaszliszka si può ancora ammirare la facciata orientale della sinagoga, insieme ad alcuni resti ancora intatti. Negli ultimi anni è stato anche costruito un memoriale dedicato alle vittime della Shoah, che consiste nella ricostruzione della facciata originale della sinagoga, sulla quali sono apposti dei rettangoli con sopra inciso il cognome di una famiglia ebraica del villaggio. Di notte il monumento viene illuminato con i nomi di coloro i quali sono stati uccisi durante la Shoah. Su una leggera collina si trova invece il cimitero ebraico, nel quale riposa il Rabbino Hershel Tzvi Friedmann, noto per la sua devozione ed austerità.

Resti originali dell’antica sinagoga di Olaszliszka

Sátoraljaújhely è, insieme a Tokaj, la tappa più popolosa del pellegrinaggio. Sita al confine con la Slovacchia, qua si trovano ben due cimiteri ebraici, il vecchio ed il nuovo, e due ex sinagoghe: una sita nel centro del paese ma priva di qualsiasi segno di riconoscimento, mentre l’altra è rimasta dall’altro lato del confine, a Slovenske Nove Mesto. Il Rabbino Moses Teitelbaum guidò la locale comunità ebraica per oltre trent’anni, e vi fondò una celebre dinastia rabbinica. La tomba di Rav. Teitelbaum si trova nel vecchio cimitero ebraico cittadino.

Infine, nel verde e sperso villaggio di Erdőbénye si trova un cimitero ebraico ed un piccolissimo mikveh, un bagno rituale ebraico. Questo secondo edificio si trova in un vicolo cieco e non ha nessun segno distintivo che possa aiutare il turista alla sua localizzazione. Non esistono, inoltre, segnali stradali da nessuna parte che possano aiutare a trovarlo. L’edificio non è accessibile, ed è stato da poco ristrutturato per evitarne il collasso.

Mikveh, bagno rituale ebraico, a Erdőbénye

La regione del Tokaj ha molto da offrire aldilà del suo celebre vino e delle sue campagne mozzafiato. Esiste infatti anche un percorso fatto di meravigliosi luoghi artistici da scoprire, e storie da raccontare e tramandare. I luoghi descritti in questo articolo sono aperti e visitabili tutto l’anno (tranne il sabato e durante le festività ebraiche), e danno la possibilità a coloro che li visitano di essere partecipi di una storia che continua grazie al lavoro di coloro i quali hanno dedicato gli ultimi anni al recupero ed alla valorizzazione di questi luoghi.

Per chi si trovasse a Budapest e non potesse andare di persona a visitare i luoghi descritti, dal 13 febbraio 2020, presso lo spazio espositivo Csanyi5, avrà luogo una mostra fotografica che racconta il pellegrinaggio nel Tokaj. Bence Illyes, giovane fotografo ungherese, ha partecipato ad uno di questi pellegrinaggi, immortalandone i personaggi ed i luoghi. Per chi volesse, l’autore sta raccogliendo i fondi necessari allo sviluppo della mostra. 

 

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Foto di copertina: Bence Illyes

Foto: Michele Migliori, Bence Illyes