Alla richiesta di aiuto arrivata dal governo di Roma Budapest si è messa in moto. Dall’Ungheria sono state spedite in Italia 100.000 mascherine protettive e 5.000 camici protettivi. Un aiuto concreto per fronteggiare quello che è diventato il nemico comune delle nazioni europee: il coronavirus. Un aiuto non scontato visto le numerose polemiche che nelle ultime settimane ci sono state tra alcuni esponenti del governo italiano e una parte della stampa italiana (addirittura un giornale ha titolato in prima pagina “Budapeste”) e il governo ungherese.
Un aiuto probabilmente più forte dal punto di vista simbolico che da quello pratico visto i numeri non particolarmente alti. L’Ungheria è un piccolo paese che non possiede una grande capacità produttiva di prodotti sanitari. Nonostante questo però Budapest è diventata un punto fermo nella distribuzione di aiuti nella regione. Dall’Ungheria sono partiti aiuti consistenti verso la Macedonia del nord (sempre 100.000 mascherine e 5.000 camici), ma anche verso Serbia, Ucraina, Slovenia e Croazia.
Aiuti dall’Ungheria sono partiti anche a favore delle comunità ungheresi presenti nei paesi limitrofi come testimonia il video postato dal ministro degli esteri ungheresi, Péter Szijjártó, molto attivo in questi giorni per ricevere il maggior numero di materiale sanitario e ridistribuirlo tra i paesi della regione centro-europea.
A fornire la possibilità all’Ungheria di aiutare i propri vicini sono soprattutto gli aiuti che arrivano dall’oriente, Cina e Sud Corea (a pasqua sono arrivate più di 5 milioni di mascherine), ma anche dal Consiglio turco, in questi giorni sono arrivate mezzo milione di mascherine dall’Uzbekistan. L’ultima settimana in totale sono arrivate più di 13 milioni di mascherine in Ungheria. Gli importanti contatti diplomatici avviati dal governo di Orbán con i paesi asiatici e la volontà di entrare nel Consiglio turco hanno, in questo momento, fatto vedere i propri frutti.
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Foto copertina: Magyarország kormáya
