1- Che cosa è il Trianon?
Il Trianon è il Trattato di pace che sancisce la fine della Prima guerra mondiale per l’Ungheria. Viene firmato il 4 giugno 1920 dai delegati del governo ungherese.
2- Quanti territori perde l’Ungheria?
Il trattato prevede per l’Ungheria nuove frontiere (dall’articolo 27 all’art. 35). La nuova Ungheria possedeva un territorio di 93.000 kmq (a fronte dei 325.000 di prima) e una popolazione di 7.516.000 abitanti (prima ne contava 20.886.000). Venivano ceduti i seguenti territori: alla Cecoslovacchia 63.000 kmq con 3.576.000 abitanti; alla Jugoslavia 63.000 kmq con 4.122.000 abitanti; all’Austria 4.000 kmq con 358.000 abitanti; alla Romania 102.000 kmq con 5.265.000 abitanti.
In totale l’Ungheria perdeva 232.000 kmq (il 72% del suo territorio) e 13.370.000 abitanti (il 64% dei suoi abitanti) a favore di Cecoslovacchia, Romania, Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, Austria e della città indipendente di Fiume.
Insieme a zone abitate preponderatamente da popolazione non ungheresi ai nuovi Stati vengono assegnate numerose regioni e città abitate in prevalenza da ungheresi. Milioni di ungheresi si ritrovano ad essere cittadini di “serie b” in altri Stati, spesso di nuova costituzione. Un quarto degli ungheresi da allora vive al di fuori dei confini nazionali, ma vicino, dal punto di vista geografico alla propria Madrepatria.
3- L’Ungheria era responsabile della guerra?
Ampio il dibattito storiografico su questo punto. L’Ungheria era parte autonoma della Monarchia Austro-Ungarica. Il Ministero degli esteri e il Ministero della guerra erano però comuni, ed erano austriaci. Sicuramente è stata la parte austriaca a spingere per un coinvolgimento in guerra, d’altronde l’Ungheria aveva poco da guadagnare e molto da perdere in caso di un conflitto armato. Il primo ministro ungherese, István Tisza, però non condannò il conflitto ma accetto le disposizione dell’Imperatore.
4- Perchè l’Ungheria cede territori anche all’Austria?
Durante la Conferenza di Pace sia l’Ungheria che l’Austria vengono ritenute responsabili della guerra. Alla Conferenza di Pace nella riscrittura dei nuovi confini europei si decide di annettere l’Ungheria occidentale (il Burgenland) all’Austria in quanto la maggior parte della popolazione di questa regione era di lingua tedesca. In questo caso vengono utilizzati quindi i principi wilsoniani di “autodeterminazione delle nazioni”, in altri no. Nella prima versione anche la città di Sopron avrebbe dovuto passare all’Austria, ma questo poi non avvenne.
5- Breve cronologia di come si arriva al Trianon
Breve cronologia di come si è arrivati alla firma del Trattato:
31 ottobre 1918. Rivoluzione delle rose. Crolla l’Austria-Ungheria, a Budapest si forma un governo democratico guidato dal conte Károlyi.
3 novembre 1918 cessano ufficialmente le ostilità tra Italia e Austria-Ungheria. L’armistizio di Villa Giusti, in Veneto dove si trovavano le truppe austroungariche. L’Armistizio delinea il cessate il fuoco. Le truppe austroungariche devono ritirarsi nelle proprie frontiere. La duplice perde la guerra ma le proprie truppe non erano nel proprio territorio ma avevano già sfondato le linee nemiche a Caporetto.
13 novembre 1918. Protocollo di Belgrado. Il nuovo governo ungherese intavola trattative con i nemici. Il premier Károlyi si presenta come successore di Kossuth e non responsabile della guerra. Viene stabilita la linea di demarcazione nel sud dell’Ungheria. L’esercito ungherese viene smobilitato. La linea passa per Szabadka, Baja, Pecs (all’interno dei confini ungheresi di oggi).
6 dicembre 1918. Linea Hodza. E la prima linea di demarcazione che stabilisce il confine settentrionale, accordo tra governo ungherese e slovacchi. Stabilisce che Poszony (Bratislava), Kassa (Kosice), Ungvár (Uzhorod) rimangano sotto amministrazione ungherese. I rappresentanti cechi sono contrari e inviano l’esercito a occupare le zone menzionate.
23 dicembre 1918. Linea di demarcazione dell’intesa, che legittima l’acquisizione territoriale delle truppe ceche. Il confine viene stabilito lungo il Danubio, a circa 50 km da Budapest. Inascoltate le proteste del governo ungherese.
20 marzo 1919. La nota Vix. La nota informa il governo ungherese delle decisioni prese alla Conferenza di Pace. Crea una zona neutra tra ungheresi e romeni, le truppe ungheresi devono ritirarsi di decine di km in Transilvania. Debrecen e Szeged sono anche in zona neutra. Crolla il governo ungherese, il primo ministro da il potere a socialisti e comunisti.
Aprile-maggio. L’Ungheria diventa una Repubblica dei Soviet. L’armata rossa ungherese attacca militarmente gli eserciti occupanti e vittoriosa libera parte della Slovacchia.
13 giugno 1919. Nota Clemenceau. Nota del presidente francese per intimare all’Ungheria di ritirarsi dalla Slovacchia.
17 luglio 1919. Il Soviet ungherese nonostante i grandi problemi sul fronte interno lancia un’offensiva contro l’esercito romeno nei pressi del Tibisco, lanciando un appello ai proletari di tutto il mondo. L’offensiva si risolve con un pesante insuccesso.
3 agosto 1919. Il Soviet ungherese in balia dei problemi interni non ha possibilitá di difendere Budapest. La sera le truppe romene entrano nella capitale. Finisce l’esperienza sovietica ungherese.
16 novembre 1919. Le truppe di Horthy partite da Szeged marciano su Budapest decretando la nascita di un governo conservatore.
6- Quali erano le rivendicazioni verso l’Ungheria?
Iugoslavia, Romania e Cecoslovacchia avevano presentanto rivendicazioni territoriali più ampie di quelle poi che il trattato del Trianon le assegnò. Eccole qui evidenziate in questa mappa.
7- Chi firma il Trattato del Trianon per l’Ungheria?
Ironia della sorte il Trattato di pace viene firmato dai governi della destra nazionalista ungherese, dai governi della la reggenza Horthy. Il primo ministro è Sándor Simonyi-Semadam, primo ministro da marzo a giugno, con come scopo unico l’accettazione del Trattato. Però neanche lui se la sentirà di firmare un atto così duro. Le firme in calce al documento vengono apposte dai delegati Ágost Benárd e Alfréd Drasche-Lázár.
8- USA e URSS non firmano il Trattato
Le due potenze che emergono dal conflitto mondiale sono gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica. Entrambe queste potenze non firmano però i Trattati di Pace. Gli USA procedono verso l’isolamento internazionale a causa delle critiche verso trattati di Pace che non seguono lo spirito wilsoniano. L’URSS ripudia la diplomazia capitalista, e considera i trattati di pace frutto dell’imperialismo.
7- Quanti ungheresi vivono da allora fuori dall’Ungheria?
Difficile stabilirlo con certezza. I dati statistici su lingua e nazionalità sono sempre molto delicati e poco precisi. Dal 1920 in poi molti ungherese hanno lasciato i territori persi in diverse ondate migratorie. Ci sono inoltre i processi di assimilazione. Possiamo dire che nel 1920 circa un quarto degli ungheresi abitava nei territori persi, circa 2,5 milioni sui 10 milioni totali. Oggi gli ungheresi all’estero sono circa un quinto del totale. Continuano ad essere circa 2,3 su 12 milioni. Dai dati statistici ufficiali: 1.244.000 in Romania, 460.000 in Slovacchia, 254.000 in Serbia, 200.000 in Ucraina, 77.000 in Austria, 14.000 in Croazia, 7.500 in Slovenia.
8- Come è cambiato il numero degli ungheresi nei territori?
Dopo la firma del Trattato del Trianon molti ungheresi diventano minoranze nazionali in altri paesi. Un fatto nuovo per l’Ungheria che non aveva conosciuto questo problema se non in minima parte con la popolazione Csángo che abitava in Moldavia. Dal 1920 il numero degli ungheresi all’estero è diminuito per diversi motivi. Emigrazione, tassi di natalità bassi, assimilazione. In particolare è diminuita la percentuale di ungheresi presenti nei territori. I dati statistici su lingua e nazionalità sono sempre molto sensibili e spesso non corretti. Qui sotto potete vedere una tabella che riporta la percentuale degli ungheresi in Slovacchia, Transilvania, Croazia, Vojvodina e Transcarpazia.
9- Il caso particolare di Sopron
Il capoluogo dell’Ungheria occidentale, del Burgenland, Sopron è sicuramente un caso particolare. La città nel 1920 aveva nel censimento una maggioranza di abitanti di lingua tedesca 51%, contro il 44% di ungheresi. Per questo rispettando il diritto all’autodeterminazione dei popoli alla Conferenza di Pace la città viene designata all’Austria insieme alla regione. Le proteste diplomatiche ungheresi trovano supporto nella diplomazia italiana che si impegna in un’opera di mediazione tra le due parti. Si decide così di procedere a referendum per decidere a quale stato la città dovesse appartenere.
Il referendum si tiene tra il 14 e il 16 dicembre 1921. Su 26.000 votanti partecipano al voto l’89%. Il 65% sceglie l’Ungheria, il 35% l’Austria. Sopron rimane quindi all’Ungheria e per questo verrà designata dal governo ungherese con il titolo di “civitas fidelissima“. Dopo questo esito altre piccole comunità inizialmente assegnate all’Austria chiederanno il referendum. Nel 1923 così altri 8 piccoli comuni torneranno all’Ungheria, mentre 3 voteranno a favore dell’Austria.
10- Sono cambiati i confini dopo dopo il Trianon
Queste sono state le modifiche ai confini dell’Ungheria:
1920: la città di Sopron torna all’Ungheria.
1922: Szomoróc, confine occidentale. Piccolo paese di meno di un centinaio di anime. Il primo agosto 1920 gli abitanti con l’aiuto della polizia hanno scacciato l’esercito iugoslavo. Dopo lunghe trattative nel 1922 viene riannesso ufficialmente all’Ungheria.
1923: otto piccoli comuni del Burgenland tornano all’Ungheria dopo referendum.
1938: Primo Arbitrato di Vienna. Territori della Cecoslovacchia meridionale pari a 12.000 kmq tornano all’Ungheria, tra cui Kassa (Kosice).
1939: Invasione della Transcarpazia. Il governo ungherese invade militarmente la Rutenia. Vengono riannessi 12.000 kmq.
194o: Secondo Arbitrato di Vienna. La Romania cede all’Ungheria 43.000 kmq dopo la mediazione di Germania e Italia. La Transilvania settentrionale e le regioni Székely passano all’Ungheria.
1941: Invasione della Iugoslavia. L’Ungheria partecipa all’invasione insieme a Germania e Italia. Vengono annessi 11.000 kmq in Voivodina e nella Slovenia orientale.
1947: Due comuni vicino a Pozsony (Bratislava) vengono annessi alla Cecoslovacchia. Praga li rivendica in quanto troppo vicini a Pozsony (Bratislava) per rimanere in Ungheria. I comuni di Dunacsún e Horvátjárfalu passano alla Cecoslovacchia nelle trattative di Pace.
11- L’Ungheria nella Seconda Guerra mondiale
L’Ungheria firma il patto di alleanza con la Germania nazista il 20 novembre 1940. Già negli anni precedenti l’Ungheria era vicina all’Asse grazie alla politica di revisione dei confini. Il primo impegno militare avviene nel giugno 1941 con l’invasione della URSS. Hitler chiede ufficialmente all’Ungheria di contribuire. L’Ungheria non aveva rivendicazioni territoriali nei confronti dell’URSS ma entra in guerra principalmente per due motivi: l’ideologia anti-comunista del governo ungherese, e la necessità di competere con la Romania per avere i favori di Hitler per le rivendicazioni sulla Transilvania.
12- Dopo la seconda guerra perchè tornano i confini del Trianon?
Dopo la Seconda guerra mondiale l’Ungheria siede nuovamente tra le potenze sconfitte. Nonostante questo però le potenze occidentali, Regno Unito e USA in primis, erano intenzionate ad un aggiustamento dei confini in favore di Budapest e tenendo conto del fattore nazionale. Trovano però l’opposizione totale di Stalin. Il leader comunista era intento a “punire” l’Ungheria. L’URSS era contraria a qualsiasi concessione verso l’Ungheria principalmente perchè l’Ungheria dichiarò guerra a Mosca senza alcuna rivendicazione territoriale. Alcuni storici ipotizzano che Stalin abbia promesso a Horthy un atteggiamento di riguardo nel caso l’Ungheria non avesse partecipato alla campagna contro l’URSS. In secondo luogo nel 1944-45 quando le sorti della guerra si erano capovolte, con l’avanzata dell’Armata rossa un’altra proposta da Mosca sembra essere giunta a Budapest e Bucarest. Il primo governo che lascerà l’alleanza con i nazisti potrà avere tutta la Transilvania. Nell’agosto del ’44 la Romania esce dall’allenza con i nazisti e cambia fronte di guerra, l’Ungheria aveva tentato di farlo, ma invano visto che i nazisti occupano il paese. La Transilvania del nord viene occupata momentaneamente dall’Armata rossa, ma dopo la guerra tornerà alla Romania.
Trattative per modificare i confini a favore dell’Ungheria vengono intavolate dal leader stalinista Rákosi in particolare verso la Romania. Senza successo però. Alla conferenza di Pace l’Ungheria è stata assegnata alla zona di influenza sovietica. Il rifiuto di Mosca a una modifica dei confini riconferma il Trattato del Trianon.
13- I leader comunisti ungheresi e i territori persi
La maggior parte dei leader comunisti ungheresi era nata proprio nei territori persi con il Trattato del Trianon. I territori persi erano anche i bacini più importanti, ad esclusione di Budapest, per il consenso alla sinistra socialista ungherese. Bela Kun era nato a Salonta nei pressi di Oradea, Mátyás Rákosi a Ada in Voivodina, János Kádár a Fiume.
14- Perchè il Trianon diventa tabù con il comunismo?
Nell’ideologia comunista il nazionalismo veniva condannato. Nell’Ungheria socialista quindi anche il solo richiamarsi al Trattato del Trianon o alle minoranze ungheresi all’estero poteva essere considerato un richiamo al nazionalismo. Il ricordo dei confini dell’Ungheria storica era quindi passibili di propaganda nazionalista o peggio sciovinista. specie nel momento in cui tutti questi paese era paesi socialisti e quindi alleati. Questo ancora di più dopo la fallita rivoluzione del 1956. Nell’Ungheria comunista esistevanmo quindi due grandi tabù dal punto di vista della memoria storica: la rivoluzione del 1956 e la “Grande Ungheria”. Per questo tutti i monumenti o anche i soli richiami alla “Grande Ungheria” furono tolti dai luoghi pubblici del paese. Addirittura dalle statue di piazza degli Eroi. Nella raffigurazione presente sotto la statua di Re Colimano la conquista della Dalmazia viene tolta con una raffigurazione “più neutrale”.
15- Cosa succede dopo il 1989?
Con la caduta del comunismo come un fiume carsico ritorna la memoria nazionale, ritorna il ricordo del Trianon e si inizia a parlare delle comunità ungheresi all’estero. Anzi proprio il parlare di quello che succedeva alle minoranze ungheresi fa da detonatore per il collasso dell’Ungheria socialista. Nel 1988 si tiene una grande manifestazione a Budapest per protestare contro le violenze che la comunità ungherese subiva in Romania. I manifestanti portavano i cartelli con scritti i nomi delle città e dei paesi della Transilvania.
Con le nuove elezioni del 1990 il primo premier eletto democraticamente, Antall József, nel primo discorso pubblico si dichiarerà “primo ministro di tutti gli ungheresi” un passaggio storico che voleva definitivamente tagliare i legami con un passato fatto di volute amnesie. Gli anni ’90 sono contrassegnati dal ritorno del dibattito pubblico del tema del Trianon, ma soprattutto di quello delle comunità ungheresi al di là dei confini. Perchè l’Ungheria post-89 conferma i propri confini statali, ma si impegna a difendere i diritti delle minoranze ungheresi. La regione è però segnata da forte instabilità, specie nel versante meridionale, in Romania e in Iugoslavia. Nel marzo del 1990 le giornate di Marosvásárhelyi ripropongono il tema delle minoranze ungheresi al mondo. In città scoppiano scontri violenti tra i romeni e gli ungheresi. La paura di un’escalation è reale, ma la fiamma della violenza viene controllata e spenta, almeno in Transilvania. Toccherà poi alla Iugoslavia dove le feroci guerre fraticide riguarderanno in particolare serbi, croati e bosniaci, ma avranno conseguenze pesanti anche sulla comunità ungherese.
16- Da quando il ricordo del Trianon è giornata nazionale?
Il 2010 il governo Orbán istituisce la “Giornata della coesione nazionale” il 4 giugno. Una giornata che serve a ricordare il Trianon ma soprattutto a ricordare che la comunità ungherese, nonostante le divisioni e le lacerazioni è stata in grado di rimanere unita.
17- L’Ungheria di Orbán e il Trianon
Dal 2010 numerosi sono stati gli interventi economici e politici a favore degli ungheresi all’estero. Dalla legge sulla doppia cittadinanza, che guarisce lo schiaffo subito dal mancato referendum del 2004, a tutta una serie di provvedimenti economici e legislativi. Nella retorica del governo ungherese il Trianon è diventato sempre più centrale. Una retorica fatta di poca capacità autocritica e tanta narrativa nazionalista che intende soprattutto colpevolizzare nemici interni ed esterni per il grande lutto nazionale. Una retorica che sebbene dalle forti tinte nazionali rifiuta ogni ipotesi di modifiche territoriali e marginalizza le frange ultranazionaliste. Non è un caso se nella retorica orbaniana insieme al Trianon è fondamentale anche il concetto di Europa centrale (Gruppo Visegrad). La politica di Budapest ha intavolato proficue relazioni diplomatiche con i paesi confinanti nonostante qualche polemica sulla storia che fu, polemiche storiche d’altronde non possono mai mancare in questa parte d’Europa. Il ritorno del ricordo del Trianon e il suo utilizzo nell’Ungheria di Orbán hanno coinciso con la ripresa di un forte ruolo regionale del paese, senza per questo dimenticare il ruolo di “Madrepatria”.
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