PLURICAMPIONI D’UNGHERIA

Il Ferencváros è la più blasonata squadra ungherese. 31 sono i campionati vinti dai biancoverdi. La squadra nasce nel lontano 1899  nel “distretto di Francesco”, il IX distretto di Budapest, e da qui ne prende il nome: Ferenc-Francesco, város-città. 

Il cuore delle Aquile verdi è nel IX distretto ma le imprese sportive fin da subito hanno fatto scaldare i cuori di tutta Ungheria. Il Fradi, come spesso viene chiamata, è la squadra più titolata e con più tifosi del paese, una Juventus in salsa magiara.

Gli ultimi anni è tornata protagonista dopo aver vissuto un periodo difficile tra il 2006 e il 2009 quando è stata retrocessa a causa della difficile situazione finanziaria. Oggi il Fradi è tornata ad essere la “superpotenza” del calcio magiaro.

COLORI SOCIALI:

bianco e verde

SOPRANNOME:

Fradi, Aquile verdi

PALMARES:

Ungheria: 31 scudetti, 23 Coppa d’Ungheria, 6 Supercoppa
Europa: 1 Coppa delle Fiere, 2 Coppa dell’Europa centrale

STEMMA:

ferencvaros

STADIO: LA GROUPAMA ARENA

Indirizzo: Budapest, Üllői út 129.
Capienza: 23.700

Casa del Fradi è oggi il Groupama Arena, moderno stadio costruito nel 2014 nella periferia meridionale di Pest. Prima al suo posto sorgeva lo storico stadio Flórián Albert. All’ingresso dello stadio vi è la statua che raffigura un’aquila simbolo della squadra. All’esterno si possono trovare anche tre statue una dedicata al fondatore della società, una a Flórián Albert e una a Sándor Kocsis.

LA STORIA DEL FERENCVÁROS

La squadra nasce il 3 maggio 1899 grazie al dr. Ferenc Springer, di cui è possibile trovare una statua nei pressi dello stadio. Dal 1901 al 2006 è stata costantemente nella serie A ungherese, e dopo tre anni in serie B (2006-2009) è tornata ad essere protagonista della massima serie.

– Gli inizi, lo scudetto del 100% e i primi successi europei

Il primo campionato vinto risale al 1903. Ma quello più imponente è sicuramente quello del 1931-32, chiamato anche lo scudetto del 100%, quando i biancoverdi vinsero tutte le 22 partite del campionato. 105 goal fatti, 18 subiti fu il bottino di un anno incredibile.
I primi successi europei arrivano negli anni venti-trenta quando il Fradi porta a casa due Coppe dell’Europa centrale, una delle prime competizioni calcistiche in Europa. La prima nel 1928 battendo in finale il Rapid di Vienna per 7 a 1 all’andata e perdendo il ritorno per 3 a 5.
La seconda nel 1937 battendo in finale la Lazio. All’andata a Budapest i biancoverdi si imposero 4 a 2 con tripletta di Sarosi, al ritorno a Roma si imposero per 5 a 4 in una gara ricca di colpi di scena, la Lazio infatti si era portata sul 4 a 2 già nel primo tempo.

– Anni ’60-’70: seconda stella e la Coppa delle Fiere

Dopo il 1945 nonostante la marginalizzazione alla quale è costretta dal regime comunista vince 15 titoli nazionali, conquistando la seconda stella nel 1967. Saranno proprio gli anni sessanta quelli contrassegnati da importanti successi in casa e in Europa.
In Europa nel 1965 vince la Coppa delle Fiere (Coppa delle Coppe) in finale battendo la Juventus a Torino per 1 a 0. Tre anni dopo sarà nuovamente in finale dopo aver eliminato il Bologna nelle semifinali incontra gli inglesi del Leeds arrivati secondo l’anno prima. La finale del 1968 gira a favore degli inglesi che vincono per 1 a 0 l’andata, mentre il ritorno finisce a reti inviolate.
Negli anni ’70 ancora due importanti prove. Le semifinali di Coppa UEFA del 1972 dove viene eliminata dal Wolverhampton 2-2 all’andata e 1-2 al ritorno. E la finale di Coppa delle Coppe del 1975 persa contro Dinamo Kiev per 3 a 0.

– Dopo il 1989: dalla Champions alla serie B

Dopo il crollo del comunismo ritorna in vetta della classifica ungherese confermandosi la squadra magiara più importante, raggiungendo nel 1995 i gironi di Champions League, prima squadra ungherese.Un gruppo di ferro con Ajax, Real Madrid e Grasshoppers. I magiari chiuderanno al terzo posto.
Nel 2005-2006 termina al quinto posto il campionato ma a causa della situazione finanziare la società retrocede. Dovrà aspettare tre anni nella seconda serie ed altri dieci per tornare a vincere uno scudetto, nel 2016. Da allora è però tornata a tutti gli effetti ad essere la regina d’Ungheria.

Nel 2020 torna nei gironi di Champions dopo 25 anni, affronterà: Juventus, Barcellona e Dinamo Kiev.

LA PARTITA PIÙ IMPORTANTE

Finale di Coppa delle Fiere 1964-65

JUVENTUS - FERENCVÁROS 0 – 1

74. Fenyvesi

 

A Torino il 23 giugno va in scena la finale tra la Juventus, padrone di casa ma priva dei suoi migliori elementi Sivori e Salvadore, e il Ferencváros, giunto in finale tra alti e bassi. Il primo tempo è un rapido susseguirsi di colpi di scena, ma con poche occasioni da gol per via di magistrali interventi difensivi da ambo le parti. Sono i magiari ad avere le palle gol più nitide, ma complice l’imprecisione non ne approfittano. Nella ripresa i Bianconeri creano tre pregevoli azioni ma non riescono a superare Géczi. Il periodo favorevole della Juventus scema e salgono in cattedra le Aquile verdi che tessono belle trame d’attacco, che solo gli interventi di Anzolin riescono ad arginare. A un quarto d’ora dalla fine una galoppata del terzino Novák termina col cross per Fenyvesi, il quale di testa infila il portiere bianconero per l’1-0 finale. Il Ferencváros diventa così la prima squadra dell’Est Europa a trionfare in una competizione continentale. [La Stampa]

JUVENTUS: Anzolin, Gori, Sarti, Bercellino, Castano, Leoncini, Stacchini, Del Sol, Combin, Mazzia, Menichelli
Allenatore: Heriberto Herrera

FERENCVÁROS: Géczi, Novák, Mátrai, Horváth, Orosz, Karaba, Varga, Albert, Rákosi, Fenyvesi.
Allenatore: József Mészáros.

 

IL GIOCATORE PIÙ IMPORTANTE

FLÓRIÁN ALBERT: L’IMPERATORE

Potremmo presentare Albert partendo dai suoi numeri: 350 presenze con il Fradi e 258 rete, ma sarebbe riduttivo. Albert era un giocatore completo ed estremamente elegante. Ambidestro per natura, giocava come centravanti partecipando alla manovra della squadra grazie alla sua abilità nei lanci lunghi, sfornando assist e finalizzando grazie ad un tiro potente e ad un fiuto del gol fenomenale. Imprendibile quando partiva in progressione palla al piede era sempre a disposizione dei compagni. Fuori dal campo spiccava per la sua educazione e le buone maniere che lo contraddistinguevano.

Esordisce con i biancoverdi a soli 16 anni, nel 1957. Il suo debutto nel calcio dei grandi è spettacolare. Segna subito una doppietta. Testa alta, incedere armonioso, visione di gioco sopraffina e verticalizzazioni rapidissime, questo ragazzo già uomo veste la casacca n. 9 e diventerà il centravanti più forte nella storia ungherese tanto da aggiudicarsi il ‘Pallone d’oro’ nel 1967, unico magiaro a vincerlo. 

Vince il ‘Pallone d’oro’, precedendo assi del calibro di Bobby Charlton, Eusebio e George Best, senza aver vinto alcuna competizione internazionale con le maglie del Ferencváros o dell’Ungheria. Una ragione in più per capire quanto fosse bravo e bello a vedersi ‘l’imperatore’.

I TIFOSI

 

Il Ferencváros è la squadra che ha maggior seguito in Ungheria. Una tifoseria compatta che segue in massa la squadra. Negli ultimi anni è balzata alle cronache per lo scontro con la dirigenza della società che ha portato al boicottaggio delle partite da parte dei gruppi ultras. 

Storicamente tra i tifosi più nazionalisti d’Ungheria. Nel periodo del socialismo (1948-1989) la squadra ne risentì venendo marginalizzata dal sistema del potere. Questo in realtà non fece che accrescere la simpatia dei gruppi nazionalisti e di opposizione al regime. Oggi la tifoseria del Ferencváros mantiene queste caratteristiche venendo generalmente indicata come una tifoseria fortemente nazionalista, politicamente orientata a destra, e dalle non rare dimostrazioni violente

Particolarmente forti le rivalità con l’Ujpest e l’MTK e con le squadre dei paesi adiacenti, in particolare le squadre romene. 



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Foto: index.hu, fradi.hu