La biochimica di origine ungherese Katalin Karikó sta attivamente operando ed ha giá contribuito in maniera rilevante, se non determinante, come pioniere nella ricerca alla base della tecnologia mRNA (acido ribonucleico) utilizzata nei due vaccini Covid-19 che hanno finora mostrato i risultati positivi piú soddisfacenti vale a dire quelli di Pfizer/BioNTech e di Moderna.

Gli studi a Szeged e poi gli Stati Uniti d’America

A seguito di un invito ufficiale ricevuto dalla Temple University di Filadelfia, Katalin lasció l’Ungheria e l’Università di Szeged nel 1985 dove giá dal ’78 aveva iniziato a sintetizzare l’mRNA (nel 1980 era entrata come ricercatrice presso il Centro di ricerca biologica dell’Accademia delle Scienze ungherese), per continuare la propria carriera accademica negli USA dove è stata ora proposta per il premio Nobel.

Per conoscere la storia di Katalin Karikó leggi qui.

Il vaccino contro il covid-19

Il suo lavoro infatti, ha contribuito a spianare la strada ai vaccini dei colossi farmaceutici Pfizer e consorzio BioNTech/Moderna contro il Coronavirus. Entrambi i brevetti hanno mostrato un’efficacia di circa il 95% negli studi clinici in fase avanzata, con il primo giá ufficialmente approvato dalla Gran Bretagna di Boris Johnson ed ora attende il via libera da Stati Uniti e UE.

La chiave di entrambi è l’mRNA, una molecola vettoriale a filamento singolo che fornisce istruzioni genetiche dal DNA, avvolte all’interno del nucleo cellulare, alle produzioni di proteine ​​della cellula al di fuori del nucleo. Nel caso dei vaccini, la molecola istruisce le cellule a iniziare a sfornare la proteina c.d. “spike” innocua come monito per il sistema immunitario a mobilitarsi contro il coronavirus.

Fra l’altro, la pronunciata adattabilità dell’mRNA ha aperto nuovi campi terapeutici non solo per i vaccini ma anche per alcuni farmaci in settori che vanno dal cancro all’ictus e alla fibrosi cistica.

kariko

Il documento universitario di Katalin Karikó

Vaccino: la distribuzione potrebbe essere complicata

Se la produzione del vaccino a base mRNA é teoricamente abbastanza semplice, complicata risulta invece la sua  distribuzione. I vaccini devono infatti essere tenuti congelati. Il vaccino deve essere trasportato in appositi contenitori termici (thermal shipper) in grado di monitorare costantemente la temperatura di -20 °C al proprio interno mantenuta per almeno 10 giorni mediante cadenzate rabboccature con ghiaccio secco. Una volta rimosso dal container, il vaccino deve essere conservato in un normale frigorifero domestico ad una temperatura oscillante tra 2 ° e 8 ° Celsius per non piú di cinque giorni.

La Karikó è entrata a far parte di BioNTech nel 2013 dove oggi oggi ricopre la carica di vicepresidente pur mantenendo ovviamente il ruolo di professore associato presso la Temple University di Filadelfia, portando la societá a contare 1.500 dipendenti ed un valore di capitalizzazione di mercato pari a 22 miliardi di Euro destinati ad aumentare se il vaccino produrrá gli effetti sperati.

I vaccini più sicuri

Da notare come i due vaccini sviluppati sulla base dell’mRNA elaborato dalla Karikó sembrano oggi i piú sicuri tra quelli disponibili perché il codice mRNA si degrada rapidamente senza lasciare tracce della proteina virale che scompare definitivamente lasciando solo l’anticorpo.



Per rimanere sempre informato sull’Ungheria: clicca qui!

Per saper di più sul vaccino: clicca qui!

 

© Riproduzione riservata

Foto: szeged.hu