La campagna di vaccinazione di massa è partita. L’ultimo giorno di febbraio sono state vaccinate 115.000 persone in Ungheria. Un incremento imponente reso possibile grazie alle numerosi dosi di vaccino cinese e russo incamerate dal governo ungherese. Nello stesso giorno in Italia sono state vaccinate 58.000 persone.

Sinopharm: vaccino cinese protagonista in Ungheria

La campagna di vaccinazione di massa annunciata dal governo Orbán è iniziata, ed è iniziata in maniera vigorosa. Un inizio importante sancito dalla vaccinazione di due importanti personalità: il premier Orbán e il presidente della Repubblica Áder, vaccinati rispettivamente il 28 e il 26 febbraio. L’utilizzo del vaccino cinese per le due cariche più importanti dello Stato vuole anche minimizzare le critiche al vaccino cinese che sono giunte da più parti, sia dall’estero che dall’interno. Secondo il Népszava alcuni medici di base sembrano essere dubbiosi, mentre molte persone rifiutano la chiamata al vaccino. Anche alcuni partiti dell’opposizione (DK) hanno criticato l’utilizzo del Sinopharm, ad oggi utilizzato prevalentemente in Serbia, Africa e Asia.

Ma sarà proprio il Sinopharm il principale protagonista della campagna vaccinale in Ungheria. La ristrettezza di vaccini occidentali insieme alla non enorme capacità produttiva dello Sputnik (anche se proprio ieri sono arrivate altre 280.000 dosi in Ungheria) sembrano lasciare campo libero alla Cina. Vaccino di cui grazie agli accordi il governo Budapest si aspetta di ricevere 5 milioni di dosi nei prossimi mesi.

Più di due milioni di vaccinati entro Pasqua

Il governo ha annunciato che entro Pasqua l’obiettivo è vaccinare tutte le persone registrate al sito governativo (per sapere di più clicca qui). Questo equivale a due milioni e mezzo di persone, ovvero più del 25% della popolazione. Stiamo ovviamente parlando sempre della prima dose di vaccino, in quando anche Sinopharm richiede due dosi. Un incremento importante del numero delle persone vaccinate che porterebbe l’Ungheria ad essere il terzo paese del continente dietro Regno Unito e Serbia, ma il primo dell’Unione Europea.

Unione Europea vs Ungheria: il vaccino contestato

Proprio la campagna di vaccinazione è l’ultimo attrito intercorso tra Budapest e Bruxelles. L’Ungheria infatti ha deciso di utilizzare non solo i vaccini prodotti nell’ovest e approvati dall’EMA, ma anche quelli provenienti dall’est, in questo caso Russia e Cina.

“Se il vaccino funziona non è importante da dove arriva”

“Non dobbiamo fare del vaccino una questione di geopolitica” hanno ripetuto più volte i politici ungheresi evidenziando come la mancata accettazione del vaccino russo e cinese a Bruxelles possa avere motivazioni non strettamente sanitarie. Da Bruxelles la risposta non si è fatta attendere. Sputnik e Sinopharm non hanno ancora inviato la documentazione necessaria per essere accettati dall’EMA quindi, per ora, non è prevista una loro autorizzazione a breve. Lo scontro sui vaccini prosegue, anche se da più parti in UE, complice la mancanza di vaccini occidentali, si guarda con interesse a Mosca e il Ministro degli Esteri ungherese Szijjárto ha riferito che molti colleghi dell’Unione lo hanno cercato per chiedergli aiuto nei contatti con la Russia.

Passaporto vaccinale e possibilità di viaggio con i vaccini non autorizzati

I vaccini proteggono le persone dal virus, ed in particolar modo dalle conseguenze più gravi, ma hanno anche l’obiettivo di far tornare le persone a vivere senza limitazioni. E’ sempre più concreta l’ipotesi di un passaporto vaccinale che permetta alle persone vaccinate di viaggiare con meno restrizioni. Questo in parte è già in atto, visto che in alcuni paesi è possibile l’ingresso senza quarantena se vaccinati. Qui però sorge un problema.

Con i vaccini non autorizzati dall’EMA cosa succederà?

In Polonia le nuove regole di ingresso permetto di entrare nel paese senza quarantena solo se possono dimostrare di avere avuto il covid, di avere un test PCR negativo o di essere state vaccinate con un vaccino autorizzato dall’EMA. Anche altri paesi seguireanno queste direttive? Per ora difficile saperlo, si attende che l’UE adotti una direttiva standard per tutti i paesi.

Per adesso il governo ungherese ha deciso che sul documento di vaccinazione prodotto non inserirà il tipo di vaccino utilizzato.



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Foto: profilo facebook del primo ministro