Quella del gaming in Ungheria è una storia molto particolare e che merita di essere raccontata dall’inizio. Basti pensare che fino a qualche anno fa il Paese aveva una delle legislazioni più rigide al mondo in merito al gioco online e offline, mentre oggi quello ungherese è uno dei mercati più promettenti a livello globale. Ma come si è arrivati a questo risultato? E quali sono le discipline che vanno per la maggiore sulle sponde del Danubio? Proviamo a scoprirlo.

Fino a pochissimo tempo fa le leggi nazionali sul gaming autorizzavano soltanto due casinò fisici ad operare all’interno dei confini statali e 5 discipline: bingo, poker, lotterie, scommesse sportive, scommesse ippiche e, ovviamente, i giochi da casinò.

Una situazione molto difficile per gli operatori e i potenziali investitori e che è cambiata nel 2009: in quegli anni è nata la prima sala da gioco virtuale e le normative dell’Unione Europea sono state decisive per imporre un apertura al mercato.

Un apertura non definitiva ma che ha rappresentato comunque una svolta e che ha permesso a due soggetti di sbarcare nel mondo del gaming online. Il primo è stato Andy Vajna, scomparso recentemente ed ex produttore cinematografico di Hollywood e poi commissario del governo ungherese per l’industria cinematografica. Suo il primo casinò virtuale ungherese e cinque delle licenze statali autorizzate. Il secondo è Gábór Szima che ne ha ottenute per due casinò online. Nel frattempo è cambiata anche la legislatura. La legge del 2015 ha esteso quanto già stabilito per i casinò fisici: possono essere gestiti liberamente dietro licenza assegnata dallo stato.

E a soli sei anni di distanza si può parlare di un vero e proprio successo. Il gaming online ha registrato numeri importanti fin da subito. Da quando sono arrivati sugli schermi, giochi come le slot machine online, la roulette e il blackjack si sono presi i primi posti per numero di appassionati e per giro d’affari e le analisi di mercato più recenti parlano di una crescita destinata a durare per il prossimo quinquennio.

Ma in Ungheria non è fiorente solo il mercato delle sale da gioco virtuali. Negli ultimi anni il Paese ha anche rafforzato la sua reputazione come punto di riferimento dell’est Europa per il settore degli esports. Budapest ha ospitato il V4 Future Sports Festival e titoli come League of Legends e Counter-Strike iniziano a dominare la scena, attirando giocatori professionisti e grandi folle di appassionati.

L’ultima rilevazione ufficiale parla di più di 200mila player professionisti ungheresi, l’80% dei quali con meno di 25 anni di età. In cima alle preferenze di “chi gioca per lavoro” c’è League of Legends, con il 65% dei giocatori che lo preferiscono rispetto a CS:GO, il secondo gioco nella classifica di popolarità, che si attesta al 50% dei consensi. Terzo in graduatoria PUBG con il 41% delle preferenze.

Più indietro, invece, titoli come FIFA, Fortnite, Rainbow Six Siege e Hearthstone che restano tra i più giocati negli altri stati dell’Unione Europea. Un mercato particolare quello ungherese ma che, come gli altri, ha dato visibilità ad alcuni giocatori emergenti, diventati vere e proprie stelle del web. Due nomi su tutti quelli di Bence “DeadFox” Böröcz, pro di CS:GO, e Kiss “Vizicsacsi” Tamás, asso di League of Legends, ritiratosi nel 2019.

Nel frattempo è aumentato in maniera considerevole anche il numero di semplici appassionati e giocatori amatoriali. Gli ultimi studi parlano di quasi 4 milioni di persone che giocano quotidianamente, ovvero il 60% della popolazione compresa tra i 18 e i 65 anni. Il device preferito è lo smartphone mentre titoli di puzzle come Solitario e Candy Crush Saga guidano le classifiche dei più scaricati.

Un mercato in forte crescita, quindi, e dalle potenzialità ancora del tutto inesplorate. I grandi nomi dell’intrattenimento mondiale stanno guardando con grande interesse all’Ungheria e attendono nuovi sviluppi in merito alla liberalizzazione delle licenze. Se dovessero arrivare ulteriori aperture il Paese potrebbe davvero affermarsi come leader dell’Europa orientale con tutti i benefici che potrebbe comportare a livello economico e sociale.

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