L’isola Margherita è uno dei luoghi più amati di Budapest. Ogni giorno centinaia di persone si riversano in quest’isola verde al centro del Danubio, chi per fare esercizio fisico, chi per portare a spasso il cane, chi per visitare le attrazioni che offre. Ma forse non tutti conoscono la storia dell’isola, che ha origine in un antico convento di cui ancora oggi possiamo ammirare le rovine.

La storia di Margherita

In pieno Medioevo, nel 1241, un anno prima della nascita della principessa Margherita, l’Ungheria viene invasa dai Tatari, tribù di origine turca proveniente dalla Mongolia. La coppia reale, composta dal re Béla IV Árpád e dalla regina bizantina Maria Laskaris, fugge in Dalmazia.

I due, tuttavia giurano che, se l’Ungheria fosse stata liberata e avessero avuto una figlia femmina, l’avrebbero promessa ai voti. L’anno dopo i Tatari si ritirano, la famiglia reale torna in patria e nel 1246, come promesso, la figlia Margherita a soli quattro anni viene data ai voti. Nel 1252 Béla IV decide di far costruire un convento domenicano sull’isola. 

La principessa, insieme ad altre monache, vi si trasferisce per condurre una vita ascetica, piena di sacrifici e autoflagellazioni che la portano alla morte nel 1271, a soli ventinove anni. Viene sepolta nel convento e poi l’isola verrà rinominata in suo onore “isola Margherita”. Anche al ponte che oggi attraversiamo per raggiungere l’isola è stato dato il nome di Margherita, un altro omaggio alla santa. 

La canonizzazione avviene nel 1943, in piena Guerra Mondiale, per risollevare gli animi degli ungheresi. Santa Margherita viene celebrata il 18 gennaio, anniversario della morte. Il suo attributo è il giglio

Ciò che resta oggi

Purtroppo nel Cinquecento il convento domenicano viene raso al suolo dagli Ottomani che invadono il paese. Tuttavia, tra le rovine del convento, troviamo ancora la tomba della santa, sulla quale non mancano mai fiori, ghirlande e lumini.

Le campagne di scavi condotte tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta del Novecento hanno portato alla luce i frammenti del monumento funerario della santa, oggi conservati al Museo di Storia di Budapest. Si trattava di un sarcofago su colonne realizzato tra il 1335 e il 1340 da un maestro napoletano, chiamato dalla corte reale d’Ungheria su commissione dell’ordine domenicano.

santa margherita

Statua di Santa Margherita nell’isola Margherita

Santa Margherita nella coscienza collettiva

Oggi Santa Margherita è una figura tutt’altro che dimenticata. La letteratura, anche contemporanea, ha mantenuto vivo l’interesse e la conoscenza della vita della principessa santa.

Poeti, romanzieri, drammaturghi si sono ispirati alla figura della principessa santa, prestando attenzione anche al contesto storico, ovvero l’invasione dei Tatari, facendo di Margherita un’eroina per la sua virtù cristiana.

Uno dei più importanti poeti ungheresi, Endre Ady, nel 1906 scrisse una poesia intitolata Leggenda di Santa Margherita nella quale il poeta si identifica con la figura della principessa: proprio come lei rifiuta pretendenti impertinenti, così lui si confronta con i suoi compatrioti incolti e maleducati.

Nel 1908 esce il primo romanzo sulla vita di Santa Margherita, Gli schiavi di Dio, scritto da Géza Gárdonyi, che descrive l’amore platonico del figlio del giardiniere del convento per Margherita, ripercorrendo e idealizzando la breve vita della principessa (per acquistare il libro clicca qui). Dal romanzo è stato tratto nel 1942 un film omonimo, diretto da Ágoston Pacséry.

Sono stati addirittura scritti libri per bambini sulla figura di Margherita, che fa quindi parte a tutti gli effetti della coscienza collettiva ungherese.



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Foto: mult-kor.hu, vasárnap.hu