“MZP! MZP! MZP”. Alle otto di sera di una soleggiata giornata autunnale, in una via del centro di Budapest si alza forte il grido MZP. Una sigla che nei prossimi mesi diventerà protagonista della scena politica magiara.

M-Z-P: Márki-Zay Péter

Gli ungheresi utilizzano frequentemente sigle al posto delle loro lunghe parole e in questo caso la sigla sta per Márki-Zay Péter (in ungherese si scrive prima il cognome), il nome del candidato unico dell’opposizione ungherese alle elezioni politiche dell’aprile 2022.

Ieri, domenica 17 ottobre, si sono concluse le prime primarie d’Ungheria. Due turni di voto, centinaia di gazebo in tutto il paese, 600.000 votanti a turno. Cinque candidati al primo turno, due al secondo. Dibattiti televisivi tra candidati e toni via via sempre meno pacati mentre si giungeva agli ultimi giorni di votazione.

In Ungheria torna il dibattito politico tra avversari

E’ stata senza ombra di dubbio una grande prova democratica e di dibattito pubblico. Una ventata di novità in un paese da 15 anni chiuso nella diatriba politica Orbán-Gyurcsány. Una diatriba che ha creato campi politici contrapposti, ma soprattutto deligittimanti e senza alcuna possibilità di dibattito. L’ultimo dibattito televisivo tra due candidati premier risale al 2006, un famoso dibattito tra i soliti nomi, Orbán e Gyurcsány.

Il candidato che non ti aspetti

Le primarie ungheresi non sono state però solo qualcosa di nuovo a livello organizzativo, ma hanno anche portato qualcuno di nuovo, MZP, Péter Márki-Zay. Sindaco di Hódmezővásárhely, cittadina della steppa magiara, feudo del Fidesz prima della sua ascesa ed in particolare di János Lázár, Ministro e politico della stretta cerchia del premier Orbán.

MZP ha superato uno alla volta i candidati dell’opposizione “tradizionale” e più esposti a livello nazionale. Il maggiormente quotato dai pronostici, Karácsony il Sindaco di Budapest; Klára Dobrev la candidata che poteva godere della struttura partitica più radicata sul territorio; Péter Jakab la voce della destra populista e popolare delle campagne del paese.

Il Sindaco di Hódmezővásárhely è riuscito a superare i suoi avversari sia grazie alla sua capacità di proporsi come il candidato con più possibilità di vittoria alle elezioni del 2022, sia alla sua bravura e scaltrezza politica che lo hanno portato al secondo turno nonostante fosse arrivato terzo al primo turno. E’ stata la bravura sua e del suo entourage a gestire una serie di trattative politiche che hanno messo all’angolo il secondo classificato e più votato Sindaco di Budapest, e che in definitiva l’hanno “costretto” a ritirarsi e ad appoggiarlo. Scaltrezza politica che testimonia di come MZP sebbene cresciuto politicamente lontano da Budapest abbia una grande esperienza e capacità nella gestione della strategia politica.

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I due sindaci. MZP e Karácsony. Foto: Bodnár Patrícia / Index

Se questa sua capacità basterà per sconfiggere il partito in carica da 12 anni e soprattutto per governare un paese in una situazione difficile e con una coalizione così ampia e diversa sarà il tempo a dircelo. Di certo la sua vittoria costringe il partito di governo ungherese, il Fidesz, e i suoi esperti comunicatici a ripensare e a ripartire da zero con una nuova campagna elettorale.

Non è un segreto che negli ultimi mesi sono stati spesi centinaia di milioni per avviare campagne comunicative per screditare prima Karácsony e poi Dobrev. Di volta in volta accusati di aver creato ingorghi e traffico, di non parlare inglese, di essere amici di Gyurcsány o figli di comunisti. Ecco queste tematiche non fanno facilmente presa su MZP, Sindaco apprezzato e riconfermato nella sua città, con un PhD e periodi di studio e lavoro in nordamerica, con ottime conoscenza linguistiche e con pochi legami con il sistema socialista ungherese. Anzi in una sua recente intervista ha dichiarato “io ero già conservatore quando Orbán era ancora vicepresidente dei liberali europei“.

Il discorso di MZP

Una campagna elettorale che si preannuncia lunga, complicata e ricca di novità, o almeno più avvincente delle ultime. Domenica sera è stato il momento della “festa” per l’opposizione che ha espresso unità in vista della sfida che l’attende. Dopo una campagna per le primarie che ha riservato tratti polemici anche forti, i due candidati hanno messo da parte le differenze per concentrarsi sull’obiettivo comune: il cambio di governo.

Il discorso di MZP è stato improntato alla nuova Ungheria, un paese fondato non più sull’oscurità e l’odio ma sull’amore. Un nuovo paese quindi, privo di campagne di odio ma soprattutto “democratico, inclusivo ed europeo”. Come l’ha definita MZP una uscita dagli ultimi trenta anni di politica ungherese, una “uscita che non può essere né a destra né a sinistra, ma solo verso l’alto”.

Nel discorso conclusivo non sono mancate frecciate contro il sistema di potere e corruzione creato dal Fidesz, “chi oggi entra nel Fidesz è come quelli che nel 1989 entravano nella Guardia operaia”. Ma è stata ribadita anche l’importanza nel convincere gli ex elettori del partito di governo. E in molti sul palco erano proprio ex-elettori del Fidesz, come anche lui stesso. MZP infatti sebbene sia il candidato dell’opposizione, non nasconde di essere conservatore, cristiano, di una destra moderata. Proprio grazie a questa sua identità molti pensavo che sia lui il cavallo vincente dell’opposizione e che sia così capace di fare breccia tra una parte dell’elettorato del Fidesz.

La serata si è conclusa con complimenti e abbracci. Addirittura con qualche accenno alla possibilità di conquistare i due terzi dell’elettorato. Un clima festoso e molto ottimista, forse troppo visto che il difficile deve ancora venire e che lo sfidante di aprile non è certo un novellino, ma un candidato di razza che può contare su una lunga tradizione politica e un apparato non indifferente. Se questa volta l’opposizione avrà scelto il candidato giusto o solamente un’altra persona da mandare al macello, come scherzosamente solo qualche settimana fa dicevano MZP e Karácsony, saranno gli elettori a deciderlo nella prossima primavera.



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Foto: Bődey János / Telex