“Polacchi e Ungheresi sono due fratelli / due ottimi amici“. È uno slogan coniato secoli fa. E così è sempre stato, finora.
I due paesi hanno anche scelto un giorno – il 23 marzo – per celebrare ogni anno l’amicizia polacco-ungherese. Ma quest’anno, più che festeggiamenti, c’è stata tanta freddezza, seguita da accuse e prese di distanze, espresse con termini per ora diplomatici, ma lo stesso pesanti.
I rapporti tra Budapest e Varsavia sono tesi
Mai, nella storia moderna e contemporanea, i rapporti tra Budapest e Varsavia sono stati così tesi.
A far litigare i due storici alleati, è stato il conflitto tra Russia e Ucraina. Già da tempo, le forze della destra clericale alla guida della Polonia guardavano con sospetto ai numerosi accordi economici e diplomatici siglati, nell’ultimo decennio, da Ungheria e Russia. Ma l’operazione speciale di Mosca contro Kiev e la posizione moderata assunta da Orbán – sulle sanzioni nel settore energetico e il rifiuto di consegnare armi a Zelensky – sono state le gocce che hanno fatto traboccare il vaso.
Le spaccature nel gruppo di Visegrád
E adesso anche il “gruppo di Visegrád” rischia di collassare, sotto i colpi dell’estremismo russofobo dei governi di Polonia e Repubblica Ceca. La Slovacchia temporeggia e cerca di mediare, ma è tra due fuochi.
La notizia di poco fa non è per nulla positiva per il “V4”. Il vertice dei suoi ministri della difesa, che avrebbe dovuto tenersi a Budapest, è stato cancellato. I rappresentanti di Varsavia e Praga avevano annunciato la loro assenza polemica.
Il 3 aprile si vota per il rinnovo del parlamento ungherese e Orbán è in testa nei sondaggi, dopo una campagna elettorale all’insegna di slogan “pacifisti”. Non sarà facile ricucire, nel breve periodo, questa ferita tra i “due fratelli / ottimi amici”.
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Articolo di Omar Minniti