Guidata dal tecnico italiano Marco Rossi e trascinata dal bomber Davide Lanzafame, la squadra budapestina dove militò il leggendario Puskás si è laureata campione d’Ungheria per la 14esima volta nella sua storia.

Domenica la Honvéd ha conquistato il suo 14° scudetto, battendo per 1 a 0 nello scontro diretto in casa i rivali del Videoton, la forte formazione di Székesfehérvár, con cui il club rossonero si trovava appaiata a pari punti,  dopo un appassionante testa a testa in questo campionato di Nemzeti Bajnokság I, la massima serie magiara.

Fra i principali protagonisti della trionfale calvacata della squadra rossonera vi sono soprattutto due italiani: il tecnico Marco Rossi e l’attaccante Davide Lanzafame, vecchie conoscenze del calcio italiano ed elementi fondamentali di una Honvéd che torna così a vincere il campionato della massima serie dopo un digiuno di 24 anni, riconciliandosi con una storia tanto gloriosa, quanto irripetibile e a volte troppo ingombrante.

La Honvéd infatti non è una squadra qualunque e i fasti degli anni ’50 hanno pesato come macigni per lunghi decenni, esperienza condivisa del resto con la nazionale ungherese. Una storia dunque “pesante” con cui è difficile confrontarsi, paragonabile in Italia al rapporto del Torino e dei tifosi granata con la mitica epopea del Grande Torino.

honved

Una storia leggendaria alle spalle

Quando nel 1908 venne fondata la polisportiva il Kispesti Athlétikai Club, il quartiere Kispest (attualmente il XIX° distretto di Budapest), da cui il club prese il nome, non faceva nemmeno parte della città, venendo integrato nella circoscrizione amministrativa della capitale soltanto negli anni ’50. E’ in questo periodo che la sezione calcistica del club vive il suo momento d’oro: nella nuova Ungheria comunista la squadra viene posta sotto il patrocinio del Ministero della Difesa e diventa il serbatoio della nazionale magiara, sfornando giocatori leggendari come Ferenc Puskás,  József Bozsik (a cui è stato intitolato lo stadio della Honvéd), Sándor Kocsis, Zoltán Czibor ,  Gyula Grosics, che andranno a costituire l’ossatura della mitica Aranycsapat, la selezione magiara che dominerà il calcio mondiale nella prima metà degli anni Cinquanta e che ancora adesso è considerata una delle squadre più forti di tutti i tempi.

Puskas Ferenc

Budapest, 1952. június 11.
Puskás Ferenc, a XV. Nyári Olimpiai Játékokra készülõ csapat tagja, a Budapesti Honvéd labdarúgója egyesülete feliratos melegítõjében egy gyermek fején nyugtatja kezét.
MTI Fotó/Magyar Fotó: Szécsényi József

Con lo scoppio della rivoluzione ungherese del 1956 molti di questi campioni, che al momento della rivolta si trovavano all’estero in tournée, decidono di non rientrare in patria, segnando il declino della nazionale magiara e della stessa Honvéd, che vivrà un’altra epoca d’oro negli ’80 e ’90, prima di iniziare un nuovo lungo declino terminato soltanto quest’anno con la conquista dello scudetto dopo oltre un ventennio.

La Honvéd italiana e la vittoria in campionato

La lunga traversata nel deserto della Kispest Honvéd FC (il nome che riprende il club nel 1991) prosegue infatti anche nei primi anni 2000, culminando in una retrocessione nel 2003 ed in una grave crisi finanziaria che ne compromette la sopravvivenza stessa nel calcio magiaro. La svolta avviene nel 2006 quando il club viene rifondato con l’attuale nome di Budapest Honvéd FC dall’americano di orgine ungherese George Hemingway, socio della famosa catena di fast food KFC.

L’italianizzazione della squadra comincia invece 6 anni dopo, quando il nuovo direttore sportivo della squadra ungherese, l’italiano Fabio Cordella, convince alcuni giocatori del Bel Paese a provare l’avventura nel calcio magiaro. Fra i tanti calciatori italiani che hanno vestito in questi ultimi anni la maglia della Honvéd, ricordiamo  Raffaele Alcibiade, Leandro Martínez, Donato Bottone, Andrea Mancini, Emanuele Testardi, Emiliano Bonazzoli, Arturo Lupoli, senza dimenticare l’ambizioso tentativo di sedurre campioni a fine carriera del calibro di Alessandro Del Piero e Fabrizio Miccoli.

Gli acquisti più importanti si rivelano però due piemontesi: il tecnico giramondo Marco Rossi, che anno dopo anno riesce a creare un grande spirito di squadra, cementificando lo spogliatotio e dando un gioco spumeggiante alla Honvéd, e Davide Lanzafame, attaccante scuola Juventus con un passato da girovago fra seria A e serie B italiane, che a Budapest, al secondo tentativo, trova la sua consacrazione come punto di riferimento dell’attacco rossonero, segnando quest’anno ben 11 reti e rivelandosi così fondamentale per il trionfo in campionato.

Marco Rossi

Si giunge quindi alla stagione 2016 -17 appena conclusa, in cui la Budapest Honvéd approfitta delle deludenti prestazioni di squadre ben più favorite dai pronostici iniziali, come Ferencváros e Vasas (finite appaiate al terzo posto in campionato e prossime finaliste della Coppa d’Ungheria) ed ingaggia un’appassionante sfida con il già citato Videoton che si è conclusa questa domenica, quando al triplice fischio finale dell’arbitro i quasi 100 000 tifosi della Budapest Honvéd, sparsi per il Paese danubiano, hanno potuto liberare la loro gioia per questo successo tanto atteso quanto insperato.



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Foto: JochaPress, Origo, Player.hu, Nemzeti Sport, Csakfoci, FourFourTwo.hu.