Articolo di Giovanni Cola

Una salita inarrestabile che ha preso ulteriore forza nelle ultime settimane. L’euro contro il fiorino ungherese continua a guadagnare terreno e nei giorni scorsi ha raggiunto superato la soglia dei 323.00 HUF. Questo significa che per la valuta magiara la svalutazione contro la divisa continentale procede in maniera più che significativa e ad un ritmo assolutamente spedito.

Tutto questo sotto gli occhi della banca centrale ungherese che, tra l’altro, continua a mantenere i tassi di interesse al minimo storico di 0.90%, e del governo Orbán che pare comunque non disdegnare lo scenario di un fiorino più debole sia contro euro che contro dollaro. Una sorta di svalutazione competitiva che, in un’economia che continua a crescere in maniera solida pur tra tante disparità, favorisce indubbiamente l’investimento di capitali dall’estero ed incentiva il turismo in entrata.

A pagare il prezzo più salato però sono principalmente i cittadini ungheresi, in particolare quelli della classe media che, con un tasso di inflazione che si è impennato al 2.8% in maggio 2018, devono fare i conti inevitabilmente con maggiori difficoltà quando si recano all’estero ma pure quando restano in patria.

La svalutazione però può risultare anche una sorta di incentivo per l’esodo di lavoratori. Uno dei problemi maggiori del Paese rimane quello dei giovani e della forza lavoro che preferisce emigrare verso altri lidi, magari in Stati europei vicini con possibilità occupazionali più remunerative. In questo caso lavorare all’estero con una moneta più forte gli permetterebbe di tornare a casa con un maggiore potere d’acquisto.

Secondo gli analisti del Forex, il mercato delle valute, in special modo contro l’Euro, il Fiorino nei prossimi mesi potrebbe ulteriormente perdere terreno. Le previsioni parlano di una moneta comune che non si esclude raggiunga addirittura i 332.00 HUF, per poi rientrare tuttavia in un range compreso tra 320 e 325.

 

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