[Articolo aggiornato al 21 settembre]

Mercoledì 16 settembre il premier Orbán ha pronunciato importanti dichiarazioni riguardo la situazione attuale del coronavirus in Ungheria e le misure future che verranno intraprese nel paese, alcune dal 21 settembre altre dal primo ottobre, per fermare l’epidemia. Vediamo quali e cerchiamo di capire quali conseguenze avranno sulla vita di tutti i giorni.

Piano strategico per proteggere gli anziani, guarire i malati e mantenere funzionante il Paese

Orbán ha dichiarato più volte che l’Ungheria è pronta a fronteggiare la seconda ondata di coronavirus. Il sistema sanitario ungherese è più preparato rispetto a febbraio-marzo di questo anno. Priorità principale del governo è la salvaguardia degli anziani. In questa ottica vengono chiusi alle visite ai parenti gli ospedali e le case di cura. Nella stessa maniera però è fondamentale per il governo evitare qualsiasi lockdown. Il premier ha evidenziato come nei questionari della consultazione nazionale gli ungheresi si siano espressi a questo riguardo. Nei prossimi mesi quindi, situazione permettendo, il paese continuerà a lavorare normalmente.

Più importante il numero dei deceduti che dei contagiati 

In questi giorni in numerosi paesi europei e anche nell’Europa centrale è aumentato notevolmente il numero delle persone contagiate dal virus. Il premier ungherese ha sottolineato però che per valutare la pericolosità di questa seconda ondata non bisogna soffermarsi sul numero dei contagiati, aumentato anche per via dell’aumento dei test, ma sul numero dei decessi da coronavirus. Purtroppo anche questi numeri però sono in aumento. Ad oggi in Ungheria sono morte 686 persone.



L’apice della seconda ondata a dicembre-gennaio

Il governo ungherese è stato informato da esperti riguardo al fatto che l’apice di questa seconda ondata in Ungheria si possa raggiungere a fine dicembre. Sono solo previsioni per ora, ma questo significa che oggi siamo solo all’inizio della seconda ondata e che le misure intraprese dal governo potrebbero durare a lungo.

I confini rimangono chiusi

Il premier testualmente ha dichiarato: “il virus si è diffuso dall’estero, bisogna quindi mantenere in vigore le restrizioni ai confini“. Dal primo settembre l’Ungheria ha adottato un sistema di chiusura delle frontiere molto rigido (per sapere le regole di ingresso clicca qui). Solamente alcune categorie di stranieri possono entrare nel paese e la maggior parte deve comunque effettuare la quarantena o i test. Quindi le misure di chiusura dei confini verranno prolungate anche oltre il primo ottobre, non è stata stabilita una data termine per queste misure, quindi per il momento sono da intendersi come misure a tempo indeterminato.

Quarantena da 14 a 10 giorni

E’ stato deciso anche la riduzione dei giorni della quarantena obbligatoria per chi entra nel paese che passano da 14 a 10. La quarantena di 10 giorni è già prevista in Slovenia, mentre in Francia sono 7 i giorni di quarantena.

Mascherina obbligatoria all’interno dei cinema, dei teatri, degli istituti sanitari e degli uffici

L’uso della mascherina è già obbligatorio in Ungheria sui mezzi pubblici e nelle attività commerciali. Nelle ultime settimane sono state stabilite anche le sanzioni amministrative per chi non rispetta la legge che vanno da 8.000 a 50.000 HUF. Numerosi i controlli. Nei prossimi giorni l’uso della mascherina si estenderà quindi anche ad altri luoghi chiusi. Tuttavia non è ancora obbligatorio l’uso della mascherina nei luoghi aperti, anche se già altri paesi l’hanno promossa, come la Slovenia e la Francia.

Ingresso nelle scuole solo dopo controllo della temperatura

Dal primo ottobre sarà possibile entrare negli istituti scolastici solo dopo apposito controllo della temperatura. La temperatura verrà controllata a insegnanti e studenti a scuola. L’obiettivo primario del governo è di continuare con le lezioni in classe, si procederà alla chiusura delle scuole e alla didattica online solo se non ci saranno alternative.

Stabilito prezzo massimo di 19.500 HUF per test

Il governo ha stabilito un prezzo massimo per i test PCR sul covid. Questo prezzo entrarà in vigore dal 21 settembre ed è pari a 19.500 HUF (circa 54 euro). In Italia il costo di un test PCR varia circa dagli 80 euro ai 130 euro, anche se a seconda delle regioni alcune categorie di persone sono esenti dal pagarlo. Anche in Ungheria le persone con sintomi prescritte da un medico sono esenti dal pagare il test.

Chiusura dei locali alle 23.00

Il governo ha deciso che i locali per divertimento, bar e discoteche, saranno obbligati a chiudere alle 23.00. In realtà per ora questa restrizione non è in vigore e a Budapest come in altre parti del paese si svolgono festival, concerti e iniziative con centinaia di persone senza particolari limitazioni. Nel paese rimangono aperti al pubblico anche gli stadi di calcio. Secondo il dottore János Szlávik il virus in Ungheria si diffonde principalmente tra i giovani nei party, nei matrimoni e nei luoghi del divertimento. Rimane in vigore il limite massimo di 500 persone per evento.



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