Entro domenica 11 luglio la Commissione europea deve dare il proprio parere al piano presentato dall’Ungheria per l’utilizzo di 7,2 miliardi di euro del Recovery fund. Fonti della UE fanno sapere che non sono pochi gli ostacoli da superare e che per il momento la Commissione è orientata a dare un parere negativo sostenendo di non avere avuto garanzie sufficienti sull’utilizzo dei fondi da parte del governo di Budapest.

Le polemiche sui fondi UE in Ungheria

Negli anni scorsi è stata ampia la polemica sull’utilizzo dei fondi UE in Ungheria. L’opposizione critica infatti come i fondi vengano utilizzati a piacimento del governo per favorire una fitta rete di amici e le manie calcistiche del premier. Accuse sempre respinte dal governo ungherese.

Da Budapest a rispondere è stata la Ministra della Giustizia e responsabile dei rapporti con Bruxelles, Judit Varga che ha accusato i giornali di diffondere “fake news”. La Ministra ha ribadito che continua “un dibattito costruttivo con la Commissione Europea” e che le critiche della Commissione non c’entrano con l’utilizzo dei fondi ma sono legate alla legge “sulla protezione dei bambini”.

Le legge contro la comunità LGBT

La legge approvata dal governo ungherese (qui dettagli) è stata fortemente criticata da numerosi paesi ed alcuni primi ministri europei hanno invitato l’Ungheria a ripensare la propria presenza nella UE. La legge è stata come si suol dire la goccia che ha fatto traboccare il vaso in una UE sempre più apertamente critica contro la “democrazia illiberale” e la gestione del potere presenti in Ungheria.

Oggi il Parlamento europeo inoltre discute proprio in seduta plenaria la legge ungherese. Questa mattina numerosi deputati hanno alzato la voce e criticato in maniera molto netta non solo la legge, ma tutto il “sistema Ungheria”.

Dall’Italia non è mancata la presa di posizione di Giorgia Meloni, storica alleata di Orbán, che ha accusato l’UE di attuare un “ricatto politico contro l’Ungheria”.  

UE-Ungheria: clima sempre più difficile

Si attende ora il responso della Commissione europea per l’11 luglio. A prescindere dal giudizio che verrà dato è chiaro che i rapporti tra Budapest e Bruxelles si sono guastati, forse in maniera irreparabile.

Orbán da anni indirizza le sue campagne politiche contro l’idea di Unione Europea propugnata da Bruxelles e non è nuovo a feroci critiche nei confronti dell “homo bruxelliscus”. Quello che pare oggi è però che a Bruxelles ci sia meno disponibilità ad accettare il comportamento del premier ungherese e il lento ma progressivo logoramento della “democrazia liberale” a Budapest.



Per rimanere sempre informato sull’Ungheria: clicca qui!

 

© Riproduzione riservata

Foto: politico.eu